Tempo di lettura: 2min

Inflazione, come proteggere i portafogli

4/6/2022 | Redazione Advisor

Le obbligazioni inflation-linked a breve termine costituiscono un investimento adeguato per catturare un carry generoso, limitando al tempo stesso l’esposizione alla duration. La view di AXA IM


Se la guerra in Ucraina ha fatto lievitare i prezzi di molte materie prime, l’inflazione era già diffusa ben oltre il ristretto ambito di alimentari e petrolio, con l’inflazione core ai massimi degli ultimi decenni in molte economie avanzate. Jonathan Baltora, head of sovereign, inflation and FX, fixed income, di AXA IM, ritiene che i bond legati all’inflazione rappresentino un comparto adatto a navigare l’attuale contesto. “Manteniamo un posizionamento lungo in obbligazioni inflation-linked a breve termine, e non crediamo che l’inasprimento monetario metta a rischio la strategia, favorita dai generosi redditi che produrrebbe un eventuale crollo del prezzo del petrolio” spiega Baltora.

 

L’esperto osserva che le previsioni d’inflazione sono soggette a continue revisioni al rialzo, e il momento del picco viene spostato in avanti nel tempo. “Se un anno fa si prevedeva che l’inflazione USA avrebbe raggiunto il picco del 3,5% nell’estate 2021, oggi ci aspettiamo che si avvicini al 9% entro l’estate del 2022. Le previsioni inflazionistiche sono cresciute nel corso di tutto l’ultimo anno, ma gli economisti di Bloomberg sono concordi nel considerare l’inflazione un fenomeno transitorio, e le loro previsioni per il 2023 sono in linea con i target delle banche centrali”.

 

In gran parte l’inflazione che vediamo oggi è legata al Covid. Se i nuovi lockdown in Cina potrebbero aumentarne la durata rispetto a quanto si era previsto, sono tre i fattori che secondo Baltora rischiano di far salire l’inflazione a medio termine, e la guerra in Ucraina non ha fatto che esacerbarli: primo, una spesa fiscale strutturalmente più elevata, anche non tenendo conto dell’aumento della spesa militare, secondo, la guerra commerciale e la rilocalizzazione della produzione e, infine la rivoluzione verde o “greenflation”.

 

Nonostante il rischio di un’inflazione più persistente e duratura di quanto previsto dagli economisti, il mercato sta prezzando una brusca decelerazione a partire dal 2023. Seppur convinti che l’inflazione rallenterà nella seconda metà dal 2022, c’è il rischio che questa decelerazione non sia così subitanea come si aspetta il mercato. “Gli inflation swap al momento scontano un ritorno dell’inflazione negli Stati Uniti e nell’Eurozona verso il target delle banche centrali a partire da fine 2023. A nostro avviso si tratta di una previsione ottimistica, a meno che l’economia non entri in recessione”.

 

“I dati mensili sull’inflazione, al momento estremamente elevati, si tradurranno in solide entrate per le obbligazioni inflation-linked. Per questo motivo – sottolinea Baltora - restiamo sovrappesati in linker a breve termine, che costituiscono un investimento adeguato per catturare un carry generoso, limitando al tempo stesso l’esposizione alla duration. Non crediamo che, in questa fase, la normalizzazione delle politiche monetarie rappresenti un grande ostacolo, poiché i rendimenti dovrebbero essere sufficienti a compensare il potenziale impatto negativo sui prezzi. Teniamo sotto stretto controllo i prezzi petroliferi che, in caso di crollo, spingerebbero al ribasso sia i rendimenti che l’inflazione” conclude Baltora.

Condividi

Seguici sui social

Advisor è la prima piattaforma interamente dedicata alla consulenza patrimoniale e al risparmio gestito con oltre 38.000 professionisti già iscritti


Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione


  • Leggi articoli esclusivi
  • Salva le tue news preferite
  • Partecipa ad eventi esclusivi
  • Sfoglia i magazine in anteprima

Iscriviti oggi!

Hai già un profilo? Accedi qui

Cerchi qualcosa in particolare?