S&P prevede condizioni sempre più difficili per il credito

Per gli analisti della società di rating, a pesare, sono l’aumento dell’inflazione, la guerra in Ucraina e la situazione Covid in Cina
20/05/2022 | Redazione Advisor

Il deterioramento delle condizioni macroeconomiche globali, unito all'accresciuta incertezza geopolitica e al persistente blocco del Covid-19 in Cina, alimenta un'inflazione persistentemente elevata, la volatilità dei mercati e l'aumento dei rendimenti e pone prospettive sempre più difficili per il credito, ha dichiarato oggi S&P Global Ratings nel rapporto "Global Credit Conditions Special Update: Inflation, War, And COVID Drag On", pubblicato su RatingsDirect.

"Per il momento, i rating del credito mostrano una certa resistenza, grazie a economie ancora ampiamente in crescita, a consumi sostenuti dai risparmi delle famiglie e a saldi di cassa aziendali da record", ha dichiarato Alexandra Dimitrijevic, responsabile globale della ricerca analitica e dello sviluppo di S&P Global Ratings. "Le azioni di rating a livello globale in aprile e maggio sono state equilibrate, al di fuori dei Paesi direttamente colpiti dal conflitto, e l'outlook bias netto, che parla di tendenze di rating lungimiranti, rimane vicino a neutrale. L'indice di sofferenza per i mutuatari statunitensi di grado speculativo, un indicatore delle tendenze future all'insolvenza, è in aumento ma rimane ben al di sotto della media quinquennale".

"I rating del credito potrebbero subire maggiori pressioni se la situazione dovesse persistere per più di uno o due trimestri, o deteriorarsi ulteriormente, dato che le famiglie lottano con il calo dei redditi reali e l'aumento dei prezzi dell'energia e dei generi alimentari, le imprese devono affrontare condizioni di domanda più deboli e l'erosione dei margini, e le condizioni di finanziamento si restringono. Le insolvenze potrebbero iniziare a crescere verso la fine dell'anno, in vista del 2023".

Il nostro aggiornamento intermedio sulle condizioni del credito fa seguito alle revisioni al ribasso delle previsioni macroeconomiche globali di base da parte degli economisti di S&P Global, che riflettono il fatto che le principali ipotesi di previsione probabilmente si realizzeranno su un periodo più lungo e saranno più dannose di quanto previsto in precedenza. Il conflitto tra Russia e Ucraina e le crescenti tensioni con la NATO si protraggono più a lungo del previsto. L'inflazione rimane ostinatamente alta, alimentata dai prezzi dei prodotti alimentari e delle materie prime. Le autorità cinesi stanno continuando a bloccare le principali città e regioni per arginare il Covid-19.

La Federal Reserve e le altre principali banche centrali stanno intensificando la lotta per contenere le pressioni inflazionistiche. Dal punto di vista del credito, questo rappresenta un cambiamento, in quanto le prospettive di credito diventano più difficili. Sebbene i timori diffusi relativi a scenari recessivi nelle economie avanzate non si siano finora concretizzati, essi rappresentano un crescente rischio di ribasso per la fine dell'anno e per il 2023, in particolare se la guerra in Ucraina si trascinase e si intensificasse o se le autorità faticassero a contenere la pandemia in Cina. La Fed sta anche cercando di contenere l'inflazione senza destabilizzare i mercati finanziari, minare la fiducia o innescare un atterraggio brusco per l'economia.

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