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La crisi di governo spaventa i mercati. I commenti dei gestori

7/14/2022 | Daniele Riosa

La frammentazione politica è vissuta negativamente dalle piazze finanziarie e può aggravare un quadro in cui una politica monetaria in restrizione tende ad impattare negativamente, soprattutto sui Paesi più deboli come l'Italia


La crisi di governo imperversa e le prossime ore saranno decisive per capire che sorte toccherà all’esecutivo guidato da Mario Draghi. In queste ore di incertezza, i gestori dicono la loro sulla situazione politica italiana. Vediamo alcuni commenti.

Dave Chappell, fixed income senior portfolio manager di Columbia Threadneedle Investments, sottolinea che “il movimento degli spread non è stato particolarmente ampio da quando si è diffusa la notizia della potenziale crisi. Ciò potrebbe essere dovuto alla riluttanza degli investitori a vendere titoli governativi italiani, in vista di quello che, a quanto si dice, potrebbe essere un forte strumento anti-frammentazione a completamento dell'attuale flessibilità del programma di reinvestimento PEPP della BCE. I membri del comitato sono stati chiari sul fatto che la Banca Centrale utilizzerà tutti gli strumenti disponibili per sostenere i mercati sovrani e mantenere la regolare attuazione della politica monetaria. Ciò però non significa necessariamente che la BCE sia pronta a intervenire per stabilizzare gli spread nel caso di un sell off autoinflitto e guidato dalla politica. È probabile poterci aspettare una recessione nei prossimi mesi mentre la BCE cerca di combattere un'inflazione difficile da controllare, se non rallentando l’economia. Le prospettive sono tutt'altro che positive”.

Secondo Neil Mehta, portfolio manager di BlueBay Asset Management, “le frizioni tra il leader dei 5 Stelle Conte e il premier Draghi sono arrivate al culmine dopo settimane di scontri all'interno del governo di unità nazionale. Se i 5 Stelle di Conte boicotteranno un voto cruciale del governo su un decreto per un pacchetto di aiuti da 26 miliardi di euro, la minaccia di elezioni anticipate nel corso dell'anno aumenterà, mentre Draghi e il presidente della Repubblica si affanneranno a stabilire se l'attuale governo di unità nazionale ha ancora una maggioranza funzionante o meno. Riteniamo che, sebbene le probabilità di elezioni anticipate siano aumentate nel corso dell'ultima settimana, rimangano ancora uno scenario improbabile. L'Italia è già riuscita a evitare due volte le elezioni anticipate durante il governo Conte II e l'attuale governo Draghi, e con le elezioni a soli nove mesi di distanza, c'è tutto l'interesse a cercare di mantenere la maggioranza di governo fino ad allora. L'Italia continua a dover affrontare, come gran parte dell'Europa, le sfide derivanti dall’aumento del costo della vita, dall'energia, dal Covid e dall'alta inflazione. Molto dipende da Mario Draghi. Speriamo che il premier dia segnali di un nuovo ‘whatever it takes’ per portare i cittadini dalla sua parte, come ha fatto con i mercati durante la crisi europea del debito sovrano. Purtroppo, ultimamente non sembra molto fiducioso nel suo ruolo di Primo Ministro. Le sue spalle sono gravate dall'assenza di un sostegno massiccio alla sua politica antirussa e dalle difficoltà legate alla crescita e ai flussi di gas. Putin continua a tirare gli stessi fili per frammentare l'Europa e questo potrebbe giocare a suo favore”.

Michele Morra, portfolio manager di Moneyfarm, constata che “il fattore che influisce più pesantemente sui mercati è l'esposizione ai titoli del settore bancario, che soffrono per l’ampliamento degli spread delle obbligazioni italiane e l’appiattimento della curva dei tassi di interesse. Ma sicuramente i mercati azionari sono sempre condizionati anche da fattori globali e il FTSE MIB, in particolare, sta scontando tra gli altri fattori anche il crollo del prezzo del petrolio e dei titoli energetici. Sul fronte dei mercati obbligazionari, oggi tutti gli Stati dell’Europa periferica stanno soffrendo e lo spread italiano si sta allargando più degli altri Paesi. Inutile a dirsi, l’ennesima crisi politica potrebbe rappresentare un ulteriore duro colpo per le aspettative di crescita e per la fiducia dei mercati non solo nella forza dell’economia europea, ma anche nel progetto Europa, come mostrato dalla recente volatilità anche per il cambio euro/dollaro, che continua a mantenersi intorno alla parità. L'elemento chiave da considerare riguarda l’efficacia dello scudo anti-spread della BCE, perché al momento è difficile capire se davvero questa misura possa evitare, o almeno contenere, la volatilità degli spread tra paesi centrali e periferici. E anche se la BCE non ha fornito informazioni dettagliate in merito allo scudo, fino ad oggi i mercati hanno scommesso su un sì. Tuttavia la frammentazione politica è vissuta negativamente dai mercati e può aggravare un quadro in cui una politica monetaria in restrizione tende ad impattare negativamente, soprattutto sui paesi più deboli e con un costo del debito più elevato, come l’Italia”.

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