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Outlook 2022, tra rallentamento e ripartenza

1/25/2022

Dopo una frenata nel primo semestre, l’economia globale dovrebbe riaccelerare nella seconda parte dell’anno grazie alle misure di stimolo monetario messe in atto in Cina. Il Carmignac Annual Media Event


Un rallentamento della crescita globale, che passerà dal 5,5% registrato nel 2021 al 4,2% nel 2022, con una brusca frenata nel primo semestre, trainato dall’ondata di Omicron, dall’aumento dei prezzi dell’energia, e dall’impatto dell’inasprimento monetario sui mercati emergenti e nelle economie anglosassoni, a cui seguirà una nuova accelerazione guidata dalla Cina. E’ questo l’outlook macroeconomico di Carmignac, esposto nel corso del tradizionale Annual Media Event della società di gestione francese, che anche quest’anno si è svolto in modalità solo virtuale.

 

“La Cina si trova ad affrontare tre specifici ostacoli alla crescita” – ha spiegato Raphaël Gallardo, chief economist di Carmignac – “l’aumento dei costi della sua strategia di azzeramento del Covid, il ridimensionamento del settore immobiliare, e il previsto rallentamento delle esportazioni verso le economie sviluppate. Tuttavia, le autorità hanno chiaramente indicato un cambiamento nella posizione politica, orientata verso un maggiore allentamento. Dopo un primo impulso agli investimenti nelle infrastrutture e i tagli dei tassi di interesse dal mese di dicembre, prevediamo un’altra serie di stimoli fiscali e di allentamento monetario dopo il Congresso Nazionale Popolare a marzo”.

 

“Gli Stati Uniti stanno entrando in modalità di totale surriscaldamento dell’economia nel primo trimestre, anche prima di quanto pensassimo, a causa dell’ondata di Omicron che sta ulteriormente riducendo l’offerta di manodopera” ha proseguito Gallardo. “La crescita sequenziale dovrebbe dimezzarsi al 2,4% entro la fine dell’anno, a causa delle limitazioni in termini di manodopera e dei fattori di contenimento della domanda finale (inflazione elevata, posizione fiscale negativa, eccesso di scorte di beni durevoli). Dato il rischio che le aspettative di inflazione non siano sotto controllo, la Fed non ha altra scelta se non quella di lasciare intravedere un rapido ciclo di inasprimento monetario all’interno di un’economia in fase di rallentamento”.

 

Per quanto riguarda l’eurozona, secondo Gallardo nel breve termine la regione continuerà a essere penalizzata dai prezzi elevati dell’energia, legati allo stallo delle relazioni tra Russia e NATO, e dalla propria dipendenza dalle catene di approvvigionamento globali. “Tuttavia, una volta svaniti questi ostacoli, l’Europa dovrebbe beneficiare di una potenziale piena ripresa del mercato del lavoro, alimentata da impulsi fiscali positivi.”

 

Date tali premesse, Frederic Leroux (nella foto), responsabile del team cross asset e membro del Comitato di Investimento Strategico di Carmginac, ha illustrato la strategia di investimento e allocazione per navigare l’attuale contesto di mercato.

 

“Sui mercati azionari detenere azioni growth di alta qualità, che vantano potere di determinazione dei prezzi, ha senso nel contesto di rallentamento economico e di resilienza dell’inflazione” ha osservato Leroux. “Ma, la resilienza dell’inflazione e l’ottimo bilancio a livello di consumi motivano una certa esposizione ai settori ciclici, come quello bancario e dell’energia, nonostante l’approssimarsi di un periodo che giustifica un livello difensivo di esposizione ai mercati azionari”.

 

Sui mercati obbligazionari gli strategist di Carmignac mantengono un approccio difensivo, che potrebbe eventualmente essere intensificato, data l’eventualità di maggiore resilienza dell’inflazione. L’impennata della curva rappresenta una crescente possibilità.

 

Sui mercati emergenti infine “manteniamo gli investimenti in Cina, poiché questo paese rappresenta il secondo maggiore bacino di azioni growth a livello mondiale, ed è in procinto di attuare un cambio di rotta del proprio mix di politiche al fine di sostenere l’economia”.

 

“Per anni, gli interventi della Federal Reserve statunitense si sono basati sul comportamento degli investitori. Ora è l’inflazione a incidere sulle decisioni della Fed, e avrà un impatto sul futuro orientamento delle politiche della Banca Centrale Europea. L’inflazione attuale, che è ampiamente trainata dai prezzi dell’energia, ci induce a nutrire nuovamente interesse per il settore dei combustibili fossili in linea con le dinamiche ESG, ma anche per il settore bancario che trarrà vantaggio dall’aumento della curva dei rendimenti e dalla sua potenziale impennata nel tempo” ha spiegato ancora Leroux.

 

Benché quest’anno sia molto difficile replicare le performance dei mercati azionari del 2020 e del 2021, secondo Leroux esistono diversi fattori positivi di cui tenere conto. “Le Banche Centrali faranno tutto il possibile per non mettere a rischio la crescita. Faranno del loro meglio per evitare di annientare la crescita mentre si trovano a fronteggiare l’inflazione: i tassi di interesse reali potrebbero restare negativi per qualche tempo. Molti paesi emergenti non saranno gravemente penalizzati dall’inasprimento monetario degli Stati Uniti, poiché stanno beneficiando dell’aumento dei prezzi delle materie prime e/o sono già sulla buona strada verso la normalizzazione della propria politica monetaria”.

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