Il settore agroalimentare offre opportunità d'investimento interessanti e l’innovazione gioca un ruolo chiave nell’incrementare il livello di sicurezza. Parola di Marco Gaiani (in foto), gestore del fondo di Venture Capital LINFA di Riello Investimenti Partners SGR, che ci illustra le strategie di investimento e gli obiettivi del fondo.

 

Quali sono le tecnologie che possono contribuire ad aumentare il livello di sicurezza nella filiera alimentare?

La sicurezza è definibile in diversi modi. Filiere più robuste, più resistenti al global warming, meno resource intensive, sicurezza di ciò che mangiamo e così via. Diciamo che in tutte queste accezioni l’innovazione può giocare un ruolo importante. Dal lato dell’offerta pensiamo ad esempio all’agricoltura di precisione (smart farming), che grazie alla combinazione di sensori di diversa natura e di sistemi di intelligenza artificiale permette di ottimizzare i fattori produttivi (acqua, fertilizzanti, pesticidi) per ottenere più produttività e prodotti più sani. Anche la produzione di proteine alternative - il settore in questo momento più “caldo” in termini di investimenti del foodtech mondiale - è molto promettente. La produzione di proteine di origine animale è notoriamente inefficiente e genera circa il 15% dei gas serra mondiali (il food system nel suo insieme pesa per più del 30%). La prima generazione di prodotti sostitutivi delle proteine animali è già sugli scaffali della GDO, di solito a base di legumi, ma la rivoluzione delle proteine alternative è in atto, coinvolge non solo il consumo di carne ma anche di uova, pesce, e latticini, e conterà entro il 2035 tra il 10 e il 20% dei mercati di riferimento. La terza tecnologia “supply side” è infine la coltivazione idroponica. Come lo smart farming permette di produrre con un maggior controllo dei fattori produttivi. In più, consente di produrre ovunque, veramente a KM0, dato che non richiede l’utilizzo di terreni. Se poi vogliamo parlare di sicurezza di ciò che mangiamo, dal lato del consumatore quindi, ci sono molte soluzioni che aiutano la tracciabilità del cibo, con gradi diversi di complessità dei device e delle tecnologie (blockchain).

 

Cosa pensa dell'industria italiana del venture capital? Quali azioni sono necessarie per il suo sviluppo?

Sono molto ottimista. Restiamo indietro rispetto ai grandi paesi europei, ma gli ultimi anni hanno visto una crescita impressionante. La soglia psicologica del miliardo di investimenti superata nel 2021 rappresenta una bella prova di maturità. Resta molto da fare e da parte di tutti gli attori: le Istituzioni attraverso le politiche fiscali e gli investimenti, possibilmente in fondi privati e non diretti e le corporation attraverso programmi di open innovation che siano strutturati e non mere occasioni di PR. Credo infine ci sia molto bisogno di aiutare le startup a diventare grandi, investendo quindi nei round A, B e C. Qui c’è l’opportunità più grande, mentre cominciamo ad avere una discreta rete di incubatori, acceleratori e business angel a supportare le fasi iniziali di sviluppo delle start up.

 

Può spiegarci di preciso la strategia di investimento del fondo? Quali obiettivi volete raggiungere?

Linfa Ventures si focalizzerà su startup e scale-up che innovino la filiera della produzione agroalimentare. Abbiamo una pipeline molto ricca di opportunità su diverse verticali, sia BTC che BTB. Investiremo all’ 80% in Italia e per il resto in Europa e Israele, su aziende che abbiano un business model market proven e una significativa generazione di cash flow, e che abbiano appunto bisogno di capitali e competenze per compiere il definitivo salto di scala.