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Fattore chiave: diversificazione di portafoglio

5/25/2022 | Redazione Advisor

Carlo Benetti (GAM): “In questo contesto rischioso, la gestione oculata della liquidità è primaria e deve essere accompagnata dalla consapevolezza dell’erosione di valore causata dall’inflazione”


Sembra che gli anni entusiasmanti dell’interconnessione tra le aree più lontane del mondo cedano il passo a un tempo di fragilità globale. Stiamo entrando in una fase di cambiamento di regime, in cui le sfide si fanno tanto più indecifrabili quanto più aumentano i rischi geopolitici, le aziende si riposizionano su mercati più vicini e meno rischiosi, aumenta la sicurezza delle forniture ma parimenti aumentano i costi. E’ questa l’analisi di Carlo Benetti, market specialist di GAM (Itaia) SGR.

 

“L’aumento dei tassi d’interesse, l’inflazione elevata, la guerra in Ucraina e il rallentamento dell’economia cinese hanno colpito i mercati azionari, a peggiorare le cose si aggiunge la percezione dell’affievolimento della “Fed put”, la banca centrale americana sembra meno disposta a venire in soccorso dei mercati finanziari o, perlomeno, non prima di aver ripreso il controllo delle aspettative dell’inflazione più alta degli ultimi quattro decenni” osserva Benetti, secondo cui nessuno può dire cosa accadrà domani ma un paio di punti fermi, cercando di andare oltre la lettura superficiale, si possono mettere. Vediamoli in breve.

 

1. la prima considerazione è di natura economica: tutto gira attorno all’inflazione, le sue dinamiche non sono scritte sulla pietra e non sono rette da leggi naturali.  A fine 2021 un panel di 36 analisti del settore privato stimava l’inflazione a 4,9%, le previsioni dei banchieri centrali non sono state più precise. Il punto però non è esercitarsi nelle previsioni quanto evitare considerazioni affrettate. Negli Stati Uniti l’inflazione potrebbe essere vicina al picco, gli aumenti della misura core (al netto delle componenti alimentari ed energetiche, per loro natura volatili) hanno iniziato a rallentare. A marzo l’indice ha registrato un aumento mensile dello 0,3%, il ritmo più lento degli ultimi sei mesi. Le aspettative di inflazione a tre anni negli Stati Uniti sono scese al 3,7% a marzo.

 

2. Da questa considerazione deriva la seconda che è soprattutto un ammonimento: attenzione a quello che gli psicologi cognitivi chiamano “extrapolation bias”, la naturale tendenza ad amplificare quanto è accaduto più di recente, proiettare nel futuro i fatti più freschi nella memoria. È una distorsione cognitiva che rischia di ancorare il futuro a un presente cristallizzato.

 

“La correlazione spuria tra azioni e obbligazioni ha reso da tempo sub-efficienti i portafogli bilanciati tradizionali, “di voi che resta, antichi amori” potremmo mestamente fischiettare. Le classi di attivo tradizionalmente direzionali sono motori di performance nelle fasi di crescita ma sono specularmente vulnerabili nelle fasi di rallentamento o recessione o di rialzo dei tassi” spiega ancora Benetti.

 

“La scelta della liquidità deve essere accompagnata dalla consapevolezza dell’erosione di valore causata dall’inflazione. La diversificazione del portafoglio dovrebbe orientarsi verso strategie alternative liquide, strategie multi-asset a bassa volatilità, strategie per quanto possibile market-neutral, obbligazioni legate ai rischi assicurativi. Il valore non è nelle singole asset class ma nella diversificazione in sé” conclude lo strategist.

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