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Recessione sempre più vicina

7/25/2022

Secondo gli strategist il principale rischio di mercato per il secondo semestre è l’inflazione, e nove su dieci ritengono la politica delle Banche centrali il principale driver di mercato. La survey di NIM


Lo spettro di una recessione è sempre più vicino, gettando una lunga ombra sulle prospettive dei mercati globali e delle economie per il prosieguo dell’anno. E’ lo scenario disegnato nell’ultima edizione della Strategist Survey di Natixis Investment Managers, condotta tra 34 strategist di mercato, gestori di portafoglio, analisti di ricerca ed economisti di NIM e di 15 affiliate, nonché di Natixis Corporate and Investment Banking. Il sondaggio rileva infatti che quasi un quarto degli intervistati (24%) ritiene che una recessione sia inevitabile nella seconda metà del 2022. Il 64%, inoltre, la considera una evidente possibilità. Ed ancora: nove su dieci ritengono sarà la politica delle Banche centrali il principale driver di mercato nel secondo semestre dell’anno.

 

Natixis osserva che principali ipotesi di mercato relative a tassi bassi, inflazione contenuta e volatilità ridotta possono aver sostenuto la performance del mercato per oltre un decennio, ma dall'inizio dell'anno questa straordinaria confluenza di fattori è venuta meno. Il catalizzatore di questo cambiamento è da ricondurre in larga parte all'inflazione, che la maggior parte degli strategist (7 su 10) indicano come il principale rischio di mercato per il secondo semestre. Anche se si è leggermente attenuata rispetto ai suoi massimi, il 36% degli intervistati si spinge fino a fissare il livello di rischio dovuto all'inflazione addirittura a 10 su 10. Anche le Banche centrali ricprono un ruolo importante: il 52% ritiene che le loro decisioni politiche siano un fattore chiave per l'inflazione. Un altro 46% ritiene inoltre che i problemi della catena di approvvigionamento, che hanno contribuito a spingere l'inflazione all'inizio della pandemia, continueranno a farlo fino alla fine dell'anno. Tuttavia, meno di un intervistato su quattro ritiene che l'inflazione rimarrà persistentemente alta.

 

Di fronte alle prospettive di aumento dei tassi d’interesse e di inasprimento della politica monetaria, gli strategist collocano la recessione al secondo posto nella lista dei propri timori, con il 64% che la classifica come rischio principale. La sfera della politica ha a disposizione molti strumenti per affrontare l'inflazione e, data la sfida di trovare il giusto tempismo per l'attuazione delle differenti politiche, il margine di errore è ridotto. Per molti resta da capire se questi sforzi riusciranno a contrastare l'inflazione, ad innescare una recessione che potrebbe durare due o tre trimestri o a provocare una stagflazione che potrebbe andare avanti per anni. Con tutti i possibili esiti all’orizzonte, non c'è da stupirsi se più della metà (55%) degli intervistati cita tra i principali rischi un errore da parte della Banca centrale.

 

"La parola recessione getta una lunga ombra sui mercati, ma per certi versi l'unico modo per uscire da questo contesto inflazionistico è che le Banche centrali inneschino una fase recessiva. A quel punto usciremo dello shock inflazionistico ed i mercati potrebbero rimbalzare", ha dichiarato Mabrouk Chetouane, head of global market strategy, Natixis Investment Managers Solutions.

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