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Reddito fisso europeo, perché è il momento di investire

9/7/2022 | Redazione Advisor

I mercati obbligazionari del Vecchio continente iniziano ad offrire rendimenti interessanti. Il commento di Columbia Threadneedle Investments


I mercati obbligazionari europei rappresentano valutazioni migliori rispetto all'inizio dell'anno e i rendimenti iniziano a diventare interessanti, in particolare nei bond con un merito di credito elevato. E’ la view di Ryan Staszewski, gestore del fondo Threadneedle (Lux) European Strategic Bond di Columbia Threadneedle Investments. “Gli spread del credito Investment Grade europeo -spiega infatti il gestore - sono più ampi di circa una deviazione standard rispetto alle medie di lungo periodo, o in altre parole "sul lato economico rispetto al fair value". Gli spread dell'High Yield rimangono più vicini alle medie di lungo periodo, ovvero al "fair value", soprattutto se si considera che l'High Yield è più esposto a tassi d'interesse più elevati e a una crescita inferiore. I rendimenti dei titoli di Stato, pur rimanendo piuttosto bassi, sono ora più vicini a quelli che consideriamo i tassi "neutrali" di lungo periodo e, in linea di massima, ai livelli in cui vediamo un certo valore. Di conseguenza, il reddito fisso è caratterizzato da un valore sostanzialmente equo, ma con alcune aree di valore”.

 

Attualmente il mercato europeo Investment Grade offre un rendimento di circa il 2,5% (al 9/8/22), e il mercato High Yield, alla stessa data, un rendimento di circa 6% Si tratta di ritorni più che raddoppiati rispetto a quelli offerti all'inizio dell'anno “ed è chiaro che ora l'elemento "rendimento" nella proposta Fixed Income è molto più interessante” prosegue il gestore di Columbia, che espone le strategie di investimento della casa di gestione. “In termini di rischio di tasso d'interesse, siamo attualmente posizionati con un modesto orientamento positivo alla duration dei tassi d'interesse - con una preferenza per i Treasury e i Gilt britannici rispetto ai bund - e una view negativa sui titoli di Stato giapponesi. Questo orientamento positivo - prosegue il gestore - riflette sia le valutazioni definitive sia la nostra opinione - per ora - che il mercato sia concentrato sulla recessione piuttosto che sull'inflazione. Preferiamo i Treasury, viste le valutazioni relative, e i Gilt britannici, visti i timori per la crescita, e siamo corti sui titoli di Stato giapponesi, in quanto questo trade offre un rialzo asimmetrico se la Banca del Giappone sarà costretta ad alzare i tassi per combattere l'inflazione, come avviene in molti altri Paesi sviluppati, e un ribasso limitato se lo status quo persiste”.

 

Per quanto riguarda le obbligazioni societarie, “abbiamo una visione positiva, o sovrappesata, sull'Investment Grade europeo e una visione meno costruttiva, o sottopesata, sull'High Yield europeo. Riteniamo che le valutazioni dell'High Yield siano meno convincenti e notiamo che l'High Yield è più esposto a tassi d'interesse più elevati e a una crescita inferiore. Preferiamo i settori difensivi regolamentati delle utilities, delle telecomunicazioni, della sanità e le banche con forte capitale.  Infine, non abbiamo posizioni in TIPS nel fondo, date le valutazioni di questo mercato”.

 

Guardando avanti, il gestore osserva che se una recessione negli Stati Uniti spingerà Powell e la Fed a moderare i futuri rialzi dei tassi dipenderà in larga misura dall'inflazione, “in particolare dal fatto che l'inflazione rimanga o meno eccessivamente elevata e che tali aspettative diventino più radicate. Una crescita più bassa o una recessione dovrebbero contribuire a mitigare le prospettive di inflazione, riducendo la domanda dei consumatori e la rigidità dei mercati del lavoro, che a sua volta riduce le pressioni sulla crescita dei salari. Riteniamo improbabile che le economie siano sufficientemente resistenti per mantenere i tassi in territorio restrittivo per un periodo prolungato e che i tagli dei tassi saranno presi in considerazione a tempo debito. La Fed sta chiaramente camminando su una "corda tesa": aumentare i tassi per ridurre l'inflazione e allo stesso tempo evitare una recessione profonda o prolungata. Supponendo che la Fed riesca a percorrere questa "corda tesa", cosa che (al momento) riteniamo plausibile, tale scenario sarebbe positivo sia per i mercati dei titoli di Stato sia per quelli delle obbligazioni societarie” conclude il gestore.

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