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Reddito fisso, quanto saliranno ancora i rendimenti?

5/9/2022 | Redazione Advisor

Anche se i rendimenti hanno registrato una crescita, sono ancora bassi, e basterebbe un ulteriore piccolo aumento per lasciare molti investitori in perdita. L’analisi di Schroders


Quanto saliranno ancora i rendimenti nel reddito fisso? I rendimenti dei titoli di Stato si sono alzati, con effetti per il mercato obbligazionario nel complesso. Tuttavia, secondo Duncan Lamont, cfa, head of strategic research, Schroders, la portata di tale aumento dipende dai punti di vista.

 

“Solo un piccolo ulteriore aumento dei rendimenti a lungo termine salverebbe gli investitori delle perdite, grazie a importanti cambiamenti nella struttura del mercato obbligazionario. Nonostante i rendimenti più alti, il loro cuscinetto contro le perdite è ancora sottilissimo. Ma le opportunità di valore relativo potrebbero spuntare altrove” osserva Lamont.

 

“In questo periodo, nel 2021, i Treasury USA a breve termine avevano un rendimento dello 0,1%; oggi tale valore è salito a 2,7%, dato che il mercato ha prezzato una serie di rialzi aggressivi dei tassi da parte della Fed. Anche i rendimenti dei bond a più lungo termine sono saliti, ma in misura inferiore, dal 2,1% al 3,1%. Tali dati fanno riferimento ai bond a 1-5 anni rispetto a quelli a più di 15 anni. Con gli spread del credito in aumento – prosegue l’esperto - i rendimenti dei bond corporate sono saliti ancora di più rispetto alle controparti governative. E anche i rendimenti del debito dei mercati emergenti (in valuta forte, in valuta locale e corporate) sono aumentati”.

 

Lamont sottolinea che una delle tendenze più importanti nei mercati obbligazionari negli ultimi decenni è stata la maggiore sensibilità dei prezzi ai movimenti dei rendimenti. “Nel 2008, se l'intera curva dei rendimenti Treasury si fosse spostata verso l'alto dell'1%, gli investitori avrebbero visto il valore di quegli investimenti cadere di circa il 5,6%. Oggi questa cifra sarebbe del 7%. Tale contesto è più preoccupante per gli investitori in obbligazioni a lungo termine, i cui prezzi sono più sensibili ai movimenti dei rendimenti, e lo sono diventati ancora di più”. Lamont fa  notare che questa sensibilità ha un effetto in entrambi i sensi. “Se i rendimenti dovessero calare, le obbligazioni a lungo termine sperimenterebbero un maggiore aumento di prezzo rispetto ad altre obbligazioni e a situazioni in passato”.

 

Tuttavia l’esperto evidenzia che anche se i rendimenti hanno registrato una crescita, sono ancora bassi. “Insieme alla maggiore sensibilità delle obbligazioni ai movimenti dei rendimenti, basterebbe un ulteriore piccolo aumento dei rendimenti per lasciare molti investitori in perdita. Questo è particolarmente vero per le obbligazioni a lungo termine. Basterebbe un aumento dello 0,2% dei rendimenti dei Treasury o un aumento dello 0,3% dei rendimenti delle obbligazioni societarie a lungo termine”.

 

Ma il forte aumento dei rendimenti a breve termine li rende ora una opzione interessante. I loro rendimenti sono aumentati di più, e ora c'è poca differenza tra i Treasury a breve e a lunga scadenza. “Il mercato ora sta prezzando in modo aggressivo una percentuale superiore al 70% di possibilità che la Federal Reserve aumenti i tassi di interesse di almeno il 2,5% entro la fine del 2022. Se questo non dovesse accadere, i rendimenti delle obbligazioni a breve termine più sensibili alle politiche potrebbero scendere, aumentando i loro prezzi”. Dall'altro lato dell'equazione, Lamont spiega che i rendimenti dovrebbero salire molto di più per far perdere soldi agli investitori. Rispetto alle obbligazioni a lungo termine e ai contanti, le opportunità di investimento per le obbligazioni a breve termine sono migliorate molto.

 

“Le obbligazioni societarie a lunga scadenza continuano ad avere un po' più di vantaggio su quelle a breve scadenza, ma è un vantaggio che si è ridotto considerevolmente” prosegue Lamont. “E, ai livelli attuali, le obbligazioni a più breve termine possono anche sopportare un aumento maggiore dei rendimenti prima di essere vulnerabili alle perdite. Così come l'high yield e il debito dei mercati emergenti, anche se comportano ulteriori rischi di credito e valutari”.

 

“Molti comprano obbligazioni a lunga scadenza per ragioni diverse dal rendimento; per esempio, i fondi pensione e le compagnie di assicurazione che gestiscono i rischi di responsabilità e gli investitori che sperano di ottenere una buona performance se l’azionario perde. Tuttavia – conclude Lamont - per coloro che sono più motivati dal rendimento e che sono disposti ad adottare un approccio più flessibile, le opportunità si stanno aprendo altrove”.

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