Tempo di lettura: 6min

UK, tre sfide per il premier Sunak. I commenti dei gestori

10/25/2022 | Daniele Riosa

Dopo quattro giorni di colpi di scena è stato nominato leader del Partito Conservatore e, per estensione, è diventato il nuovo primo ministro. Vediamo quali possibili ricadute ci saranno sull’economia e sui mercati finanziari


Dopo quattro giorni di colpi di scena, Rishi Sunak è stato nominato leader del Partito Conservatore e, per estensione, è diventato il nuovo primo ministro. Per George Brown, economist di Schroders, “si tratta di un improvviso rovesciamento di fortuna per l'ex cancelliere. Solo sette settimane fa, aveva perso contro Liz Truss nella gara per la leadership di quest'estate con un margine di 43% a 57%. Ma i festeggiamenti per la sua ‘incoronazione’ non dureranno a lungo, perché ora il primo ministro ha davanti a sé un compito molto impegnativo, che deve soddisfare tre gruppi distinti”.

“In primo luogo - argomenta il manager - è necessario che gli investitori vengano rassicurati sulla sostenibilità delle finanze pubbliche. I mercati hanno reagito positivamente alla sua nomina grazie alla sua reputazione di conservatore sul fronte fiscale e alla sua precedente esperienza di cancelliere. Ma questa credibilità deve essere rafforzata dalla dichiarazione fiscale prevista per il 31 ottobre. Le stime suggeriscono che saranno raccolte decine di miliardi di sterline grazie alla riforma delle imposte sui guadagni in conto capitale, oltre all’estensione del congelamento delle soglie e delle detrazioni dell’imposta sul reddito al prossimo parlamento. Sarebbe inoltre opportuno mantenere Jeremy Hunt nel ruolo di cancelliere, nell’interesse della stabilità”.

In secondo luogo, “il primo ministro dovrà riunire le tribù in guerra dei parlamentari conservatori. La fazione moderata e quella di destra del partito sono state messe l'una contro l'altra durante la competizione estiva per la leadership. E le tensioni si sono ulteriormente infiammate quando Liz Truss ha nominato alcuni lealisti in posizioni chiave del suo governo, scartando al contempo coloro che avevano sostenuto il suo rivale alla leadership. Un rimpasto di gabinetto che rifletta meglio lo spettro ideologico del partito contribuirebbe a promuovere l'armonia tra i deputati conservatori”.

In terzo luogo, “Sunak dovrà riconquistare gli elettori in vista delle prossime elezioni generali. I sondaggi indicano attualmente un divario di 32 punti percentuali tra i Conservatori e il Partito Laburista. Invertire questo deficit sarà forse la sfida più grande per il nuovo primo ministro. In parte a causa dell'entità del danno reputazionale subito dal suo partito nell'ultimo mese. Ma anche perché molti dei venti contrari che il Regno Unito si trova ad affrontare provengono da oltreoceano e sono, quindi, fuori dal suo controllo. Sarà difficile placare tutti e tre i gruppi contemporaneamente. Poche cose sono così impopolari per gli elettori come l'aumento delle tasse e l'austerità fiscale, anche se l'alternativa metterebbe il Primo Ministro in rotta di collisione con gli investitori. In qualità di ex cancelliere, sarà perfettamente consapevole della necessità di abbassare i costi di indebitamento del Regno Unito riducendo gli spread”.

“Sunak- conclude Brown -non ha, quindi, altra scelta se non quella di spiegare all'opinione pubblica che è necessario prendere decisioni difficili nell'interesse del Paese. È una storia difficile da vendere, soprattutto all’avvicinarsi delle elezioni generali”.

Michael Michaelides, analista obbligazionario di Carmignac, rileva che “la nomina di Rishi Sunak a Primo Ministro del Regno Unito dovrebbe risolvere alcune delle criticità attuali del contesto politico britannico, ma non può cancellare la percezione che gli investitori internazionali hanno ora dell’area. Ai nostri occhi, infatti, non conta tanto chi risiede a Downing Street, ma cosa viene fatto. Fino alla presentazione del mini-budget, si riteneva che il Regno Unito fosse dotato di un quadro fiscale eccellente grazie all'Office of Budget Responsibility (OBR)”.

