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Banche centrali, tre temi da seguire

12/13/2022

In vista dei meeting di Fed e BCE gli esperti di PGIM Fixed Income e abrdn analizzano alcuni elementi chiave


In vista dei meeting della Federal Reserve e della Banca Centrale Europea Daleep Singh, chief global economist di PGIM Fixed Income,  e Paul Diggle, deputy chief economist di abrdn, analizzano alcuni elementi chiave.

 

Per quanto riguarda la Fed, Singh si chiede innanzitutto cosa si intende per un picco del tasso "un po' più alto". “Il dato più importante delle proiezioni trimestrali della Fed – evidenzia – sarà l'aspettativa mediana del picco del tasso di riferimento in questo ciclo. Il presidente Powell ha segnalato, in occasione della sua apparizione alla Brookings Institutions a fine novembre, che il tasso sarà probabilmente "un po' più alto" di quanto previsto nelle proiezioni di settembre. Il mercato ha ora tradotto questo dato in un picco del 5%, con un aumento di 25 punti base rispetto alla precedente previsione della Fed. Tuttavia, alla luce dell’incredibile dato relativo ai salari emerso nel rapporto sul lavoro di novembre e della straordinaria importanza del dato sull'inflazione, che verrà rivelato solo un giorno prima della conclusione della riunione della Fed, per il presidente Powell e gli altri membri potrebbe essere una decisione da prendere a tempo di record.

 

In secondo luogo, in che misura la Fed si ritaglierà ulteriore flessibilità sul ritmo, sul picco e sulla durata del ciclo di inasprimento? “Potrebbe farlo modificando lo statement per anticipare che sarà appropriato "qualche ulteriore aumento" del tasso di riferimento, piuttosto che "aumenti continui". Il presidente Powell potrebbe anche ribadire nella conferenza stampa che il rallentamento e l'eventuale pausa rappresentino delle forme prudenti di gestione del rischio, dati i tempi necessari affinché una politica monetaria più restrittiva riduca l'inflazione e il contesto in cui così tante banche centrali, in maniera così drastica stanno ponendo un freno ad un'economia globale già debole”.

 

Infine, quanto è impaziente il presidente Powell di compromettere il rally di Natale? “Il rischio di ritagliarsi una flessibilità sostanzialmente maggiore sul ritmo, sul picco e sulla durata del ciclo di inasprimento della Fed è che questo messaggio venga interpretato in maniera accomodante dagli operatori di mercato – chiarisce Singh  –  innescando un ulteriore allentamento delle condizioni finanziarie e complicando il percorso della Fed verso il raggiungimento del proprio obiettivo di inflazione. Per scongiurare tale rischio, ci aspettiamo che il presidente Powell sottolinei che il ciclo di inasprimento "ha ancora un po' di strada da fare" per riportare il mercato del lavoro in equilibrio e raffreddare i prezzi dei servizi nell'economia”.

 

Diggle evidenzia invece tre aspetti da tenere d’occhio per la riunione della BCE di questa settimana. “In primo luogo, l'entità del rialzo dei tassi che indubbiamente sarà effettuato: si tratterà di una manovra più contenuta di 50 punti base o di un'altra da 75 punti base? Ci aspettiamo un aumento più contenuto di 50 punti base, in linea con l’orientamento di molte altre banche centrali che hanno rallentato il ritmo dei rialzi a causa del picco raggiunto dall'inflazione e delle prospettive economiche per il prossimo anno”.

 

In secondo luogo, Diggle pone l’accento sulle previsioni economiche aggiornate elaborate dalla BCE. “Le previsioni sul PIL dell'Eurozona per il 2023 e il 2024 probabilmente scenderanno, mentre quelle sull'inflazione saliranno. Anche in questo caso, la BCE potrebbe rimanere troppo ottimista sulle prospettive di crescita rispetto alle nostre opinioni”.

 

Terzo e ultimo punto da considerare, “la comunicazione sulla stretta quantitativa o "Quantitative Tightening" (QT). La BCE vuole sdrammatizzare il QT, che probabilmente inizierà nel 2023, rendendolo passivo e molto graduale. All'inizio l'impatto sul mercato potrebbe essere limitato, dato che il Quantitative Tightening è ampiamente previsto, ma potrebbero emergere maggiori tensioni sui mercati obbligazionari se la manovra dovesse coincidere con altri shock imprevisti futuri".

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