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BCE più pessimista su inflazione e crescita. Le previsioni dei gestori

4/12/2022 | Daniele Riosa

La riunione del 14 aprile della Banca Centrale Europea è alle porte e c’è attesa per le decisioni che prenderà il consiglio direttivo


La riunione del 14 aprile della Banca Centrale Europea è alle porte e c’è attesa per le decisioni che prenderà il consiglio direttivo. Vediamo di seguito le previsioni dei gestori.

Konstantin Veit, portfolio manager european tates di PIMCO, sottolinea che “il mercato prevede due aumenti dei tassi di 25 punti base entro la fine di quest'anno; uno scenario ragionevole, a nostro avviso. Pensiamo che la BCE aumenterà il tasso di deposito e il tasso di rifinanziamento principale dello stesso importo, mantenendo invariato il corridoio dei tassi. Un inasprimento del corridoio ridurrebbe lo schema di incentivi incorporato nelle attuali operazioni di rifinanziamento a lungo termine e scoraggerebbe l'attività del mercato monetario più in generale. Tuttavia, in un contesto di abbondanti riserve in eccesso, il tasso di deposito rimane l'unico tasso di riferimento per i mercati monetari, una situazione che probabilmente non cambierà negli anni a venire, data l'enorme quantità di liquidità in eccesso nel sistema e l’assenza di piani di liquidazione del bilancio in essere”.

Nel breve e medio termine, il manager crede che l’istituto di Francorforte “punterà certamente a terminare gli acquisti netti di asset e a tornare a una politica di azzeramento dei tassi, con poche altre ambizioni. Nel medio-lungo termine, c'è ancora molta incertezza su dove potrebbe collocarsi un tasso di riferimento neutrale per la zona euro, ma qualsiasi livello significativamente superiore all'1% sembra meno plausibile in confronto ad altre giurisdizioni dei mercati sviluppati, come il Regno Unito o gli Stati Uniti. Attualmente il mercato prezza un ciclo di tassi d'interesse di 180 punti base, che potrebbe quindi suggerire una politica in territorio marginalmente restrittivo per la BCE”.

Andreas Billmeier, european economist di Western Asset (parte di Franklin Templeton), rileva che “anche se non ci saranno nuove previsioni macro, prevediamo che giovedì la BCE diventi nettamente più pessimista per quanto riguarda sia l'inflazione che l'attività economica. In particolare, riteniamo che il presidente Lagarde possa essenzialmente considerare gli scenari al ribasso delle previsioni di marzo come il nuovo scenario di base, con una crescita che dovrebbe scendere al di sotto del 3% quest'anno. Prevediamo inoltre che la Lagarde anticipi la pubblicazione dei dati sulle aspettative di inflazione del sondaggio venerdì, rilevando che le aspettative sono ora pari o addirittura leggermente al di sopra dell'obiettivo”.

“Sullo sfondo dell'escalation delle pressioni inflazionistiche, prevediamo un chiaro impegno a porre fine agli acquisti presto, ma non crediamo che in questa fase si impegnerà a terminarli entro la fine del secondo trimestre: questa sarebbe una sorpresa da falco. Sugli aumenti dei tassi, prevediamo che la Lagarde sarà vaga nell’indicare il crescente rischio al ribasso per la crescita, da valutare in modo più formale nella riunione di giugno”, conclude Billmeier.

Franck Dixmier, global cio fixed income of Allianz Global Investors, crede che "la BCE dovrebbe confermare la fine del programma di acquisto di asset (APP) per il terzo trimestre, e forse anche annunciare una data di fine specifica. Ci si aspetta anche che la BCE ribadisca la sua volontà di aumentare i tassi dopo la fine degli acquisti di asset. I mercati si aspettano due aumenti di 25 punti base prima della fine di quest'anno. Non ci si aspetta che la BCE annunci un calendario per questi aumenti, ma potrebbe indicare la sua volontà di fare di più se l'inflazione è più forte e persistente del previsto, il che continuerebbe ad alimentare la correzione al rialzo dei tassi della zona euro".

Annalisa Piazza, fixed-income research analyst di MFS Investment Management, prevede che "la BCE avvierà un graduale ciclo di rialzi nell'ultimo trimestre di quest'anno, poichè il Consiglio Direttivo è intenzionato a riportare i tassi in territorio leggermente positivo prima di un'altra recessione. Tuttavia, i rischi di frammentazione del mercato complicano la situazione generale, poiché il Consiglio Direttivo teme che rendimenti più elevati possano minare una trasmissione fluida in tutti i Paesi dell'Unione economica e monetaria. Si è riaperta la discussione su uno strumento per ridurre la frammentazione (anche perché alcune piccole economie periferiche sono attualmente gravemente colpite) ma crediamo che non verrà fatto alcun accordo né annuncio ufficiale questa settimana".

"In generale - conclude Piazza - ci aspettiamo che la BCE chiarisca che la flessibilità sarà una leva a cui ricorrere per evitare la frammentazione e, di conseguenza, l’impegno potrebbe andare oltre l'uso dei reinvestimenti PEPP. Nell'ultima settimana sono circolate voci su un nuovo strumento che la BCE potrebbe valutare per essere applicato in caso di una profonda frammentazione del mercato. Accogliamo con favore ulteriori iniziative della BCE per ridurre la frammentazione, ma non si può escludere una certa volatilità a breve termine".

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