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Brasile al voto, decisiva la scelta del ministro dell’Economia

9/28/2022 | Daniele Riosa

Larose (Vontobel): “Nel caso di Lula, c'è più incertezza su chi ricoprirà questo importante ruolo. I mercati accoglieranno con favore un moderato che non condurrà politiche fiscali irresponsabili”


“Il primo turno delle elezioni generali in Brasile si terrà domenica 2 ottobre”. Thierry Larose, portfolio manager di Vontobel, spiega che “i sondaggi elettorali danno l'ex presidente Luiz Inácio Lula da Silva in netto vantaggio sia al primo che al secondo turno. Sebbene l'ago della bilancia punti chiaramente verso la vittoria di Lula, dall'inizio dell'anno il divario tra i due candidati è andato continuamente riducendosi. Resta da vedere se il recente miglioramento dell'attività economica brasiliana e il rallentamento delle pressioni inflazionistiche favoriranno le possibilità di Bolsonaro e ribalteranno le previsioni dei sondaggi, anche se questo non è il nostro scenario di base”.

“Un segnale fondamentale per i mercati - sottolinea il manager - sarà la scelta del ministro dell'Economia. Bolsonaro probabilmente manterrà Paulo Guedes. Nel caso di Lula, c'è più incertezza su chi ricoprirà questo importante ruolo. I mercati accoglieranno con favore un moderato che non condurrà politiche fiscali irresponsabili. Da quando Lula ha annunciato la sua preferenza per un ministro non tecnico, nomi come il governatore del Piauí, Wellington Dias, o l'ex ministro della Salute nel governo guidato da Dilma Rousseff, Alexandre Padilha, sono considerati papabili per questa posizione, in quanto abili dal punto di vista politico a negoziare con il Congresso e all'interno del gabinetto. Più recentemente, l'ex capo della Banca Centrale e ministro dell'Economia Henrique Meirelles, ha dichiarato il suo sostegno alla campagna di Lula”.

“I mercati - ricorda il manager - hanno immediatamente festeggiato, scommettendo sulla possibilità che possa unirsi alla squadra e riprendere un ruolo che aveva già assunto con successo sotto la presidenza di Michel Temer tra il 2016 e il 2018. Tuttavia, valutiamo questo ottimismo con cautela, poiché è improbabile che Lula riveli la sua scelta prima delle elezioni”.

Queste le sfide, che l'analista individua, per l'economia brasiliana nei prossimi anni: “Il bilancio pubblico brasiliano è molto rigido, a causa della grande quantità di spese imposte dalla Costituzione, della destinazione delle entrate fiscali a usi specifici e della designazione di alcune spese come ‘obbligatorie’. L'effetto è quello di isolare ogni anno una parte molto ampia del bilancio da un controllo effettivo. Si stima che oltre il 90% del bilancio sia soggetto a queste rigidità che rende quasi impossibile convogliare le risorse pubbliche verso grandi programmi di investimento. Di conseguenza, è necessario tempo e pazienza perché un presidente possa mantenere qualsiasi promessa economica. Le cose resteranno così per un po' di tempo, finché non si troverà un modo per togliere questa rigidità in modo accettabile per la popolazione”.

Per ciò che riguarda le eredità economiche di Lula e di Bolsonaro, il gestore ricorda che “Lula ha cavalcato il boom della globalizzazione dei primi anni 2000, senza commettere grandi errori e sfruttando al meglio l'apertura della Cina al commercio globale e il suo ingresso nell'Organizzazione Mondiale del Commercio nel 2001. Anche la crisi finanziaria globale del 2008 ha lasciato il Paese relativamente indenne, se messo a confronto con molte economie sviluppate. Sotto il mandato di Lula, il Paese ha vissuto una fase di prosperità, in contrasto con i tempi più difficili della presidenza di Bolsonaro”. L'attuale presidente “non avrà una particolare eredità economica, semplicemente perché ha affidato fin dal primo giorno tutte le questioni economiche al suo ministro dell'Economia, Paulo Guedes . Guedes sarà ricordato come un ‘Chicago boy’ da manuale, che ha lavorato duramente per ridurre le dimensioni dello Stato nell'economia, tagliando sia le tasse che la spesa pubblica e privatizzando il maggior numero possibile di aziende statali. La sua eredità comprende diverse riforme, tra cui la riforma delle pensioni del 2019. Un risultato più controverso (anche se necessario) è stata la massiccia ristrutturazione dei pagamenti del debito del governo ordinati dal tribunale (precatórios) nel 2021”.

“La volatilità - conclude Larose - dovrebbe aumentare fino al ballottaggio di fine ottobre. Tuttavia, il recente miglioramento delle prospettive fiscali, dell'inflazione e dell'economia dovrebbe essere un elemento di traino per i primi mesi del 2023. La situazione potrebbe ovviamente cambiare se le economie sviluppate dovessero subire un forte rallentamento o una contrazione, spingendo gli investitori globali a cercare un rifugio sicuro nel dollaro USA. Per quanto riguarda il Brasile, vogliamo monitorare da vicino l'attuale ciclo di disinflazione, se le entrate fiscali continueranno a tradursi in un deleveraging del settore pubblico e se gli investitori stranieri torneranno in massa ad acquistare asset brasiliani una volta che il sentiment del mercato globale sarà migliorato”.

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