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Space economy, nuova frontiera degli investimenti

8/30/2022 | Redazione Advisor

Negli ultimi anni, i lanci di razzi commerciali di SpaceX e Blue Origin hanno attirato l’attenzione del pubblico e, con essa, l’interesse della comunità degli investitori, e le opportunità sembrano vaste e allettanti. Il commento di TCW


Negli ultimi anni, i lanci di razzi commerciali di alto profilo di SpaceX e Blue Origin hanno attirato l’attenzione del pubblico e, con essa, l’interesse della comunità degli investitori.  Poiché la corsa allo spazio si sta trasformando da affare di Stato a opportunità commerciale, le reospettive di investimento nello spazio sembrano vaste e allettanti, come illustrano Cindy Paladines, senior vice president ESG, Nicholas Britz, assistant vice President ESG, e Weicheng Wang, ESG Research & Engagement Intern, TCW.

 

“Negli anni, i programmi di lancio dei razzi sono lentamente passati dall'essere di competenza di programmi nazionali basati su razzi non riutilizzabili, a usi più commerciali” spiegano gli esperti. “Ciò è dovuto in parte a una strategia deliberata dal governo statunitense negli anni 2000, volta a sostenere attivamente l'emergere di un mercato privato dei lanci più competitivo. L’esplosione dell'innovazione che ne è derivata e la diffusione di razzi riutilizzabili hanno creato una piattaforma per la nascita di un gran numero di imprese commerciali nel settore dei satelliti, dell’elaborazione dei dati e dei servizi e tecnologie associati, che hanno potuto prosperare in un contesto di accesso allo spazio più economico”.

 

Una parte molto visibile di questa innovazione è stata la “democratizzazione del telerilevamento e della tecnologia di intelligence geospaziale, che sta offrendo vantaggi a diversi settori e industrie. I sensori collegati ai satelliti sono sempre più potenti e interagiscono con una nuova generazione di infrastrutture di archiviazione ed elaborazione dei dati, beneficiando della scala e della velocità fornite dalle rivoluzioni dell’IA e del cloud computing. Ad esempio, i progressi geospaziali hanno rivoluzionato l’agricoltura di precisione e dato nuova vita a un universo investibile già molto interessante. Sia gli operatori affermati sia i nuovi operatori stanno sviluppando strumenti per aumentare la resa delle colture a fronte della volatilità delle stagioni di crescita e di raccolta causata dai cambiamenti climatici”.

 

Anche la transizione energetica può trarre vantaggio dall’architettura geospaziale e dall’analisi predittiva. “La stabilità della rete degli impianti rinnovabili esistenti può essere migliorata attraverso un preciso monitoraggio geospaziale dei modelli meteorologici e dell’utilizzo dell’energia, ottimizzando poi la gestione dei carichi rinnovabili rispetto a quelli non rinnovabili”.

 

Un’altra opportunità è rappresentata dallo sfruttamento della tecnologia satellitare per connettere le persone: si stima che il 37% della popolazione mondiale, ovvero 2,9 miliardi di persone, non abbia mai utilizzato Internet.

 

Oltre ai potenziali benefici del miglioramento della tecnologia spaziale, ci sono anche, ovviamente, dei rischi. La natura dell’esplorazione spaziale un tempo era cooperativa, basandosi su trattati stabiliti negli anni Sessanta; questi ormai sono superati e mal attrezzati per regolare il crescente numero di partecipanti all’industria spaziale di natura semi-governativa e/o puramente commerciale. Oggi, oltre 75 Paesi hanno satelliti in orbita. “Questa nuova “corsa allo spazio” e il relativo vuoto normativo hanno dato origine a nuove tensioni, con la conseguente possibilità di una militarizzazione sempre più palese dello spazio, che va da potenziali basi militari cislunari al rispolvero di concetti di armi dell’era della Guerra Fredda, storicamente limitati dai costi di lancio, come “Rods from God”, un sistema di armi che farebbe cadere pali di tungsteno da migliaia di chilometri nello spazio contro un bersaglio sulla Terra”.

 

Una particolare esternalità del maggiore accesso è la rapida crescita della “spazzatura spaziale”: nel 2020 circa 6.000 satelliti giravano intorno alla Terra. Solo il 40% circa è attualmente operativo, mentre il resto è costituito da detriti spaziali. Si stima che entro il 2028 saranno in orbita 15.000 satelliti, il che suggerisce che la sfida della spazzatura spaziale in orbita continuerà ad aumentare e a porre problemi. “I potenziali effetti collaterali della spazzatura spaziale in orbita possono essere significativi. Donald Kessler, scienziato della NASA, ha coniato il termine “effetto Kessler” per indicare l’idea che, una volta che i detriti spaziali superano una certa massa critica, la quantità totale di detriti spaziali aumenterà – poiché i detriti portano a collisioni, che danno origine ad altri detriti, in un ciclo negativo senza fine. Le agenzie spaziali, come l'Agenzia Spaziale Europea, stanno reclutando operatori commerciali per contribuire ad affrontare il fenomeno, dando vita a imprese specializzate che si concentrano sulla gestione della vita dei prodotti spaziali (lancio, tracciamento, de-orbiting e riutilizzo)”.

 

In conclusione, secondo gli esperti di TCW è probabile che i flussi di capitale nell’economia spaziale continuino ad aumentare. Come per molti settori emergenti, sarà importante garantire che i rischi di ribasso siano gestiti con attenzione per massimizzare il potenziale di rendimento a lungo termine.

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