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SDGs, l'Italia non brilla nella classifica di Amundi

7/8/2022 | Redazione Advisor

Secondo lo studio condotto dall’advisory board Italia della società, lo Stivale è tra i peggiori per parametri economici, occupazione e istruzione. Sanità e alimentazione sono invece due eccellenze


Il Next Generation EU e il rispettivo Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sono entrati nel vivo della fase implementativa in un contesto caratterizzato da forti tensioni internazionali, che mette ulteriore urgenza all’implementazione di misure di supporto a inclusività e transizione verde. La crisi internazionale in Ucraina ha infatti impatti importanti sul tessuto sociale europeo, causati dalla forte spinta inflattiva su beni alimentari ed energetici e dal grande numero di migranti scappati dal conflitto; nonché sulla transizione verde, che acquisisce una dimensione non solo ambientale e climatica, ma anche una nuova connotazione strategico-competitiva.

Quali, più nel dettaglio, gli impatti di questo nuovo contesto geopolitico sull’Italia e sul percorso di implementazione di Next Generation EU e PNRR? Si è discusso di questo durante la terza edizione del Forum dell’Advisory Board Amundi Italia organizzato da The European House – Ambrosetti, tappa finale di un percorso di riflessione la cui ultima edizione è iniziata a novembre 2021. L’evento è stato anche l’occasione per presentare i risultati dell’Amundi Sustainable Future Indicator, elaborato da The European House – Ambrosetti con l’obiettivo di analizzare, in chiave multidimensionale, l’impatto del Next Generation EU su società, ambiente ed economia europee, in sinergia con il quadro metodologico dei Sustainable Development Goals delle Nazioni Unite. Elaborato nel contesto di ripresa post pandemica, l’indicatore risulta oggi un prezioso strumento per prevedere gli ambiti socio-economici-ambientali maggiormente impattati dalla crisi in Ucraina. 

Nella classifica dell’Amundi Sustainable Future Indicator, l’Italia risulta 24esima sui 27 Paesi membri dell’Unione Europea, davanti alla sola Grecia, Romania e Bulgaria. L’Italia ha una performance particolarmente deludente in campo economico: 26° nel SDG 8, “buona occupazione e crescita economica”, 24° nel SDG 9 “industria, innovazione e infrastrutture” e 25° nel “SDG 17 “Partnership per gli obiettivi”. Il Paese fa inoltre male nel SDG 4, quello legato all’istruzione, un SDG che più di altri può essere considerato una proxy per misurare il successo futuro di un Paese. Nondimeno, l’Italia ha alcune eccellenze su cui costruire: si posiziona al 3° posto in Europa nel SDG 2 “sconfiggere la fame”; al 5° nel SDG 3 “salute e benessere”; al 2° nel SDG 12 “consumo e produzione responsabili”.

L’indicatore nasce dall’esigenza di misurare il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza non solo in termini di avanzamento rispetto alla tabella di marcia concordata con la Commissione, ma anche rispetto agli impatti concreti sul tessuto economico ambientale europeo. Visti gli obiettivi di transizione verde, digitalizzazione e inclusione che si pone il Next Generation EU, il semplice PIL ne risulterebbe una metrica inadeguata alla misurazione, e risulta invece necessario dotarsi di uno strumento analitico più completo e raffinato. L’indicatore utilizza quindi come chiave di lettura multidimensionale quella dei 17 SDGs, che rappresentano un elemento di programmazione economico-sociale di lungo periodo dell’Unione Europea e della comunità internazionale, nonché un impianto metodologico consolidato.

Valerio De Molli, managing partner e ceo, The European House – Ambrosetti, ha dichiarato: “Il PNRR si pone l’obiettivo non solo di accelerare la ripresa post-pandemica dell’Italia e dell’Europa, ma anche e soprattutto di accelerare la transizione verde, la digitalizzazione e l’inclusione sociale del Paese. In questo senso, il suo successo non può essere catturato da semplici variabili numeriche come il PIL, né dalla semplice tabella di marcia di avanzamento. Per questa ragione, con Amundi abbiamo lanciato il Sustainable Future Indicator, uno strumento analitico per misurare nel medio periodo gli impatti del PNRR e delle altre politiche pubbliche sulla società italiana ed europea, identificando con precisione progressi ed eventuali rallentamenti sulla strada delle transizioni gemelle e supportare le scelte di policy ed investimento. Uno strumento, crediamo, sempre più prezioso in un contesto internazionale che, con i suoi impatti inflattivi ed energetici, rischia di segnare un nuovo ed inaccettabile aumento delle disuguaglianze”.

Cinzia Tagliabue (in foto), head of international partner networks division di Amundi e ceo di Amundi SGR, ha affermato: “Giunti alla terza edizione del nostro Advisory Board con The European House - Ambrosetti, abbiamo voluto proseguire nell’impegno inaugurato nel 2019 nella direzione di un’analisi e di una riflessione focalizzate sull’Italia, un mercato strategico nel quale siamo presenti da decenni, culminato con la creazione di un indicatore che possa essere utile a individuare aree di eccellenza e di miglioramento del nostro Paese, specie in questo momento storico cruciale. Delle diverse soluzioni metodologiche possibili, la scelta di legare l’Amundi Sustainable Future Indicator ai 17 SDGs dell’ONU rappresenta una chiara indicazione della nostra determinazione a porre la sostenibilità, nelle sue più ampie accezioni, alla base della nostra attività e delle nostre proposte, perché convinti del suo ruolo propulsore per l’economia e la collettività”.

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