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Guerra Russia-Ucraina e azionario USA

3/16/2022

Sebbene gli Stati Uniti partecipino alla risposta globale coordinata in termini di sanzioni, per il momento l'impatto su Wall Street è relativamente modesto. Il commento di Columbia Threadneedle Investments


Sebbene gli Stati Uniti partecipino alla risposta globale coordinata in termini di sanzioni, per il momento l'impatto sul mercato azionario è relativamente modesto e si manfesterà principalmente attraverso effetti secondari. E’ l’analisi di Andrew Smith, gestore di portafoglio clienti, azioni USA, Columbia Threadneedle Investments.

 

 “L'invasione russa dell'Ucraina ha scioccato il mondo e scatenato la volatilità dei mercati, causando un significativo tributo umano che probabilmente continuerà, e il nostro pensiero va al popolo ucraino e a tutti coloro che ne sono colpiti” commenta il gestore. “Rimangono molte incognite e nessuna visibilità sulla durata e sugli effetti a lungo termine del conflitto. Ciò che sappiamo è che ha fatto aumentare notevolmente i rischi estremi per l'economia globale, con una probabilità conseguentemente maggiore che la crescita subisca un rallentamento. Inoltre, la volatilità sui mercati è chiaramente aumentata, generando speculazioni e turbolenze ma anche creando opportunità per i gestori attivi”.

 

Smith ricorda che la vasta maggioranza del mercato azionario statunitense non è direttamente penalizzata da un'esposizione alla Russia o all'Ucraina, e che l'esposizione complessiva dei ricavi dell'intero indice S&P 500 è stimata attorno all'1%. “Quindi, sebbene gli Stati Uniti partecipino alla risposta globale coordinata in termini di sanzioni, per il momento l'impatto sul mercato azionario è relativamente modesto, e non si prevede che la crisi possa incidere in misura significativa sugli utili societari. In effetti, continuiamo a prevedere una crescita degli utili attorno all'8%-12% per quest'anno”.

 

Pertanto, Smith ritiene che l'impatto del conflitto si manifesterà principalmente attraverso effetti secondari, come i prezzi energetici e le interruzioni delle filiere produttive. “È probabile che i prezzi dell'energia rimangano persistentemente elevati, pesando sui portafogli dei consumatori e determinando un rincaro dei fattori produttivi per alcune aziende, e anche i rischi di inflazione restano orientati al rialzo. Il rischio di ulteriori interruzioni delle filiere produttive, già colpite dalla crisi pandemica, rimane elevato, in quanto il conflitto acuisce i problemi delle catene di approvvigionamento. Ciò imprimerà ulteriore slancio al trend di diversificazione e rilocalizzazione delle filiere produttive”.

 

Alla luce di tale contesto gli aumenti dei tassi di interesse potrebbero essere più contenuti quest'anno, “ma crediamo che la Federal Reserve rimanga intenzionata a operare un primo rialzo a marzo” chiarisce il gestore. “Un aumento potenzialmente più moderato dei tassi dovrebbe favorire i titoli growth a lunga duration, che hanno già beneficiato della "fuga verso la sicurezza" e dell'annesso calo del rendimento dei Treasury a 10 anni, sceso dal 2% all'1,7%”.

 

Data la distanza che, a più livelli, separa gli Stati Uniti dalla Russia, Smith stima che l'impatto diretto sui portafogli sarà probabilmente limitato ai fattori sopra descritti; pertanto, l’asset manager non ha apportato alcun cambiamento ai portafogli come conseguenza diretta della guerra. “Nondimeno, continuiamo a monitorare il suo impatto sul contesto macroeconomico più ampio e le possibili ripercussioni sui temi di investimento e sui modelli finanziari per le società in portafoglio. Come già anticipato, non abbiamo modificato le nostre previsioni di utili bottom-up per quest'anno” chiarisce ancora il gestore.

 

La fuga verso i beni rifugio a cui stiamo assistendo è incentrata sul dollaro USA, e stiamo già elaborando modelli sull'impatto di posizioni nettamente più lunghe sulla valuta statunitense per le società in portafoglio” prosegue Smith. “La diffusione del contagio attraverso le banche europee colpite dalla crisi è un rischio, data la natura del sistema bancario mondiale, ma abbiamo già ridotto le esposizioni in quest'area. Il nostro vantaggio è poter fare leva sul nostro forte orientamento alla ricerca per individuare le società che riteniamo possano continuare a generare una crescita degli utili, che sarà un fattore cruciale in un anno caratterizzato da tassi di interesse in rialzo e da un minore supporto all'economia e ai prezzi degli attivi a livello più ampio” conclude il gestore.

 

 

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