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Bond investment grade, è il momento di comprare?

7/26/2022 | Redazione Advisor

Gli spread delle obbligazioni IG si trovano o si stanno avvicinando a un’area in cui aggiungere rischio di credito potrebbe essere un’opzione. Il commento di PGIM Fixed Income


Prevediamo una maggiore volatilità e un aumento del valore nel lungo periodo. Gli spread delle obbligazioni investment grade si trovano o si stanno avvicinando a un’area in cui aggiungere rischio di credito potrebbe essere un’opzione”. E’ questa la view sul reddito fisso di Ed Farley, managing director e head of european investment grade corporate bond team di PGIM Fixed Income, che precisa: “Le emissioni di reverse-yankee rappresentano un caso emblematico, poiché gli spread in euro sono storicamente più ampi di quelli statunitensi per gli stessi emittenti o per emittenti simili”.

 

“I settori corporate IG sintetizzano il valore - nonché le esitazioni - che si riscontrano in tutti i settori globali. Pur essendo consapevoli che è stato creato del valore, il tentativo di cronometrare l'andamento del mercato sarà molto impegnativo. La nostra ipotesi di base - spiega Farley - è che gli spread del mercato IG statunitense possano ampliarsi nell'area dei 170-180 punti base nella seconda metà dell'anno e potremmo iniziare ad aggiungere rischio una volta che gli spread entreranno in tale area”.

 

Anche i fondamentali societari richiedono una visione diversificata. “Da un lato, rimangono solidi e con un trend positivo, con quasi 50 miliardi di dollari di rising star quest'anno. Inoltre, la compressione dell'attuale ciclo del credito significa che molte società non hanno avuto abbastanza tempo per fare leverage e i leverage ratio rimangono coerenti con i livelli pre-COVID (2,9x lordo o 2,4x netto). Inoltre, la crescita degli utili e i margini di profitto potrebbero aver raggiunto il picco massimo, presumibilmente portando al ribasso le stime sugli utili”.

 

Ciò detto, “stiamo assistendo a sforzi maggiori per favorire gli azionisti, in particolare nei settori con forti flussi di cassa, come emittenti di energia, di metalli e del settore della chimica, con riacquisti di azioni e dividendi a un ritmo record (+36% rispetto all'anno precedente), che rappresentano il 40% dell'EBITDA rispetto al picco del 43% del 2016” prosegue Farley.

 

“Nel valutare i futuri movimenti degli spread nel contesto del quadro macro - evidenzia ancora Farley -  resteremo corti nella duration degli spread con sovrappeso nelle banche d'investimento, nell'energia e in altre materie prime, nonché nelle obbligazioni emesse da enti ed amministrazioni locali (municipals). Prevediamo inoltre di partecipare a offerte d'asta interessanti e di sfruttare i rally di breve termine per ridurre il rischio, se necessario”.

 

Analogamente, le condizioni del mercato europeo investment grade rimangono incerte; tuttavia, secondo Farley tale mercato presenta interessanti opportunità di valore relativo per i singoli emittenti, data la recente volatilità e la dispersione del credito. “La solidità dei fondamentali del credito lascia spazio anche a una certa riduzione dei margini in presenza di un'inflazione elevata.

 

Restiamo ancora leggermente sottopesati nella duration degli spread nei portafogli europei e globali e vediamo margini per una compressione degli spread finanziari dei titoli industriali fino a raggiungere i livelli più stretti. In generale, riteniamo ci sia del valore negli ibridi societari e nelle emissioni BBB con spread che si sono notevolmente ampliati di recente. Sebbene la BCE stia riducendo gli acquisti di titoli corporate, continuiamo a preferire i titoli non idonei al programma CSPP (Corporate sector purchase programme, Programma di acquisto del settore aziendale), poiché in genere vengono scambiati con uno spread maggiore, ma senza rischio di credito aggiuntivo. Siamo inoltre sovrappesati rispetto agli emittenti di reverse-yankee che scambiano con spread notevolmente più ampi rispetto ai titoli nazionali emessi negli Stati Uniti. Gli emittenti di reverse-yankee tendono inoltre a fornire un certo isolamento dagli sviluppi macro che potrebbero influenzare ampiamente la qualità del credito in Europa, come, ad esempio, la completa interruzione del gas naturale russo” conclude Farley.

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