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L'Europa potrebbe sorprendere i mercati

12/27/2022 | Redazione Advisor

La gamma di possibili scenari riguardanti la crescita nel prossimo anno è molto ampia, con chiari rischi di ribasso, ma anche potenziali sorprese al rialzo, così per gli esperti di Wellington Management


 L’Europa? Potrebbe rivelare delle sorprese. Ne sono convinti Eoin O’Callaghan e John Butler, macro strategists di Wellington Management che hanno evidenziato che nonostante il deterioramento delle prospettive per il Vecchio Continente nel 2023, la gamma di possibili scenari riguardanti la crescita nel prossimo anno è molto ampia, con chiari rischi di ribasso, ma anche potenziali sorprese al rialzo.

 

“Se l’anno prossimo non si verificherà una profonda recessione, l’inflazione si rivelerà probabilmente molto più elevata e duratura di quanto previsto dalla Banca Centrale Europea (BCE). Questo implica che il rischio sia orientato verso un ciclo di rialzi più sostenuto di quanto previsto dal mercato” scrivono gli esperti di Wellington Management.

 

 

Sul versante negativo, lo shock commerciale causato dall’aumento dei prezzi energetici equivale a una riduzione del PIL stimata tra il 3% e il 4%, mentre la brusca compressione dei redditi reali delle famiglie e dei margini delle imprese ha spinto il sentiment a livelli peggiori di quelli che si erano registrati durante la crisi finanziaria globale del 2008/2009. Ma se l’Eurozona entrerà in una lieve recessione entro la fine dell’anno e il suo PIL potrebbe contrarsi dello 0,5% nel 2023- evidenziano O’Callaghan e Butler.

 

Certo i prezzi dell’energia continueranno a rappresentare un rischio importante anche per l’anno prossimo. Il rischio di razionamento del gas nei prossimi mesi è decisamente diminuito, ma resta la sfida dell’approvvigionamento per il prossimo inverno, soprattutto se la Cina dovesse riprendersi l’anno prossimo e iniziare a competere per ottenere un maggior numero di spedizioni di gas naturale liquido (GNL).

 

Sul fronte positivo invece gli specialist evidenziano: "le condizioni finanziarie non risultano ancora rigide e l’impulso fiscale in gran parte dell’Europa dovrebbe rimanere positivo nel 2023, in netto contrasto con la maggior parte del mondo sviluppato. Dall’inizio del 2022, i governi hanno annunciato l’equivalente di quasi cinque punti percentuali di PIL in misure a sostegno delle famiglie e delle imprese, e il piano per la ripresa dell’UE NextGenerationEU dovrebbe essere potenziato l’anno prossimo. In secondo luogo, in Europa permangono sacche di domanda e produzione represse: i portafogli ordini sono ancora a livelli record e le famiglie detengono l’equivalente di sei punti percentuali di PIL in risparmi forzati, che potrebbero essere impiegati. In terzo luogo, il canale del credito sta funzionando bene per la prima volta in oltre un decennio, con l’equivalente di circa mezzo punto percentuale di PIL di prestiti netti al settore privato ogni mese”.

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