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Dollaro forte, game over?

11/15/2022 | Redazione Advisor

Le prospettive a medio termine sembrano chiare: il picco del biglietto verde è stato raggiunto e probabilmente questo scenderà in modo graduale nei prossimi trimestri. La view di UBP


“Le prospettive a medio termine sono chiare: abbiamo visto il picco del dollaro e probabilmente questo scenderà in modo graduale nei prossimi trimestri”. E’ questo l’outlook sul biglietto verde di Peter Kinsella, global head of forex strategy, Union Bancaire Privée (UBP).

 

“Il movimento del prezzo del dollaro negli ultimi giorni è stato incredibilmente interessante” osserva lo strategist. “Nell'ultima settimana, il Dollar Index ha registrato due delle maggiori perdite in un solo giorno dal 2016. Questo tipo di dinamica verifica solitamente in occasione di movimenti cruciali e ci sono diversi motivi per ritenere che questo possa essere un momento chiave per il dollaro USA”.

 

Kinsella esamina innanzitutto l'andamento dei dati di inflazione CPI statunitensi. “I dati dell'indice CPI di ottobre sono stati al di sotto delle aspettative, attestandosi al 7,7% a/a (headline) e al 6,3% a/a (core). Il rallentamento del dato core, sia su base annua che mensile, è esattamente ciò di cui il dollaro USA aveva bisogno per indebolirsi, poiché segnala una moderazione delle pressioni inflazionistiche sottostanti negli Stati Uniti. Il tasso annualizzato dei dati CPI core di ottobre si aggira intorno al 3,6%, il che rappresenta sicuramente un passo nella giusta direzione, anche se i dati sono caratterizzati da un notevole rumore di fondo e volatilità. Le aspettative sui tassi si sono ridotte - gli Overnight Index Swap (OIS) mostrano ora un'aspettativa di rialzo dei tassi della Fed di 50 punti base a dicembre, in calo rispetto all'attesa di rialzo dei tassi di 75 punti base a inizio settimana. Gli OIS prevedono ora un tasso terminale di circa il 4,75%, il che significa che la Fed avrà finito di aumentare i tassi entro febbraio 2023”. La debolezza del dollaro è stata diffusa: il biglietto verde si è indebolito praticamente contro tutte le valute delle economie avanzate e dei mercati emergenti.

 

Un altro elemento da considerare riguarda i dati esteri. “I recenti dati dell'indice di sorpresa economica delle maggiori economie avanzate (esclusa la Cina) sono migliorati nelle ultime settimane - spiega Kinsella - indicando che i dati iniziano a rivelarsi migliori rispetto alle aspettative di consenso. Questo piccolo miglioramento dei dati esterni indica che gli investitori potrebbero cambiare il loro comportamento riguardo all'utilizzo dell'USD come bene rifugio. Questa dinamica è ora destinata a indebolirsi in qualche modo e gli investitori inizieranno ad allocare il capitale verso alternative a più alto rendimento. Storicamente, i picchi del dollaro tendono a coincidere con l'inizio dei rally valutari dei mercati emergenti”.

 

Vale poi la pena di osservare il posizionamento. “Gli investitori hanno mantenuto posizioni lunghe sul dollaro nel mercato dei futures. Le posizioni rialziste sul dollaro sono state prevalenti nei confronti di yen giapponese e sterlina britannica. C'è la possibilità che gli investitori continuino a chiudere le posizioni lunghe su dollaro/yen in vista della pubblicazione dei dati CPI giapponesi. È interessante notare che gli investitori si sono orientati verso posizioni lunghe sull’euro/dollaro circa un mese fa e prevediamo che lo slancio in questo caso continuerà ad aumentare in linea con i possibili eventi nelle prossime settimane e mesi. Riteniamo che qualsiasi passo verso i negoziati tra Ucraina e Russia rappresenterebbe un enorme rischio al rialzo per l’euro/dollaro” aggiunge Kinsella.

 

“Abbiamo sottolineato come l'eccessivo profilo di valutazione del dollaro rappresenti un forte ostacolo per un ulteriore apprezzamento della valuta USA” sottolinea ancora lo strategist. “Le prospettive a medio termine sono chiare: abbiamo visto il picco del dollaro e probabilmente questo scenderà in modo graduale nei prossimi trimestri. Il ritmo e la portata della debolezza del dollaro non saranno uniformi. Gli investitori dovrebbero aspettarsi una sovraperformance delle valute emergenti ad alto rendimento rispetto al dollaro nel breve termine, seguita da quella dello yen e del franco svizzero. Una sovraperformance delle valute delle materie prime è meno probabile nel breve termine, a causa del rallentamento della crescita globale” conclude Kinsella.

 

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