Tempo di lettura: 2min

La FED fa aumentare i rischi di recessione negli USA

7/21/2022 | Redazione Advisor

Norman Villamin (UBP): “Raffreddare l’economia attraverso forti aumenti dei tassi d'interesse e una riduzione del bilancio sembra particolarmente impegnativo per la Federal Reserve”


“Le priorità politiche e monetarie della lotta all'inflazione hanno obbligato la Fed a fissare un obiettivo di crescita inferiore al suo effettivo potenziale per diversi trimestri, per portare l'inflazione più vicina al 2% e per riequilibrare il mercato del lavoro, che secondo il FOMC è troppo rigido”. Norman Villamin, chief investment officer (Wealth Management) di Union Bancaire Privée, prevede che “in termini di slancio della crescita, ciò significa che l'attività dovrebbe rallentare significativamente nel secondo trimestre del 2022: la domanda interna deve scendere al di sotto di un trend del 2% per diversi trimestri per alleviare le pressioni inflazionistiche del ciclo USA”.  

“Di conseguenza - prosegue l’esperto - consumi e il settore immobiliare dovrebbero subire un rallentamento più pronunciato nella seconda metà dell'anno, dato che la politica della Fed sarà notevolmente più restrittiva; ciò aggiungerà vincoli monetari alle pressioni al ribasso già esistenti sui redditi netti a causa dell'inflazione elevata. Di fronte al rallentamento della domanda, le imprese adatteranno la produzione, modereranno la spesa per investimenti e infine ridurranno la domanda di lavoro. Lo scenario della Fed prevede che il tasso di disoccupazione risalga al 4% entro la fine del prossimo anno, ma esistono rischi di rialzo. Raffreddare l’economia attraverso forti aumenti dei tassi d'interesse e una riduzione del bilancio sembra particolarmente impegnativo per la Fed. Powell lo ha riconosciuto durante la sua ultima testimonianza al Congresso. In questo contesto, i rischi di recessione stanno aumentando rapidamente e sembrano significativi come nell'Eurozona, ma più a causa dell'azione della Fed che per la guerra in Europa”.

“La crescita - precisa il manager - dovrebbe mostrare un hard landing dal 5,7% realizzato nel 2021 al 2% nel 2022 e ad appena l'1% nel 2023. I rischi di ribasso sulla crescita del PIL dovrebbero concretizzarsi a partire dal terzo trimestre 2022 e nel periodo compreso tra il quarto trimestre del 2022 e il secondo trimestre del 2023, con una recessione tecnica che si manifesterà intorno al primo trimestre del 2023, dato che la domanda interna probabilmente si contrarrà in questo periodo”.

“Non ci si aspetta alcun nuovo sostegno dalle politiche di bilancio, se non qualche possibile alleggerimento; è inoltre prematuro scommettere su qualsiasi cambiamento nella retorica della Fed finché l'inflazione non avrà dato un chiaro segnale di picco e i tassi di riferimento non sembreranno essere al di sopra del loro punto neutro”, conclude Villamin.

Condividi

Seguici sui social

Advisor è la prima piattaforma interamente dedicata alla consulenza patrimoniale e al risparmio gestito con oltre 38.000 professionisti già iscritti


Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione


  • Leggi articoli esclusivi
  • Salva le tue news preferite
  • Partecipa ad eventi esclusivi
  • Sfoglia i magazine in anteprima

Iscriviti oggi!

Hai già un profilo? Accedi qui

Cerchi qualcosa in particolare?