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Mercati, c’è voglia di riscatto

11/30/2022 | Redazione Advisor

Il Black Friday porta qualche “sconto” anche sull’umore dei mercati. Il settore dei consumi, in particolare il lusso, si presenta con valutazioni interessanti. Fed e Cina sono ancora osservati speciali. Il commento di GAM


Il Black Friday porta qualche “sconto” anche sull’umore dei mercati. L’inflazione americana è stata più debole delle attese, lo sconto sulle rilevazioni sia “core” che “headline” ha sorpreso favorevolmente i mercati. C'è voglia di ripartire, il settore dei consumi non ha brillato nella ripresa messa a segno in ottobre dai listini (anche per l’assenza del consumatore cinese) ma si presenta con valutazioni interessanti, soprattutto per quanto riguarda i beni di alta gamma. Le dinamiche da tenere d’occhio sono ancora la Federal Reserve e la Cina. Questo in sintesi il commento ai mercati di Matteo Benetti, market specialist di GAM (Italia) SGR.

 

L’esperto osserva che il Black Friday di quest’anno chiude un periodo complicato, con la crisi energetica e la guerra che hanno pesato anche sulla propensione al consumo. “Nel giorno del Ringraziamento le famiglie americane hanno toccato con mano gli effetti dell’inflazione, secondo l’American Farm Bureau Federation il pranzo della festa quest’anno è costato il 20% in più rispetto all’anno scorso”.

 

“La rilevazione dell’aumento dei prezzi in ottobre sembra indicarne il rallentamento, d’altro canto il buon tono del mercato del lavoro non ha diminuito la propensione alla spesa, il consumatore americano resta l’attore protagonista della crescita economica. Mentre scriviamo non sono ancora disponibili i dati relativi alla spesa del lungo fine settimana di acquisti, dal Black Friday al Cyber Monday di oggi, i dati del terzo trimestre mostrano che la spesa per i consumi, di gran lunga la componente più importante del prodotto interno lordo americano, ancora una volta ha confermato la sua sorprendente resistenza. Le stime del Bureau of Economic Analysis mostrano un aumento della spesa per consumi personali corretta per l’inflazione del 1,4% annuo”.

 

Benetti evidenzia che quest’anno è affiorata, più che negli anni passati, la distanza tra i molti che cercano “l’affare” e gli sconti più allettanti e l’altra estremità dello spettro dei consumatori, i big spender. “Gli acquisti dei beni di alta gamma hanno un posto a parte nel settore dei consumi, le ombre lunghe del rallentamento economico non modificano la capacità di spesa di questo segmento di consumatori e i risultati del trimestre confermano il momentum positivo del settore”.

 

“Il grande assente - aggiunge Benetti -  è la Cina. Sono tornati i turisti americani ma mancano all’appello i turisti cinesi che, assieme ai primi, sono i più spendaccioni del mondo. La classe media e “affluent” cinese è stata la grande novità del decennio, la capacità di spesa dimostrata è stata un vero e proprio “game changer”, ora il mercato si chiede quanto torneranno i turisti cinesi. È possibile che la svolta si verifichi nel corso della prima metà del 2023, un po’ per la spinta delle proteste popolari contro la pressione dei lockdown, un po’ per la necessità di tornare gradualmente verso la normalizzazione dell’attività economica”.

 

Il mercato non ha cambiato le aspettative anche in società i cui numeri sono stati superiori alle attese, le valutazioni restano dunque interessanti, “dopo aver raggiunto il picco dei ricavi e dei margini nel 2021 il settore del lusso si è deprezzato di circa il 30” scrive Swetha Ramachandran, facendo emergere “uno sconto del 20% rispetto alla sua media quinquennale”. In altre parole, il take away del Black Friday del portafoglio è che il settore del lusso resta un affidabile candidato alla diversificazione, con almeno tre punti di forza a suo favore. Primo, “in un contesto inflazionistico difende il rendimento reale grazie al “pricing power” di società che possono trasferire l’aumento dei costi sui listini senza paura di compromettere il fatturato”; in secondo luogo “le valutazioni mostrano il buon equilibrio tra crescita e redditività, il settore scambia a forte sconto rispetto alle medie quinquennali dei multipli”; infine i bilanci robusti: “tradizionalmente il settore dei consumi, e dei consumi di nicchia, beneficia di considerevole liquidità che consente di gestire il ricorso al finanziamento”.

 

In conclusione, “il mercato ha voglia di ripartire, il settore dei consumi non ha brillato nella ripresa messa a segno in ottobre dai listini (anche per l’assenza del consumatore cinese), trainati soprattutto dai titoli “value”, energetici e industriali, ma si presenta con valutazioni interessanti. Le dinamiche da tenere d’occhio sono ancora la Federal Reserve e la Cina, come intenderà guidare e graduare il processo di riapertura”.

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