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Tante sfide per l’Italia, come posizionarsi sul mercato?

8/2/2022 | Redazione Advisor

I prossimi mesi si prospettano complessi per il nostro Paese, alle prese con la guerra in Ucraina, la crisi energetica, l’inflazione e l’incertezza legata alla situazione politica. L’analisi di Moneyfarm


Sono tante le sfide che il nostro Paese dovrà affrontare nei prossimi mesi. Guerra in Ucraina, crisi energetica, crescita rallentata, inflazione in continuo aumento e caduta del governo Draghi sono gli ingredienti principali di questo inizio del secondo semestre. Michele Morra, portfolio manager di Moneyfarm, analizza la situazione economica dell'Italia e le prospettive per gli investimenti.

 

“Il Pil italiano nel 2022 crescerà così come nel 2023” osserva Morra. “Stando agli ultimi dati Istat sulle stime preliminari, nel secondo trimestre dell’anno l’economia italiana ha registrato una crescita dell’1% in termini congiunturali e del 4,6% in termini tendenziali. Dato che segna una fase espansiva del Pil per il sesto trimestre consecutivo. La crescita acquisita per il 2022 è pari al 3,4%, sebbene sia stata rivista costantemente al ribasso da marzo 2022, in linea con quella degli altri paesi europei”.

 

Morra evidenzia che la situazione economica e finanziaria, unita alla crisi politica, porta con sé una serie di rischi per il nostro Paese. “Il primo elemento di preoccupazione è legato alla situazione economica dell’Italia. La crisi politica arriva in un momento economico incerto. Al momento le stime di crescita sono in positivo sia per il 2022 che per il 2023, ma non è da dimenticare che su tutta l’Ue (e dunque anche l’Italia) aleggia lo spettro della recessione”. Secondo elemento è “il rischio finanziario, misurato attraverso l’allargamento degli spread. Ogni volta che il rischio finanziario aumenta nell’Eurozona, e a livello globale, l’Italia paga sempre di più in termini di differenziale di rendimento con i Bund tedeschi.” 

 

Morra osserva che le tensioni geopolitiche, con i relativi problemi legati all’approvvigionamento energetico, hanno influito sulle importazioni di beni energetici, causando un deterioramento del saldo della bilancia commerciale, espresso in percentuale di Pil, che si ridurrebbe nel 2022 (+0,6%) per arrivare l’anno prossimo ad un +0,1% Secondo un’ultima indagine del Fondo monetario internazionale, le infrastrutture europee hanno finora affrontato un calo del 60% delle forniture di gas russe da giugno 2021. L’Ue potrebbe gestire una riduzione fino al 70% del gas russo, ma la situazione potrebbe peggiorare in caso di stop totale delle forniture dello stesso. Per L’Italia la situazione non sarà di certo così rosea nel caso di taglio drastico delle forniture di gas russe.

 

In tale contesto quali sono le prospettive per gli investimenti sul mercato azionario italiano?  “Nonostante le valutazioni dell’azionario italiano sembrino meno care di quelle degli indici europei e globali, occorre considerare come il FTSE MIB sia un indice generalmente pro-ciclico e dunque maggiormente soggetto a fasi di incertezza come quella che stiamo vivendo. Tale ciclicità deriva sia dal rischio paese sia dall'esposizione settoriale, molto concentrata sui settori energetico, automobilistico e bancario. L’azionario bancario potrebbe inoltre soffrire di tensioni derivanti dall’allargamento degli spread causato da incertezza politica, restrizione monetaria e incremento delle probabilità di default di prestiti e obbligazioni societarie. Date le condizioni di incertezza globale sarebbe opportuno diversificare la componente azionaria del portafoglio con un’esposizione globale”.

 

Dal punto di vista obbligazionario, “l’incertezza politica può incrementare la volatilità di breve termine degli spread dei titoli italiani, sebbene situazioni come quelle viste nel maggio 2018 (con gli spread saliti di 200 punti base) risultino meno probabili. È bene ricordare anche che le obbligazioni dei paesi dell’Europa periferica, in particolare quelle italiane, hanno generalmente un rischio sistemico più elevato e contribuiscono al rischio del portafoglio in condizioni di tensione globale. L’implementazione del TPI (Transmission Protection Instrument) da parte della BCE potrebbe mitigare la volatilità degli spread, ma ci sono ancora numerose incognite da smarcare, incertezza valutata negativamente dai mercati.  Il tasso attuale dei BTP, intorno al 2.9%, può contribuire al rendimento di lungo termine del portafoglio, ma non ci sembra sufficiente a giustificare una sovra-esposizione significativa all’obbligazionario governativo italiano” conclude Morra.

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