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Investitori combattuti tra paure e speranze

11/25/2022 | Redazione Advisor

Nel breve termine il sentiment è improntato alla prudenza, ma la performance positiva delle ultime settimane ha mitigato il forte pessimismo degli europei. Il weekly outlook di Allianz GI


Tra gestori di fondi c’è ancora grande scetticismo circa le prospettive economiche per il 2023, e non resta che affrontare il nuovo anno un passo alla volta. Thomas Tilse, director, head of portfolio strategy private clients di Allianz Global Investors, facendo riferimento all’ultimo sondaggio condotto da Bank of America fra fund manager di tutto il mondo, fa notare infatti che oltre i tre quarti dei partecipanti prevede una recessione nei prossimi 12 mesi, e il termine “stagflazione”, che designa una situazione di economia stagnante in presenza di un’inflazione elevata, si conferma il più gettonato.

 

“Al contempo - prosegue Tilse - diminuisce il numero di coloro che prevedono un’inflazione più alta rispetto ai livelli odierni. La maggior parte degli operatori del mercato stima che i tassi di inflazione torneranno a scendere poiché il picco delle pressioni sui prezzi legati alla guerra è stato ormai superato. Tuttavia, nel contesto attuale l’inflazione elevata rappresenta tuttora il principale rischio per il prossimo anno, seguita dal conflitto in Ucraina e da altri rischi geopolitici. Nella classifica dei rischi vi sono quindi possibili errori di politica monetaria, una recessione grave e un aumento dei casi di insolvenza/bancarotta. Tale quadro induce i gestori intervistati a mantenere un posizionamento ancora prudente. Un livello di liquidità così elevato non si vedeva dal 2008, l’anno in cui il crollo della banca di investimenti Lehman Brothers innescò la crisi finanziaria globale. Il Sentix, che misura il sentiment degli investitori, si attesta su livelli altrettanto bassi. Notiamo tuttavia che gli investitori hanno dei dubbi anche su beni rifugio come il dollaro USA. Ben il 72% degli intervistati ritiene che la valuta statunitense sia sopravvalutata: si tratta di una percentuale record, la più alta dalla bolla delle dot-com del 2000”.

 

Ma allora, si interroga Tilse,  che fare? “La situazione si fa ancora più interessante se si considera solo la cerchia dei gestori di fondi europei. Il quadro dipinto risulta sorprendentemente un po’ più positivo. Le previsioni di un generale deterioramento del contesto economico europeo nel 2023, che in ottobre si attestavano al 92%, in novembre sono scese al 73%. Ora anche gli europei prospettano una flessione dell’inflazione il prossimo anno in ragione del calo dei prezzi dell’energia e inoltre si attendono una variazione dei fattori determinanti per l’inflazione: non più i colli bottiglia sul fronte dell’offerta, bensì una domanda più debole a causa dell’aumento dei costi dell’energia. Un impressionante 59% dei professionisti dell’investimento europei vede opportunità nell'azionario europeo il prossimo anno, anche se l’entità del rialzo previsto è a una sola cifra. Le attese un po' più negative circa gli utili societari passano in secondo piano rispetto alle valutazioni interessanti. L’attuale rally dei mercati non è ritenuto per il momento sostenibile. Tuttavia la performance positiva delle ultime settimane ha mitigato il forte pessimismo degli europei”.

 

Nel complesso quindi, Tilse evidenzia che i gestori di fondi intervistati restano combattuti. “Nel breve termine, prendere decisioni in presenza di forti oscillazioni del mercato è tutt’altro che facile. Ogni rimbalzo scatena il timore di perdersi qualche occasione (“fear of missing out”). Molti investitori che dispongono di ingenti posizioni in liquidità stanno cercando di anticipare il mercato ed entrare prima del solito, spinti dalla consapevolezza che il momento migliore per acquistare azioni sia durante la fase recessiva, così da garantirsi rendimenti elevati quando terminerà. Tale comportamento è incoraggiato dal forte consensus mondiale circa una contrazione economica nei prossimi 12 mesi, confermata anche dall’Economic Outlook dell’OCSE uscito nei giorni scorsi. Tuttavia, anticipare un’inversione di tendenza del sentiment bearish sull’azionario appare ancora molto sfidante. Nel breve periodo utili e margini aziendali resteranno sotto pressione. Non resta che affrontare il nuovo anno un passo alla volta - conclude Tilse -  tenendo conto di eventuali battute d’arresto fino alla diagnosi finale di recessione”.

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