Individuare le “multinazionali tascabili”, ovvero quelle società del segmento delle piccole e medie imprese con grande potenziale intrinseco di medio lungo periodo e aiutarle ad emergere come campioni di sostenibilità attraverso un percorso di engagement collaborativo. E’ questo l’obiettivo del fondo AcomeA PMItalia ESG. Per la consueta rubrica “Il gestore della settimana” ne abbiamo parlato con Antonio Amendola, gestore della strategia.

 

Quali sono le peculiarità e gli obiettivi di investimento del fondo AcomeA PMItalia ESG?

Generalmente, quando si fa riferimento a fondi ESG, si tratta di fondi che investono su titoli ad alto rating ESG, in ottica globale o continentale. Questo criterio del rating comporta anzitutto un rischio di concentrazione degli investimenti sugli stessi titoli, senza contare il fatto che, in questo modo, le risorse vengono convogliate verso le aziende che sono in grado di spendere per avere questi rating, cioè le large cap, mentre l’Italia è un Paese di piccole e medie imprese con minori capacità di spesa, che necessitano di risorse per lo sviluppo del business. È raro che queste PMI detengano un rating ESG o compaiano nei database dei provider di dati, quindi nella maggior parte dei casi risultano inesistenti agli occhi degli investitori istituzionali, nonostante alla prova dei fatti siano campioni di sostenibilità al pari (o anche più) delle grandi aziende con rating elevati. L’obiettivo del fondo AcomeA PMItalia Esg è proprio quello di individuare queste realtà, con particolare attenzione alle aziende del segmento Euronext Growth Milan (ex AIM), e aiutarle ad emergere come i campioni di sostenibilità che sono attraverso un percorso di engagement collaborativo.

 

Che caratteristiche devono avere le aziende per essere inserite in portafoglio?

Il fondo AcomeA PMItalia ESG investe principalmente in piccole e medie imprese italiane con una serie di caratteristiche: basso indebitamento, margini a doppia cifra, prodotti di nicchia, forti vantaggi competitivi, presenza internazionale, management di prima categoria e potenziale inespresso in tema ESG, in pratica le cosiddette “multinazionali tascabili” che tutto il mondo ci invidia. Questa selezione viene fatta in un’ottica value, cercando di individuare il potenziale intrinseco di medio-lungo periodo grazie ad un rapporto continuativo con gli imprenditori e le società, che seguiamo sin dalle fasi di ipo o pre-ipo.

 

Come si inserisce l’analisi ESG nella strategia d’investimento del fondo?

Rispetto al tema della sostenibilità, le aziende che vengono inserite in portafoglio non sono quelle già in possesso di rating ESG, bensì quelle che, a nostro avviso, hanno il maggiore potenziale ESG inespresso, perché non lo sanno oppure non lo sanno comunicare. L’anno scorso il fondo ha intrapreso un percorso di engagement collaborativo con dieci aziende (e altrettante verranno ingaggiate quest’anno), aiutandole, attraverso il suo score proprietario e un team di consulenti esterni, ad individuare i propri punti di forza e di debolezza e guidandole per farsi percepire come i campioni di sostenibilità che sono. Le PMI italiane, infatti, quanto a sostenibilità, non hanno nulla da invidiare alle società a grande capitalizzazione, si tratta semplicemente di una questione di risorse e budget da allocare. Se questo segmento c’è molto valore inespresso a multipli oggi ancora più bassi rispetto a un anno fa, ma per ora ci sono pochi prodotti di investimento che cavalchino il tema. Per questo AcomeA Sgr sta lavorando a delle iniziative che mirano a colmare questa lacuna e avvicinarsi ancora di più alle PMI, che sono la spina dorsale della nostra economia.