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Inflazione, i motivi per cui sarà più difficile rallentarla

8/22/2022 | Redazione Advisor

Adrian Owens (GAM Investments): “Sfortunatamente, ci troviamo in una situazione in cui la liquidità in eccesso nel breve termine e altri fattori più a medio termine remano tutti nella stessa direzione”


“Indubbiamente, il tema principale oggi è l’inflazione”. Come ricorda Adrian Owens, investment director global macro e currency fixed income di GAM Investments, “storicamente, nei periodi in cui l’inflazione è stata molto alta il debito pubblico è stato in genere elevato”.

“Anche oggi - rileva il manager - è così ed è importante ricordare che è in tale scenario che le banche centrali stanno cercando, con ritardo, di far scendere l’inflazione. Per anni le principali banche centrali hanno immesso liquidità nel sistema. Secondo noi, hanno dormito sugli allori perché l’inflazione è rimasta bassa molto a lungo. Praticamente si sono dimenticate che ci vuole tempo affinché la politica monetaria agisca, e gli effetti sono variabili. Hanno alimentato il fuoco dell’inflazione. La pandemia è stata la miccia”.

“Ora - sottolinea il gestore - la situazione si è però aggravata e si è diffusa in modo generalizzato. Sfortunatamente, ci troviamo in una situazione in cui la liquidità in eccesso nel breve termine e altri fattori più a medio termine remano tutti nella stessa direzione, per cui diventerà sempre più difficile, rispetto al passato, far rallentare l’inflazione. Le dinamiche demografiche non aiutano. Nel 2000 la Cina immetteva sul mercato del lavoro circa 15 milioni di lavoratori all'anno. Oggi ne perde tra 1 e 2 milioni. Anche in altre economie avanzate, la partecipazione al lavoro è diminuita. I cambiamenti climatici, i fattori ESG, sono tutti elementi che ci fanno pensare che l’inflazione sarà più alta di quanto sarebbe altrimenti. E naturalmente anche la situazione in Russia e Ucraina non aiuta”.

Cosa significa? “Secondo noi significa che l’inflazione core è persistente e scende molto più lentamente di quanto il mercato generalmente si aspetta. Naturalmente questo incide sul mercato, nel senso che oggi il mercato prevede che i tassi di interesse saliranno ancora per un po’, poi le banche centrali inizieranno a invertire la tendenza. Un’area su cui ci concentreremo per monitorare la situazione è il mercato del lavoro e, in particolare, il mercato del lavoro negli Stati Uniti. Perché è un mercato chiave”.

“Ma se dovessimo scegliere un singolo dato - conclude Owens - guarderemmo probabilmente le richieste di disoccupazione. Sono uno degli indicatori più puntuali che possiamo esaminare”.

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