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WMC22: il private banking non è più una nicchia

10/25/2022 | Redazione Advisor

Nel corso delle tavole rotonde dell'evento, accompagnate dalla testimonianza di Confindustria e della famiglia Nonino, si è parlato dell'evoluzione dell'industria e di come...


Veicolare la liquidità verso l’economia reale e superare le paure e le incertezze legate al mondo dei private markets. Sono queste alcune delle sfide che aspettano l’industria del private banking nel prossimo futuro. Così come interfacciarsi con nuovi imprenditori, giovani, digitali e nuove cluster di clientela che richiedono più sostenibilità, mercati privati ed ETF. Sono questi alcuni dei temi emersi dalla sesta edizione della Wealth Management Conference, organizzata da Advisor, che si è tenuta nella splendida cornice di Palazzo Parigi, nel cuore di Milano, nella giornata di martedì 25 ottobre.

 

Nel corso dell’introduzione che ha visto un confronto aperto tra il presidente dell’AIPB (Associazione Italiana Private Banking) Andrea Ragaini e il direttore editoriale e responsabile delle testate di OFC (editore anche di questa testata online, ndr), Francesco D’Arco si è discusso di quale veste debba assumere il private banking nel futuro, un segmento partito come nicchia di mercato, ma che oggi non si può più considerare tale. Per Ragaini l’industria sta evolvendo, tanto che oggi si parla sempre di più di wealth management, un’industria matura che ha un fattore vincente nel binomio banker/cliente.

Per il presidente dell’associazione di riferimento non è necessario nessun cambio di paradigma, ma una nuova evoluzione che così come è stato nel passato ha consentito il passaggio da una gestione della ricchezza finanziaria a una gestione della ricchezza complessiva, faccia un ulteriore passo nella gestione e preservazione del patrimonio e del capitale e del passaggio intergenerazionale.

 

Durante la tavola rotonda “Nuove zone di conquista per il risparmio paziente” Cristiana Fiorini, responsabile wealth management di Intesa Sanpaolo Private Banking, ha così commentato: “L'errore oggi sta nel cercare rifugio nella liquidità, trappola che erode il capitale, riduce i valori degli asset e rallenta la crescita. L'investitore paziente cerca invece soluzioni più efficienti e più a lungo termine, come azioni e asset reali; ad esempio, private equity e private debt sono in grado di creare opportunità di rendimento più interessanti sul lungo periodo e mitigare i rischi, quali inflazione e aumento dei tassi".

 

Per Luca Giorgi – head of iShares e wealth Italy, Greece e Malta – BlackRock “Non dobbiamo arrivare al 10% del mercato americano sui private markets, ma almeno al 2%. I private markets sono il futuro e l'Italia è un terreno fertile”. Per Antonio Volpe – Head of External Distribution – Amundi “non bisogna parlare solo di private markets. Ma anche di transizione energetica” ricordando come oggi “le rinnovabili ricoprono solo il 20% del fabbisogno di energia e che bisognerà ribaltare questo risultato in un 80/20 ed è quello che si stima avverrà entro il 2050”.

 

Nel corso invece della tavola rotonda sulla “wealth protection” Matteo Astolfi – head of group Clients Italy – Capital Group ha portato l’esperienza internazionale sottolineando come negli USA sia molto più diffuso il concetto di goal based, che aiuta a gestire l’emotività nelle fasi di crisi. Concetto che invece fa più fatica a farsi strada in Italia. Sempre guardando agli USA Astolfi ha sottolineato come nel Nuovo Continente l’industria si stia preparando a “servire” donne, single e avanti con gli anni.

Per Adriano Nelli – Head of Global Wealth Management Italy – PIMCO, la forte liquidità non è una novità. Ciò che rappresenta una novità è il fatto che i clienti italiani siano più esposti di quanto si creda al mercato azionario e che l’investimento obbligazionario sia meno presente di quanto si pensi. 

Infine Mario Ruta – Vice Direttore Generale – Allianz Bank F.A. ha evidenziato come il vero shift del banker sarà nell’essere il risk manager del cliente. Ma non di deve pensare che l’industria dell’asset management debba rispondere anche a tale sfida, come quella della protezione. Per l'esperto di Allianz Bank FA le reti distributive devono aiutare i clienti a coprire i rischi di coda, con una proposizione più attiva che interpreti i bisogni latenti. Per Ruta la liquidità risponde in tal senso al bisogno di protezione degli imprenditori che oggi sono preoccupati per l’inflazione.

 

Un concetto che a più riprese è stato confermato anche dalle testimonianze di Antonella Nonino, responsabile Comunicazione Istituzionale Nonino Distillatori, che giunta alla quinta generazione di distillatori nella famiglia Nonino ha raccontato le difficoltà, le sfide delle imprese famigliari e di come la “sua” famiglia pur essendo un cliente private destina la maggior parte del patrimonio nell'azienda per innovare e renderla resiliente.

 

Concetto che ha ripreso anche Francesca Brunori - direttore Area Credito e Finanza, Confindustria che ha invitato la platea ad attivare dei flussi di investimenti più stabili verso le imprese, che oggi si trovano a vivere una nuova emergenza, dopo quella vissuta nel periodo della pandemia. L’Ufficio Studi dell’associazione ha previsto infatti una crescita zero per il 2023 e una frenata di consumi e occupazione, senza dimenticare che le imprese pagheranno 100 miliardi in più per l’energia. Per questo è necessario che si continui a supportarle anche grazie a strumenti di investimenti che possano dare respiro alle imprese, come è stato per minibond; private equity e private debt. 

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