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Gli effetti delle sanzioni su Russia ed Europa

3/1/2022

La restrizione dell'accesso della banca centrale russa ai propri beni, combinata con un'esclusione selettiva dal sistema SWIFT, ha il potenziale di innescare una crisi macro-finanziaria di vasta portata nel paese. L’analisi di AXA IM


Negli ultimi giorni l’Unione europea ha reagito in maniera molto dura alla guerra in Ucraina, con un inasprimento molto significativo delle sanzioni alla Russia. Quali saranno gli effetti sull’economia europea e come cambieranno gli equilibri geopolitici? E quali saranno le implicazioni per la stessa UE?  Gilles Moëc, group chief economist di AXA Investment Managers, espone la sua view.

 

“La restrizione dell'accesso della banca centrale russa ai propri beni, combinata con un'esclusione selettiva dal sistema SWIFT, ha il potenziale di innescare una crisi macro-finanziaria di vasta portata in Russia” osserva Moëc. “In campo economico, al di là della reazione immediata del mercato che potrebbe costringere le banche centrali occidentali a tenersi pronte ad estendere la liquidità, la prossima questione cruciale è vedere come Mosca replicherà sulla fornitura di gas e petrolio. È improbabile che il mercato dell'energia all'ingrosso resti in attesa in ogni caso, e dobbiamo prepararci a un altro forte aumento dei prezzi dell'energia, fattore che inciderebbe visibilmente sulla traiettoria di crescita dell'UE”.

 

L’economista fa notare che le sanzioni sono solo un aspetto della posizione più dura dell'UE. “La Germania ha lasciato da parte il suo tradizionale atteggiamento verso la Russia, la difesa e il coinvolgimento militare in Europa, e ha accettato il costo finanziario di un tale cambiamento, che Christian Lindner, noto per essere un falco fiscale, ha dichiarato esplicitamente che potrebbe essere coperto tramite il debito”. Questo indica probabilmente un percorso verso una maggiore spesa militare nell'UE. 

 

Insieme al costo della transizione energetica - reso ancora più urgente dalla nuova configurazione geopolitica - l'onere fiscale continua quindi a salire dal livello già elevato lasciato dalla crisi pandemica. “Per ora, pensiamo che la BCE sceglierà la prudenza ed è probabile che sia flessibile sul destino dell'APP, il che aiuterebbe a mantenere basso il costo del finanziamento sovrano. Tuttavia, nel medio periodo, questo non può essere un assetto sostenibile” sottolinea Moëc. La soluzione secondo l’economista sta probabilmente in un altro passo avanti sulla mutualizzazione fiscale, estendendo la portata e le dimensioni del quadro della Next Generation. “Ora che l'UE sta facendo i primi passi verso la "federalizzazione" della sua difesa, mettendo in comune le sue risorse per finanziare una parte degli aiuti militari all'Ucraina, la prossima mossa logica è nel campo fiscale per mutualizzare il costo macroeconomico transitorio di questa nuova assertività strategica”.

 

Infine, un’altra delle conseguenze della crisi attuale sarà probabilmente una partnership ancora più stretta tra la Russia e la Cina. “I legami finanziari e commerciali si sono già intensificati negli ultimi anni. Tuttavia, è probabile che sia una partnership molto asimmetrica. La Russia è a corto di alternative e le sue prospettive economiche sono scarse. La Cina può diversificare il suo approvvigionamento energetico con il gas e il petrolio russo senza fornire un sostegno esplicito a Mosca” conclude Moëc.

 

 

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