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Reddito fisso, serve un approccio più attivo contro la volatilità

4/19/2022 | Redazione Advisor

Jon Mawby (Pictet AM): “I rischi sono particolarmente significativi per chi detiene titoli a più lunga scadenza come i fondi pensione”


“La recente impennata dei rendimenti obbligazionari ha colpito chi investe nel reddito fisso”. Jon Mawby, senior investment manager di Pictet Asset Management, spiega che “l'indice obbligazionario di riferimento, rispetto ai suoi massimi del 2021, ha già registrato perdite superiori al calo dell'11% circa avvenuto durante la crisi finanziaria globale del 2008. Per di più, questo tipo di volatilità non scomparirà a breve, anzi, nelle scorse settimane è aumentata in modo brusco. Gli investitori dovranno imparare ad approcciare gli investimenti nel reddito fisso in maniera diversa e più attiva”.

Il gestore sottolinea che “l'era delle politiche monetarie non convenzionali, che ha portato i rendimenti obbligazionari su livelli eccezionalmente bassi, sta volgendo al termine, in un contesto di inflazione elevata in buona parte del mondo. Ciò fa sì che per gli investitori le obbligazioni non siano più il rifugio sicuro che rappresentavano in passato. I rischi sono particolarmente significativi per chi detiene titoli a più lunga scadenza, una componente basilare per gli investitori istituzionali con passività a lungo termine, come i fondi pensione”.

“Le radici di questa complicata situazione - ricorda l’analista - risalgono a 30 anni fa. È stato un periodo di repressione finanziaria sempre più intensa, con le banche centrali che tenevano deliberatamente i tassi di interesse al di sotto del tasso di inflazione. Ciò non solo ha limitato in modo artificiale i rendimenti obbligazionari, ma ha anche portato ad avere cicli creditizi ed economici con alti e bassi molto meno pronunciati. Quando nel 2006 l'allora cancelliere britannico Gordon Brown dichiarò di aver messo fine all'alternarsi di cicli economici di espansione e contrazione, aveva in parte ragione. L'effetto collaterale dell'appiattimento di questi cicli attraverso politiche altamente interventistiche è stato però rappresentato da periodici picchi di volatilità particolarmente intensa. Tra questi ricordiamo il crollo del mercato azionario del 1987, la crisi economica e immobiliare in Giappone, lo scoppio della bolla tecnologica, la crisi del debito sovrano, la Grexit, il Covid. In tutti questi casi le banche centrali sono intervenute per ‘salvare’ i mercati, dando il via a cicli di volatilità causati da investitori che si muovevano tutti nella stessa direzione”.

“Un altro effetto collaterale della repressione finanziaria – prosegue il manger - è stato l'aumento della correlazione tra i mercati tradizionali del credito e le azioni, per cui si è ridotto il margine di errore degli investitori. Ciò significa che il profilo di rendimento futuro delle attività a reddito fisso non sarà così positivo come negli ultimi quattro decenni. Aggiungiamo a questo quadro picchi di volatilità periodici ed ecco che gli investitori si trovano davanti a uno scenario complesso”.

Quale dovrebbe essere l'approccio degli investitori nella selezione degli strumenti a reddito fisso e nella costruzione del portafoglio alla luce di questi drammatici cambiamenti? “Nel suo libro del 1998, Winning the Loser's Game (edizione italiana "Strategie senza tempo per investimenti di successo"), Charles Ellis ha offerto un approfondimento esaminando gli investimenti dalla prospettiva dello sport. La sua argomentazione è che gli atleti professionisti di successo sono generalmente sconfitti solo da chi ha capacità superiori. Al contrario, i dilettanti causano la propria sconfitta giocando male, come nel caso degli errori non forzati nel tennis. Allo stesso modo, gli investitori che avranno successo sono quelli in grado di evitare di commettere errori (come inseguire i rendimenti) pur riuscendo a sfruttare le opportunità che si presentano”.

Considerato il comportamento dei mercati negli ultimi tempi, “quello obbligazionario presenterà inevitabilmente molti altri periodi di intensa volatilità, accompagnati da pesanti flessioni dal picco massimo al minimo. È interessante notare che la volatilità delle obbligazioni è aumentata anche se quella dei mercati azionari è rimasta relativamente stabile: una condizione anomala che ha lasciato impreparata la maggioranza degli investitori. Anche se possiamo individuare i potenziali rischi futuri, non possiamo prevedere quale sarà il catalizzatore specifico. Ciò che possiamo fare è posizionarci in modo da beneficiare di questi eventi quando si verificheranno”.

“Nel decidere l'asset allocation - conclude Mawby - ciò significa comprendere cosa rispecchia il valore equo e quindi cercare di realizzare la maggior parte del rendimento totale disponibile, ma senza diventare avidi e inseguire inutilmente rendimenti”.

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