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USA, crescono i rischi di recessione

5/31/2022 | Redazione Advisor

Per gli esperti di J.P. Morgan AM “gli investitori che detengono portafogli diversificati dovrebbero prendere in considerazione la natura di protezione del reddito fisso, soprattutto ora che siamo più vicini al valore equo”


“Negli Stati Uniti la crescita decelera, frenata da una contrazione del reddito reale che pesa sull’attività economica”. Nel Bond Bulletin, il global fixed income, currency and commodities group di J.P. Morgan Asset Management, spiega che “di questa settimana esamineremo se questa tendenza sia destinata a proseguire e se una recessione sia inevitabile”.

Gli analisti rilevano che “nel 2022 le condizioni finanziarie negli Stati Uniti si sono fortemente inasprite sulla scia di un’inflazione rampante che ha accentuato le pressioni sui costi, sia per le aziende sia per le famiglie. Sebbene tali condizioni siano una conseguenza tipica del maggior rigore monetario, il costo del denaro è cresciuto molto più rapidamente di quanto non sia accaduto negli ultimi quattro cicli di rialzo dei tassi. La velocità con cui sono state attuate le misure di inasprimento riflette probabilmente il maggior livello di inflazione che ha costretto le Banche Centrali a intervenire più celermente rispetto agli ultimi cicli. Tutto ciò trova riscontro nei dati economici. L’attività del mercato immobiliare ha subito una flessione in seguito all’aumento dei tassi sui mutui ipotecari e gli indici anticipatori sono calati rapidamente nel mese di maggio al pari degli indici dei responsabili degli acquisti sia del settore manifatturiero che dei servizi”.

Anche il mercato del lavoro, “che negli ultimi anni è stato un solido pilastro per la crescita, mostra i primi segni di debolezza. La regola di Dudley, che è un indicatore degli scenari economici recessivi, mostra che l’economia tende a entrare in recessione ogni volta che il tasso di disoccupazione nazionale ponderato per la popolazione di riferimento sale dello 0,3%. Al momento, non abbiamo ancora raggiunto questo livello ma ci stiamo avvicinando. Complessivamente, non sembra che i dati economici indichino che siamo già in territorio recessivo. Tuttavia, sicuramente l’andamento dei dati suggerisce che il quadro della crescita comincia a mostrare qualche crepa”.

“Per tutto il 2022 - continuano gli esperti - le azioni e le obbligazioni hanno avuto una correlazione positiva, annullando la consueta diversificazione che accompagna il reddito fisso. Entrambe le classi di attivo hanno perso terreno in quanto la crescita dell’inflazione ha comportato un maggiore inasprimento della politica monetaria. Secondo i nostri modelli quantitativi, i Treasury si stanno avvicinando ad un valore, il che indica che la correlazione può modificarsi e che i mercati del reddito fisso cominciano a stabilizzarsi. Sebbene sia scontato che la Federal Reserve (Fed) continui a innalzare i tassi nel 2023, il livello implicito dei tassi d’interesse si è appiattito e comincia addirittura a calare a fine 2023, segnalando ancora una volta che il mercato prevede un contesto recessivo e che le Banche Centrali potrebbero essere costrette a ripristinare una politica monetaria espansiva”.

“Il posizionamento sulle scadenze - prevedono i gestori - suggerisce che il mercato, pur continuando a mantenere un orientamento di duration breve, si sta avvicinando a una posizione di duration neutrale. Riteniamo che, prima di scommettere sulla duration, gli operatori aspetteranno che i rialzi producano i loro effetti a livello sistemico e cercheranno di capire quando si potrebbe concludere il ciclo di rialzi della Fed. È importante ricordare che le Banche Centrali, che sono state tra i maggiori acquirenti di titoli obbligazionari nel mercato, riassorbiranno la liquidità mediante l’inasprimento quantitativo. Inoltre, vi è la possibilità che una politica fiscale più espansiva faccia aumentare l’offerta contestualmente alla necessità, per i governi, di confrontarsi con l’aumento del costo della vita. Un calo della domanda e un aumento dell’offerta penalizzeranno notevolmente i mercati del reddito fisso”.

Cosa significa per gli investitori obbligazionari? “Indubbiamente la crescita sta rallentando, ma non siamo ancora in territorio recessivo. Finché non si capirà quando potrebbe finire il ciclo di inasprimento monetario o quando potrebbe iniziare la fase recessiva manterremo una duration breve nei nostri portafogli. Se davvero si profila una recessione all’orizzonte, gli investitori che detengono portafogli diversificati dovrebbero prendere in considerazione la natura di protezione del reddito fisso, soprattutto ora che siamo più vicini al valore equo”.

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