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Rovelli (BlackRock): "I rischi sono maggiori in Europa"

7/13/2022

Nel consueto “mid year outlook”, lo strategist illustra lo scenario macro e la view sulle varie asset class: troppo presto per ricomprare azioni, meglio il credito di alta qualità.


Nel consueto “mid year outlook”, lo strategist illustra lo scenario macro e delinea la view di BlackRock sulle varie asset class. Focus su energia, materiali di base e obbligazioni investment grade.

 

Nel corso dell’ultimo mezzo secolo performance negative annuali sia dell’azionario sia dell’obbligazionario si sono verificate solo due volte (nel 2015 e nel 2018), oltre che chiaramente nel primo semestre di quest’anno. Il sell off di questa prima metà dell’anno segna la fine della cosiddetta “grande moderazione”, fatta di bassa volatilità sia della crescita economica sia dell’inflazione, che ha supportato il bull market di azioni e bond.

Dovremo ora reimparare a convivere con una volatilità più alta, con l’inflazione, e con la transizione net zero: tre temi che guideranno il prossimo futuro. È il messaggio che arriva da Bruno Rovelli (nella foto), Chief Investment Strategist di BlackRock Italia in occasione del consueto “mid year outlook”.

 

Volatilità. Il mondo negli ultimi anni è stato governato dalla domanda, e l’ingresso della Cina ha incrementato ulteriormente questa situazione. L’inflazione sale quando sale la domanda e viceversa, quindi le banche centrali, muovendo semplicemente la politica monetaria, sono finora riuscite a perseguire obiettivi sia di crescita sia di inflazione. “Negli ultimi 30 anni siamo andati avanti così, con una bassa volatilità macroeconomica che si è tradotta in bassa volatilità dei mercati” commenta Rovelli.

Ora però il mondo è dominato dall’offerta: l’economia post covid genera difficoltà nel garantire catene globali, la transizione net zero porta a scarsità dell’offerta energetica, dato che l’accelerazione delle rinnovabili non basta a pareggiare l’offerta. Quindi la banca centrale ha solo uno strumento e deve scegliere se stabilizzare inflazione oppure la crescita economica. Al momento le banche centrali privilegiano il controllo dell’inflazione a scapito della crescita, ma non è detto che sia così ancora a lungo. “Non dimentichiamo che sei mesi fa l’inflazione era temporanea nello storytelling delle banche centrali - ricorda Rovelli - Nel frattempo, però, se sale la volatilità, allora porta un maggiore premio al rischio sia su azioni sia sui bond, quindi non siamo in fase buy the dip dato che le valutazioni si sono abbassate”.

 

Inflazione. Le banche centrali pensano di riportare l’inflazione sui loro obiettivi con sacrifici economici contenuti. “Per noi, tra sei nove mesi riconoscono un trade off tra i due distinti obiettivi e quindi il sacrificio diventa importante – prosegue il manager di BlackRock - Si manifesterà per prima in Europa, dato che la crescita è debole, e in autunno peggiorerà. I dati che potrebbero confermare la recessione in Europa potrebbero arrivare per l'ultimo trimestre 2022 e il primo del 2023”. Quindi la prima banca centrale a dover scegliere sarà la BCE. “L’impressione è che ci sarà un nuovo pivot, le banche riconosceranno che il sacrificio è troppo alto e quindi accetteranno un livello di inflazione più alto – puntualizza Rovelli – Il tema, dal punto di vista finanziario, quindi diventerà più positivo nei prossimi mesi e porterà cambiamenti più frequenti a livello di asset allocation”.

 

Transizione net zero. La transizione accelera, soprattutto in Europa, ma mancano alternative chiare alla dipendenza energetica. Gli incentivi per investire in energie fossili sono contenuti, e inoltre vi sono limiti fisici per le infrastrutture per energie alternative. Serve quindi guardare non solo alle società a basse emissioni, ma anche a quelle che stanno migliorando la propria impronta carbonica, a partire dalle materie prime di base (senza cui non si fa transizione). Del resto, la transizione non è lineare e non si fa con un semplice switch da fossili ad alternative, ma è un processo di lungo periodo, con necessità di passaggi e di capitali.

Basta guardare al caso europeo, continente non energeticamente indipendente. Il peso dell’energia è così passato, in rapporto al PIL, dal 2% di un anno fa al 10% attuale; anche negli Usa è aumentato, ma vale ora poco più del 5 per cento. “In Europa quindi la recessione è molto difficile da evitare, ma non dimentichiamo che non è solo un discorso di due trimestri negativi consecutivi, significa anche un aumento dei fallimenti, della disoccupazione, ecc.” ricorda Rovelli.

 

Cina. Il Paese non ha inflazione - è all’1% - e i policymaker stanno facendo politiche quantitative, ricorda Rovelli. Quindi dal punto di vista macroeconomico è interessante, e ha un ciclo di almeno 12 mesi pur scontando la volatilità dovuta alla politica di zero covid. L’obiettivo è superare il prossimo congresso del partito e con la fine dell’anno arrivare allo switch da una politica zero covid a una simile a quella degli altri paesi.

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