Tempo di lettura: 4min

Mercati, meno volatilità all’orizzonte

2/22/2022 | Daniele Riosa

De Coensel (DPAM): “Gli attuali ribassi in tutti i settori del reddito fisso indicano tempi di recupero tra i 6 e i 18 mesi, a condizione che i tassi e gli spread di credito si stabilizzino intorno ai livelli attuali”


In questo periodo gli aggiustamenti del mercato sono veloci e bruschi. Come ricorda Peter De Coensel, ceo di DPAM, “la seconda settimana di febbraio ne è stata un esempio. Giovedì 10 febbraio, la sorpresa del rialzo dell’inflazione complessiva e dei prezzi negli Stati Uniti, rispettivamente al 7,5% e al 6,00% su base annua, ha spinto i tassi dei Treasury a 2 anni al rialzo di 30 punti base in un solo giorno (dall'1,33% all'1,63%). L'incertezza geopolitica, la riduzione dello short-positioning o il riposizionamento attivo hanno riportato il tasso a 2 anni all'1,50% alla fine di una settimana ad alta volatilità”.

“L’aspetto positivo di questi momenti di alta volatilità - constata l’esperto - è un abbassamento dell'incertezza e questo accade perché il percorso da seguire diventa inequivocabile. In effetti, la forma e l'intensità dei cicli di rialzi delle banche centrali dei Paesi sviluppati vengono in superficie e le modalità di reazione delle politiche monetarie sono diventate evidenti. Il ciclo di rialzo per la FED statunitense, la BoE e la RBNZ (Nuova Zelanda) si svilupperà principalmente nel corso del 2022 con pochi rialzi aggiuntivi nel corso del primo semestre 2023. È interessante notare come gli operatori di mercato abbiano iniziato a prezzare i primi tagli dei tassi della BoE previsti per il 2024 e il 2025. Lo stesso vale per la FED, anche se in misura minore. La BCE ha pianificato un rialzo nel 4° trimestre 2022, adottando un ritmo costante nel 2023. Il dibattito sui tassi terminali inizierà a stabilirsi intorno al 2,00% per gli USA e il Regno Unito. Per la BCE, il mercato prevede uno 0,75%-1,00%”.

L’analista spiega che “il fatto che i mercati abbiano iniziato a valutare i cicli di taglio dei tassi tra le banche centrali delle economie più sviluppate (BoE) e di quelle emergenti (Repubblica Ceca) rivela le preoccupazioni di fine ciclo economico. Le rileviamo in tutta l’area Euro, dove la produzione industriale tedesca o gli indicatori della bilancia commerciale sono deludenti, nel fatto che la fiducia dei consumatori statunitensi sta crollando, nei dati trimestrali del PIL britannico che deludono e rispecchiano i problemi della bilancia commerciale e dell'industria tedesca. Le preoccupazioni sulla politica monetaria lasceranno spazio alle discussioni e all'incertezza sull’inasprimento fiscale e sugli ostacoli alla domanda dei consumatori. L'inflazione superiore alla media prevista nei prossimi due anni, derivante principalmente dai settori dell’energia, dei beni e degli alloggi, avrà un impatto sul reddito reale disponibile nel medio termine. In combinazione con minori stabilizzatori fiscali, ci si aspetta che la crescita deceleri verso i livelli potenziali”.

L’economista rileva che “le aspettative di inflazione basate sul mercato, rilevate attraverso i tassi di pareggio dell'inflazione (differenza tra i tassi del Tesoro USA nominali e reali), indicano un solido ancoraggio. La curva dei tassi di breakeven ha subito un'inversione l'anno scorso, riflettendo la normalizzazione dell'inflazione nel tempo. Questo è un segnale forte. Mentre le aspettative d'inflazione a 2 e 3 anni sono ancora in media del 3,53% e del 3,18% rispettivamente, l’11 febbraio quelle a 30 anni erano al 2,19% e quelle a 10 anni al 2,46%. Ciò in conformità al successo della FED, che punta a un tasso d'inflazione stabile intorno al 2,00%. Queste considerazioni potrebbero essere una sorpresa, dato che i mercati finanziari sono stati pesantemente perturbati dall'inizio del 2022”.

Tuttavia, “a volte, gli investitori a lungo termine dovrebbero accettare questi ribassi in specifici settori azionari e a reddito fisso trattandoli come un’opportunità per riposizionarsi, ruotare in settori che hanno ricevuto poca attenzione (e peso) in passato. I rendimenti attesi per le obbligazioni e alcuni settori azionari sono saliti rapidamente nelle ultime sei settimane. L'azionario è l'asset class di lunga durata preferita. Quindi, l'attuale correzione non dovrebbe portare al panico ma a un momento di riflessione. Se non danneggia la vostra capacità di raggiungere gli obiettivi a lungo termine, tutto va bene. Se lo fa, avete sovrallocato. La metrica delle obbligazioni a rendimento negativo è scesa verso il 6% circa mentre poco prima di Natale 2021 si attestava al +20%. È inequivocabile che una parte di valore sia tornata sui mercati globali del reddito fisso. Gli attuali ribassi in tutti i settori del reddito fisso indicano tempi di recupero tra i 6 e i 18 mesi, a condizione che i tassi e gli spread di credito si stabilizzino intorno ai livelli attuali”.

"Anche questo è inequivocabile, in quanto in tutte le soluzioni d'investimento obbligazionarie, i risultati futuri della performance sono, il più delle volte, conseguenze inevitabili. Lo scenario di base che ci si prospetta prevede una minore volatilità dei mercati finanziari”, conclude Peter De Coensel.

Condividi

Seguici sui social

Advisor è la prima piattaforma interamente dedicata alla consulenza patrimoniale e al risparmio gestito con oltre 38.000 professionisti già iscritti


Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione


  • Leggi articoli esclusivi
  • Salva le tue news preferite
  • Partecipa ad eventi esclusivi
  • Sfoglia i magazine in anteprima

Iscriviti oggi!

Hai già un profilo? Accedi qui

Cerchi qualcosa in particolare?