“I suoi report - constata l’esperto - sono oggetto di attenta analisi e gli investitori internazionali hanno fiducia nel suo ruolo di monitoraggio delle regole fiscali del Regno Unito. Questo è stato uno dei motivi principali per cui gli investitori non hanno penalizzato il lento processo di consolidamento del bilancio del Regno Unito dopo la crisi finanziaria e ne hanno finanziato i perduranti deficit di bilancio e delle partite correnti. Ancora oggi il deficit ‘strutturale’ del Regno Unito è superiore a quello di tutti i paesi del G7, escludendo quello degli Stati Uniti. Gli Stati Uniti, però, emettono la valuta di riserva mondiale, il Regno Unito no. Questo è il punto centrale della credibilità: deve essere costruita meticolosamente, ma può essere persa in un attimo. Per ristabilire la propria credibilità, come minimo, il governo deve quindi correggere le sue tre mosse più dannose: esporre le casse pubbliche a tutti i potenziali costi al rialzo dei prezzi internazionali del gas, pianificare più di 250 miliardi di sterline di tagli fiscali per i prossimi cinque anni ed evitare il controllo dell'OBR”.

“Gli annunci fatti finora - prosegue l’analista - non sono stati in grado di recuperare tutto il terreno perso. Non è necessario che il governo abolisca i rimanenti aiuti sui prezzi del gas, né i restanti sgravi fiscali. Questi, però, devono essere sottoposti a una valutazione completa dei costi, definendo un piano per ripagarli in tempi rapidi. Il governo ha urgente bisogno di annunciare e rispettare nuove regole fiscali che chiudano il deficit strutturale di bilancio. Questo richiede una combinazione di aumenti delle tasse, minori tagli fiscali e un contenimento della spesa, che sia politicamente realistico. Questo è il prezzo che si paga sottoponendosi al giudizio esterno: gli investitori non possono più non guardare alle metriche sottostanti. Ed è questa la causa dei premi di rischio legati al tasso debitore del Regno Unito per il governo, le imprese e le famiglie”.

“Una completa inversione di marcia potrebbe non essere sufficiente, ma per ora è comunque il minimo indispensabile”, conclude Michaelides.

Stéphane Monier, chief Investment officer di Banque Lombard Odier & Cie SA, sottoline che "le sfide economiche del Paese si sono intensificate dopo l'amministrazione di Liz Truss, ma non sono cambiate. I mercati finanziari e gli investitori esteri sono alla ricerca di una conferma che il prossimo governo sia impegnato in un percorso di politica fiscale che il Paese possa permettersi".

Questi i principali elementi che Monier prende in considerazione:
"Il partito conservatore del Regno Unito ha nominato Rishi Sunak, ex ministro delle Finanze, come prossimo primo ministro del Paese. La nuova amministrazione dovrà affrontare le sfide economiche a lungo termine dell'alta inflazione, dell'aumento dei tassi di interesse e della crescente povertà, con un deficit delle partite correnti storicamente ampio. In termini di PIL reale, l'economia britannica non ha ancora recuperato completamente i livelli pre-Covid. Prevediamo una stagnazione della crescita del Regno Unito nel 2023. Vediamo che l'EURGBP potrebbe potenzialmente salire al di sopra di 0,90 e la GBPUSD scendere al di sotto di 1,05".

Condividi

Seguici sui social

Advisor è la prima piattaforma interamente dedicata alla consulenza patrimoniale e al risparmio gestito con oltre 38.000 professionisti già iscritti


Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione


  • Leggi articoli esclusivi
  • Salva le tue news preferite
  • Partecipa ad eventi esclusivi
  • Sfoglia i magazine in anteprima

Iscriviti oggi!

Hai già un profilo? Accedi qui

Cerchi qualcosa in particolare?