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Cinque motivi per riprendere in considerazione le obbligazioni

11/15/2022 | Max Malandra

“A fine 2020 quasi il 30% del debito globale registrava rendimenti negativi, ora il comparto è in grado di generare redditi potenzialmente interessanti” spiega Benoit Anne (MFS).


Ci sono cinque buoni motivi per tornare a prendere in considerazione il comparto obbligazionario.

Il rialzo dei tassi ha riportato interesse su una asset class che era finita ai margini a causa degli scarsi rendimenti offerti. Due anni fa c’erano 18mila miliardi di dollari di bond a rendimento nullo o negativo, ora (quasi) tutti sono in positivo.

 

A individuare le cinque ragioni per rimettere questa classe di attivi in portafoglio è Benoit Anne, Lead Strategist Investment Solutions Group di MFS.

 

“In primo luogo le obbligazioni sono diventate relativamente convenienti, le valutazioni sono decisamente migliorate e si trovano a livelli che non si vedevano da un decennio" spiega Anne.

"Sia in termini di spread creditizi, divenuti molto più alti, sia di rendimenti dei corporate, che hanno beneficiato degli effetti combinati degli interventi sui tassi e delle correzioni degli spread”.

 

Una seconda motivazione riguarda il reddito che il comparto è tornato a generare: si pensi che a fine 2020 quasi il 30% del debito globale registrava rendimenti negativi.

Ora il comparto è in grado di generare redditi potenzialmente interessanti, non solo per i meno rischiosi titoli di Stato dei mercati sviluppati, ma anche per aree più rischiose come ad esempio high yield o il debito emergente, che attualmente offrono rendimenti del 10% circa.

 

“Il terzo motivo è che l'obbligazionario è tornato a rappresentare un'alternativa interessante alle azioni" prosegue il manager di MFS. "Le obbligazioni venivano generalmente trascurate nelle decisioni di asset allocation, a favore soprattutto delle azioni.

Negli ultimi anni, le strategie di asset allocation si sono basate prevalentemente sulla convinzione che non vi fossero alternative valide alle azioni. Riteniamo che non sia più così. Le obbligazioni sono tornate a rappresentare un'alternativa interessante alle azioni nel contesto di un portafoglio multi‑asset”.

 

Quarta ragione: in una asset allocation, inoltre, i bond contribuiscono a ridurre il rischio complessivo.

Le obbligazioni, che rappresentano anche una componente della performance complessiva storicamente più stabile in termini relativi, possono infatti aiutare a gestire la volatilità del portafoglio.

 

Infine, quinta motivazione, il comparto obbligazionario viene utile anche per la gestione della liquidità.

“Crediamo che la gestione della liquidità costituisca una parte essenziale di qualsiasi processo d'investimento, soprattutto durante periodi particolarmente volatili - conferma Benoit Anne - Anche un'allocazione adeguata in strumenti liquidi rappresenta un pilastro chiave per una gestione efficace della liquidità.

In passato, accanto alle azioni e a differenza degli investimenti alternativi o delle attività private, i titoli di Stato e i cash bond societari con rating elevato hanno offerto la liquidità di mercato necessaria in circostanze straordinarie. I recenti eventi di mercato hanno evidenziato l'importanza della liquidità, e le obbligazioni con rating elevato possono costituire una componente utile nel quadro di un'asset allocation liquida”.

 

Come occorre muoversi quindi? “Considerate le difficoltà insite nell'investimento obbligazionario durante diversi cicli di mercato, consigliamo un approccio attivo all'obbligazionario.

L'incertezza macroeconomica e la volatilità di mercato rimarranno elevate nel periodo a venire.

Un approccio attivo all'obbligazionario costituisce uno strumento utile per gestire questi rischi, in quanto consente ai gestori di utilizzare diverse leve per generare rendimenti interessanti: tra queste figurano l'asset allocation attiva, le posizioni sulla curva dei rendimenti e sulla duration, e un processo di selezione dei titoli attento, basato sulla ricerca creditizia.

Alcune sottoclassi obbligazionarie hanno storicamente registrato risultati migliori in situazioni di mercato specifiche, in virtù della loro sensibilità a determinati contesti macroeconomici e di propensione al rischio.

Pertanto, i gestori attivi possono riposizionare i propri portafogli in funzione dei diversi cicli di mercato” conclude lo strategist di MFS.

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