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ESG, i fondi articolo 9 vincono la sfida del mercato

10/28/2022

Mentre gli investimenti sostenibili complessivamente hanno subito deflussi, nel 2022 i prodotti che ai sensi della SFDR hanno un obiettivo di sostenibilità dichiarato fino ad ora si sono mantenuti positivi


I nuovi flussi netti verso i fondi articolo 9 ai sensi della SFDR sono finora rimasti positivi per tutto il 2022, nonostante il settore degli investimenti sostenibili abbia registrato complessivamente deflussi, che hanno riguardato anche i fondi articolo 8. È quanto rileva l’ultima edizione di The Cerulli Edge – European Monthly Product Trends elaborata da Cerullli Associates, scondo cui questa controtendenza potrebbe rimodellare l'innovazione dei prodotti in Europa nel settore ESG.

 

"I manager che gestiscono fondi articolo 9 sono incoraggiati dalle difficoltà nella raccolta del denaro dei clienti quest'anno e ancor di più dalla volontà degli investitori di continuare ad allocare, anche in condizioni di mercato difficili", spiega Fabrizio Zumbo, director, European asset and wealth management di Cerulli. "Ci aspettiamo che i provider continueranno a innovare e sviluppare prodotti su questo fronte".

 

La ricerca evidenzia che gli investimenti sostenibili negli ultimi anni hanno goduto di un notevole slancio in Europa. Tuttavia, gli eventi di questi mesi, tra flessione dei mercati azionari e impennata dell’inflazione, hanno creato venti contrari di breve termine per gli asset manager che gestiscono strategie basate sui criteri ESG. "I gestori patrimoniali dovranno dissipare le preoccupazioni dei clienti, presentando i vantaggi a lungo termine di un approccio di investimento sostenibile, poiché quest'anno sono messi alla prova dalla sottoperformance e dall'accresciuto controllo normativo", aggiunge Zumbo.

 

L'introduzione in Europa della Sustainable Finance Disclosure Regulation (SFDR) nel marzo 2021 ha spinto i gestori a rimodellare le loro offerte di prodotti e categorizzare i fondi in base ai suoi requisiti di classificazione. Tuttavia, la ricerca di Cerulli mostra che molti gestori patrimoniali stanno ancora cercando chiarezza in merito alla normativa, per evitare di correre il rischio di etichettare i fondi in modo errato e di incorrere quindi in potenziali sanzioni. In risposta, l'autorità di regolamentazione finanziaria tedesca, BaFin, ha recentemente pubblicato una guida che fornisce chiarezza su alcuni aspetti del regolamento, comprese le esenzioni e l'allineamento al regolamento sulla tassonomia dell'UE.

 

Secondo i dati di Morningstar sull’universo dei fondi aperti e degli ETF domiciliati in Europa al 12 ottobre 2022, i fondi articolo 8, che hanno un patrimonio totale maggiore rispetto ai fondi dell'articolo 9, hanno registrato deflussi netti di 120,6 miliardi di euro nei primi nove mesi del 2022, un risultato più o meno analogo a quello registrato dalle altre tipologie di fondi europei, che hanno visto riscatti per 122,2 miliardi.  Al contrario, i fondi articolo 9 hanno raccolto nello stesso periodo 33,7 miliardi di euro, registrando flussi positivi ogni mese. "In un anno caratterizzato da un'elevata volatilità, anche i flussi di fondi nei fondi dell'articolo 9 sono stati sorprendentemente stabili, variando da un minimo mensile di 1,4 miliardi di euro a un massimo mensile di 7,5 miliardi di euro nel 2022", conclude Zumbo.

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