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Lo spettro della recessione si allontana anche grazie alla Cina

7/12/2022 | Daniele Riosa

Maria Paola Toschi (J.P.Morgan AM): “Le valutazioni dei titoli azionari growth continuano a subire venti contrari: per questo consigliamo un approccio difensivo orientato sul value”


Rallentamento della crescita ma nessuna recessione nei Paesi sviluppati. E’ in estrema sintesi, l’outlook degli ultimi sei mesi del 2022 presentato alla stampa da Maria Paola Toschi, managing director di J.P. Morgan Asset Management. Questo scenario di riferimento, che ha il 50% delle probabilità di realizzarsi, è sostenuto da numerosi fattori: a cominciare dalla ripartenza cinese dopo i recenti lockdown dovuti alla recrudescenza della pandemia.

Come prevede Toschi “gli indicatori di tendenza di Pechino sono ripartiti e il Paese sta approntando un strategia di rilancio del credito anche attrravesro l’emissione di special bond per i piani infrastrutturali. La classe media ha davanti a se importanti opportunità di crescita e, cosa da non sottovalutare, l’inflazione è sotto controllo e si attesta tra il 2,5 e il 3%. Ricordo che un clima favorevole di crescita del Paese asiatico contribuisce a circa il 25% della crescita globale”.

Alla crescita cinese si aggiunge “il supporto fiscale e a un ritmo più graduale dell’inasprimento monetario da parte delle banche centrali nella seconda metà dell’anno. Ma c’è anche il mercato del lavoro a infondere fiducia con “il tasso di disoccupazione ai minimi storici sia in Europa sia negli Usa”. Per la manager “il contesto attuale è molto diverso da quello degli anni ’70: i tassi sono decisamente più bassi così come l’inflazione”. Proprio quest’ultima dovrebbe “raffreddarsi anche se persisterà al di sopra degli obiettivi fissati dalle banche centrali, ma con il raffreddamento dell’attività economica e i tassi di inflazione primaria in calo tendenziale da livelli elevati. I tassi d’interesse aumenteranno più gradualmente rispetto alle aspettative di mercato correnti, attenuando i timori di una recessione indotta dalle banche centrali”.  

Certo, la guerra in Ucraina continua e le ricadute possono esserre dirompenti. Per questo, come precisa la manager, “un'ulteriore escalation della guerra tra Russia e Ucraina rimarrà un rischio estremo fondamentale. Una soluzione negoziata del conflitto sembra sempre più improbabile. Se da un lato il divieto dell’Europa di importare petrolio russo può costringere Mosca a un ripensamento, dall’altro Putin potrebbe avviare ritorsioni limitando l’approvvigionamento di gas all’Europa. Se ciò accadesse, le conseguenze economiche per l'Europa sarebbero gravi. Eppure, anche in assenza di un’ulteriore escalation, gli alti prezzi del gas suggeriscono che le famiglie europee si troveranno ad affrontare costi dei servizi pubblici più elevati il prossimo inverno. L’impatto sulla domanda dei consumatori dipende
da quanto i ministri delle finanze saranno disposti
a sostenere i redditi delle famiglie. È una situazione difficile per il presidente Biden, il cui piano per ulteriori spese ha incontrato una significativa opposizione all’interno del suo stesso partito. Questa mancanza di supporto potrebbe aumentare il rischio che Biden perda il controllo di entrambe le camere nelle elezioni statunitensi di metà mandato a novembre, il che ridurrebbe la sua capacità di promulgare leggi durante il periodo rimanente del suo mandato. Il Regno Unito ha recentemente annunciato un ulteriore significativo piano di aiuti da parte del governo, destinato in particolare alla fascia più bassa di reddito e mirato ad attenuare l’aumento delle bollette energetiche. Anche in Europa sono state annunciate varie misure di sostegno. La domanda principale è se i piani di aiuti già annunciati e quelli che potrebbero seguire si riveleranno sufficienti”.

Passando ai mercati azionari, “si dovrebbero stabilizzare e poiché quelli principali hanno già registrato una flessione a due cifre, un ulteriore calo significativo degli attivi rischiosi non costituisce il nostro scenario di base. Gli utili societari nei mercati sviluppati dovrebbero crescere moderatamente nel 2022, anche se molto meno rispetto alle aspettative attuali, e la resilienza dei margini sarà fondamentale per l’andamento dei prezzi delle azioni. Le valutazioni dei titoli azionari growth continuano a subire venti contrari: per questo consigliamo un approccio difensivo orientato sul value”.

Sul fronte obbligazionario “dopo un difficile inizio anno, adesso i rischi per i prezzi dei titoli di Stato sono più equamente bilanciati e le obbligazioni possono offrire un certo livello di diversificazione del portafoglio negli scenari negativi più estremi”.

Toschi prevede che “fino a quando l’inflazione non scenderà, gli investitori continueranno a preoccuparsi per la stagflazione. Alternative come le infrastrutture core e gli immobili, nonché i titoli azionari che offrono dividendi alti e resilienti, sono relativamente attraenti in questo contesto difficile”. Lato valute, “il contesto continua a favorire la forza del dollaro”.

L’ultimo capitolo è dedicato all’Italia. La managing director di J.P. Morgan Asset Management, vede delle criticità “nel debito pubblico e nella disoccupazione giovanile e femminile, ma il quadro è meno negativo rispetto al passato grazie a un sistema bancario più solido, ad una politica riformista legata la Recovery Fund e ad un tessuto sociale abbastanza solido”.

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