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Obbligazioni high yield contro l’aumento dei tassi

5/20/2022 | Redazione Advisor

Keiyo Hanamura di Capital Group spiega che “purché gli investitori riescano a far fronte alla volatilità a breve termine, possono generare ottimi rendimenti nel lungo periodo”


“Con le principali banche centrali all’opera per contrastare l’inflazione, i rendimenti obbligazionari hanno già scontato un inasprimento delle politiche monetarie”. Keiyo Hanamura, investment director di Capital Group, osserva che “negli Stati Uniti i rendimenti dei Treasury nel segmento a 10 anni della curva si trovano su livelli osservati l’ultima volta prima della pandemia alla fine del 2019, con gli investitori che scontano un aggressivo ciclo di rialzo dei tassi nel corso dei prossimi due anni. Nell’eurozona, invece, il rendimento dei Bund tedeschi a 10 anni è tornato prepotentemente in territorio positivo per la prima volta da tre anni a questa parte. Perfino in Giappone, baluardo di lunga data dei tassi d’interesse ultra-bassi, il rendimento del titolo decennale di riferimento ha raggiunto il proprio massimo degli ultimi sei anni mentre i mercati stanno cercando di testare il limite superiore del target stabilito dalla Bank of Japan”.

L’analista spiega che “sebbene ci troviamo solamente all’inizio del nuovo ciclo di rialzo dei tassi, sembra che i mercati stiano già sperimentando una certa volatilità; ciononostante, gli asset a reddito fisso continuano a fornire stabilità ai portafogli e nell’attuale contesto di mercato possono fornire notevoli benefici agli investitori. Le obbligazioni corporate investment grade tendono a essere quelle più legate all’andamento dei titoli di Stato, condividendone diverse caratteristiche importanti: duration elevata, alta qualità (ovvero un rating migliore) e fortissima liquidità. Esse possono offrire stabilità in momenti di crisi, dal momento che il crollo dei rendimenti dei titoli di Stato spesso compensa l’ampliamento degli spread creditizi (il rendimento aggiuntivo offerto dalle obbligazioni corporate rispetto ai titoli di Stato)”.

Inoltre, “in periodi di aumento dei tassi, tale rendimento aggiuntivo contribuisce a ridurre l’impatto delle minusvalenze: si tratta di un fattore importante quando il livello complessivo dei rendimenti è basso, specialmente per gli investitori alle prese con un potenziale aumento dei costi di copertura. Gli investitori con un orizzonte d’investimento più lontano e/o un’elevata tolleranza al rischio che intendano contrastare la volatilità con il reddito possono valutare l’investimento in obbligazioni a rendimento più elevato che per loro stessa natura sono caratterizzate da un più alto rischio di default. In contesti di avversione al rischio, in corrispondenza dei bruschi sell-off registrati dai titoli azionari, i loro spread creditizi possono subire un notevole ampliamento. Ciononostante, grazie al proprio carry elevato, le obbligazioni high yield sono anche in grado di riprendersi rapidamente e di continuare a fornire rendimenti più elevati, maggiori in alcuni casi di quelli azionari. Esse, inoltre, tendono a esibire una minore duration rispetto ai titoli investment grade. Tale caratteristica riduce in modo diretto l’impatto negativo dovuto al rialzo dei tassi. Tali titoli, poi, rappresentano un’asset class potenzialmente interessante in contesti di aumento dei tassi e, purché gli investitori riescano a far fronte alla volatilità a breve termine, possono generare ottimi rendimenti nel lungo periodo”.

“Infine - continua l’economista - tra le principali strategie applicabili al comparto obbligazionario annoveriamo quelle incentrate sul rendimento complessivo, che a differenza delle tradizionali, non si basano su un certo indice di riferimento ma puntano a raggiungere performance molto più consistenti. Nell’ambito di tali strategie i gestori possono agire rapidamente per proteggere il portafoglio e sfruttare potenziali dislocazioni. Essi, inoltre, possono scegliere la duration e il mix di asset che ritengano appropriati a seconda delle diverse condizioni di mercato. Poiché nel corso del ciclo di mercato le fonti di rendimenti obbligazionari possono variare, i gestori possono calibrare i rischi di conseguenza”.

“Tutto ciò premesso, sebbene le strategie incentrate sul rendimento complessivo possano offrire enormi benefici agli investitori nel corso di tutto il ciclo di mercato, per governare correttamente un tale portafoglio occorrono grandi competenze e una meticolosa gestione dei rischi”, conclude Hanamura.

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