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Le nuove vie per crescere

8/27/2022 | Edoardo Palmisani e Enrico Tanduo*

Per continuare a prosperare gli asset manager dovranno lavorare ad un nuovo slancio innovativo, avvertono gli esperti di Boston Consulting Group


L’industria del risparmio gestito esce da un ventennio di crescita formidabile. L’espansione economica e la riduzione dei tassi d’interesse hanno sostenuto le borse e sospinto il patrimonio degli asset manager a oltre 112 mila miliardi di dollari. Ora questi venti favorevoli paiono destinati a rallentare, lasciando spazio a scenari con forti elementi di incertezza, alimentati da inflazione, rischio di una possibile recessione e deglobalizzazione. Il Global Asset Management report 2022 di Boston Consulting Group, giunto alla sua ventesima edizione, ci mostra come nel mutato contesto la strategia business as usual non sarà sufficiente. 

In questo contesto, per continuare a prosperare, oggi gli asset manager dovranno lavorare ad un nuovo slancio innovativo per cui occorrerà essere creativi e prendere in considerazione nuove vie di crescita, tra le quali in particolare nei mercati alternativi e negli investimenti sostenibili.

 

PATRIMONIO IN CRESCITA DEL 12% NEL MONDO, DEL 10% IN ITALIA

Quello fra 2001 e 2021 è stato per l’asset management un periodo di crescita ininterrotta. L’anno scorso il patrimonio complessivo è aumentato del 12%, arrivando a 112 mila miliardi, più della media storica del 7%, e i flussi netti hanno toccato i 4400 miliardi, il 4,4% del gestito. L’Italia non ha fatto eccezione, con un incremento del 10% degli attivi a 2400 miliardi, due terzi dei quali provenienti da piccoli risparmiatori. 

Dietro al velo di un’apparente “crescita monotona”, tuttavia, il settore ha conosciuto nell’ultimo decennio profondi cambiamenti. Il retail è infatti diventato il segmento trainante della raccolta, con flussi netti pari al 6,6% nel 2021, significativamente maggiori rispetto al 2,2% degli istituzionali. L’asse della ricchezza globale si è poi decisamente inclinata verso Oriente: l’economia dell’Asia-Pacifico è quadruplicata negli ultimi 20 anni e, con essa, sono aumentati i risparmi locali convogliati verso i gestori (aumentati del 18% nel 2021, di nuovo con l’apporto decisivo degli investitori individuali). La lunga tendenza rialzista di tutti i mercati a livello globale ha infine reso più difficile per i gestori differenziarsi, e ha spinto i clienti verso prodotti con commissioni più basse. Dal 2003, infatti, il patrimonio dei fondi passivi è aumentato a un ritmo quattro volte superiore rispetto ai “rivali” attivi, che pure rappresentano ancora il 67% del mercato. 

Ne è risultata una forte pressione sui ricavi che ha ridotto da 50 a 10 miliardi di dollari il contributo al fatturato dei flussi in ingresso. Il 90% dei ricavi incrementali è stato invece frutto delle performance straordinarie del mercato azionario (lo S&P 500 è triplicato fra 2012 e 2021) che hanno consentito all’industria del risparmio gestito di superare nel 2021 i 200 miliardi di giro d’affari, e di incrementare dal 36 al 38% il margine operativo, ben al di sopra della media storica. Questo apparente segnale di forza rischia però di rivelarsi un punto di debolezza: se le performance sono l’elemento determinante dei ricavi degli asset manager, infatti, l’impatto degli attuali trend ribassisti delle borse globali sui loro bilanci potrebbe rivelarsi significativo.

 

*managing director e partner BCG, partner BCG

**Articolo tratto dal numero in edicola, disponibile anche in versione digitale su myadvisoronline.it

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