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La lunga estate calda sui mercati

7/8/2022

L’inflazione e le materie prime aggiornano costantemente i nuovi massimi e, in questo contesto, gli investitori non devono perdere una visione di lungo periodo e lasciarsi condizionare dalle emozioni del momento. Il commento di GAM


L’inflazione e le materie prime aggiornano costantemente i nuovi massimi, e in questo contesto, gli investitori non devono perdere una visione di lungo periodo e lasciarsi condizionare dalle emozioni del momento. Fasi come questa costituiscono un robusto test comportamentale che tempra le competenze e mette a prova la virtù della pazienza. E’ la view di Carlo Benetti, market secialist di GAM (Italia) SGR.

 

“Nella lunga estate calda dei mercati scende quello che è salito grazie all’ondata di liquidità delle banche centrali, è questa la grande differenza con le crisi del passato, quando il “boom and bust” riguardava singoli settori che generavano effetti aloni anche ampi ma che lasciavano illesi alcuni settori o aree. Oggi è diverso, la marea ha fatto salire tutte le barche, ora che si ritira tutte le barche tornano a scendere” osserva Benetti.

 

Nell’ultima settimana del semestre c’è stata una certa ironica simmetria, i listini sono stati negativi come il semestre che hanno chiuso. “Per l’indice S&P 500 la performance di questi sei mesi è stata la peggiore dal 1970, il Nasdaq registra perdite attorno al 30%, il Bitcoin è crollato di quasi il 60% e ripiega in disordine nelle “valli che aveva disceso con orgogliosa sicurezza”. Non è andata meglio ai mercati obbligazionari, si sgonfiano i prezzi spinti in alto dai rendimenti negativi, i Treasury sono sotto dell’11%, i Bund tedeschi e gli altri decennali dell’Eurozona perdono tra il 12% e il 13%”.

 

Secondo Benetti “la gran parte dei risparmiatori o, perlomeno, la gran parte di quei risparmiatori con qualche competenza finanziaria o assistiti dalla consulenza professionale, tende a sopportare con buona grazia i rovesci dei listini azionari, sanno che nel breve termine i guadagni di borsa sono come “il tesoro dei folletti, ora rugiada dell’aurora, ora lacrime”, come scriveva José de la Vega nel 1688. Risultano però meno comprensibili, e sopportabili, le sottoperformance nella componente obbligazionaria che ha vanificato gli effetti della diversificazione”.

 

Tutto gira attorno all’energia, “l’inflazione è guidata dall’aumento dei prezzi di gas e petrolio, a loro volta funzione della guerra e dei nuovi equilibri globali. Per quanto imprevedibili siano i fattori politici, noi non attribuiamo molte probabilità all’ipotesi che l’inflazione “potrebbe terminare molto bruscamente” e neppure che “la vera inflazione potrebbe non essere ancora emersa” come ha scritto un analista. Pensiamo che nel lungo termine la crescita tornerà ad avanzare a tassi modesti nell’ipotesi della “stagnazione secolare”. Sarà la debolezza dell’attività economica a stemperare l’inflazione” precisa Benetti.

 

Ma anche in uno scenario cupo lo strategist fa notare che non mancano segnali positivi. “Nell’eurozona l’inflazione di fondo, che esclude i prezzi più volatili dell’energia e dei generi alimentari, ha registrato in giugno un lieve rallentamento al 3,7%. E se l’inflazione in Spagna e in Italia è stata sopra le attese, in Germania ha sorpreso favorevolmente grazie ai trasporti pubblici meno costosi e al taglio delle tasse sui carburanti. Negli Stati Uniti il tasso di breakeven a 5 anni, a marzo a 3,5%, è ora attorno a 2,6%. I mercati condizionano le performance dei portafogli ma è aperto il dibattito su quanto esse siano condizionate soprattutto dalle emozioni”.

 

Nel breve termine le fasi negative comportano perdite dolorose ma, sottolinea Benetti, “se si pensa al ritiro della marea, si pensi che è in corso la rivalutazione dei flussi di cassa futuri, i valori fondamentali delle società non cambiano, nel lungo periodo i mercati azionari restano la bilancia che pesa il reale valore delle società. In definitiva, fasi come questa costituiscono un robusto test comportamentale, il “crogiuolo del dolore” che tempra le competenze e mette a prova la virtù della pazienza”.

 

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