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Bond high yield a prova di recessione

11/18/2022 | Lorenza Roma

Secondo gli esperti di T. Rowe Price, un crollo dei mercati provocherebbe danni molto più limitati sugli utili societari rispetto a quelli precedenti


Con le banche centrali che continuano ad alzare i tassi e a fornire indicazioni sempre più aggressive in risposta all'ascesa dell'inflazione, i timori di recessione si stanno intensificando. Secondo Michael Della Vedova (in foto), gestore del fondo T. Rowe Price Funds SICAV – Global High Income, e Stephen Marsh, fixed income portfolio specialist di T. Rowe Price, questo è un buon momento per posizionarsi sul mercato obbligazionario high yield.

 

I prezzi degli asset sono crollati in maniera indiscriminata, a cominciare da quelli degli investimenti ritenuti più a rischio, come il debito high yield. Il livello di preoccupazione sui mercati è tale che gli investitori cominciano comprensibilmente a chiedersi se la situazione attuale possa sfociare in qualcosa di simile alla bolla delle dot.com del 2001 o alla crisi finanziaria globale del 2008.

 

La buona notizia è che oggi una recessione, quand'anche dovesse concretizzarsi, provocherebbe danni molto più limitati sugli utili societari rispetto a quelle precedenti. Sebbene le valutazioni attuali facciano presagire un'impennata dei default nel 2023, è poco realistico che accada davvero. I motivi alla base di tale convinzione sono tre. Ecco quali secondo gli esperti

 

A parte la recessione innescata dalla pandemia nel 2020, quasi tutte quelle recenti sono originate dal fronte del credito o, per dirla in altri termini, sono state provocate dai timori per l'affidabilità creditizia di alcuni asset. Se la flessione economica attuale dovesse trasformarsi in recessione, la causa principale sarebbe l'inflazione. Le recessioni innescate dall'inflazione sono un fenomeno raro: l'ultima si è verificata nel 1982-1983. Stabilire se una recessione sia causata dal credito o dall'inflazione è importante dal punto di vista degli investitori. Storicamente, gli utili societari hanno subito danni minori durante le recessioni innescate dall'inflazione.

 

Le imprese hanno iniziato il 2022 da una posizione di reale solidità, sostenuta da fondamentali robusti. Soltanto l'1% del debito delle società high yield statunitensi ed europee dovrà essere rimborsato quest'anno, con un una porzione relativamente ridotta in scadenza nel 2023. Il grosso del "muro di scadenze" per gli emittenti high yield arriverà nel 2025 se non più tardi, a conferma che i bilanci sono in buona salute.

 

Il ciclo di default recente è stato brutale, ma il settore high yield ne è uscito molto più sano: il tasso di default attuale in quest'area del mercato è pari allo 0,84% negli Stati Uniti e allo 0,05% in Europa. Tuttavia, riteniamo che le valutazioni di mercato siano influenzate in parte dai timori per la situazione macroeconomica in generale, pertanto il tasso di default effettivo probabilmente sarà inferiore.

 

Oltre ai tre fattori descritti sopra, è doveroso sottolineare che negli Stati Uniti il mercato finanziario e quello immobiliare, che rivestono un'importanza cruciale, sono in condizioni molto più salubri di quanto non fossero in occasione delle recessioni precedenti. Anche i mercati del lavoro in generale sono in ottima forma. Per questi motivi il team di T. Rowe Price ritiene che il debito high yield sia posizionato molto meglio per affrontare una recessione rispetto al passato.

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