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Gestore della settimana: le opportunità nella transizione energetica

1/16/2023

Il fondo Carmignac Portfolio Climate Transition investe in società innovative che affrontano o contribuiscono attivamente alla mitigazione e all’adattamento ai cambiamenti climatici


Puntare a generare rendimenti interessanti offrendo allo stesso tempo un contributo ambientale positivo, investendo con un approccio olistico in aziende green o “clean” e in aziende lungo l’intera catena del valore. Sono questi in sintesi gli obiettivi del fondo Carmignac Portfolio Climate Transition. Ne parliamo con Michel Wiskirski, gestore della strategia.

 

Quali sono le principali caratteristiche del fondo Carmignac Portfolio Climate Transition?

È un fondo azionario internazionale tematico sostenibile (UCITS) che investe in società innovative che affrontano o contribuiscono attivamente alla mitigazione e all’adattamento ai cambiamenti climatici lungo l’intera catena del valore industriale e delle energie rinnovabili. Il Fondo investe anche in società in fase di transizione che consentono di ridurre le emissioni o intraprendono attività che contribuiscono a una transizione verso emissioni nette zero entro il 2050, comprese le società coinvolte nell’estrazione più efficiente di materie prime fondamentali per mitigare i cambiamenti climatici, come (ma non solo) rame, litio, nichel e alluminio, in quanto elementi essenziali per le batterie dei veicoli elettrici e le reti di energia rinnovabile. Rientra nella classificazione Articolo 9 nell’ambito del regolamento SFDR dell’UE.

Altro punto chiave del Fondo: engagement e azionariato attivo. Desideriamo sfruttare i nostri diritti di azionisti in modo attivo e collaborare con le aziende nel processo di transizione, utilizzando quindi questa strategia per produrre un impatto reale, autentico e significativo, che possa davvero aiutare il pianeta a passare a un’economia a più basse emissioni di carbonio. Queste aziende destinano decine di miliardi di dollari allo sviluppo di nuove fonti di petrolio e gas. In qualità di azionisti, dobbiamo sollecitare una riallocazione del capitale verso fonti energetiche più pulite. 

I punti chiave della strategia si possono sintetizzare in questo modo:

  • Investire con uno scopo: puntare a generare rendimenti interessanti e allo stesso tempo offrire un contributo ambientale positivo.
  • Investire in modo efficiente: Approccio olistico che si propone di investire in aziende green o “clean” e in aziende lungo l’intera catena del valore, compresi gli enabler e i transitioner.
  • Investire nell’innovazione: individuare società innovative e a crescita sostenibile con un vantaggio tecnologico e un business model solido. 

 

Nello specifico su quali temi legati ai cambiamenti climatici si focalizza?

Carmignac ritiene che un approccio diversificato sia indispensabile per ottenere un’esposizione all’intera rosa di società il cui core business affronta in maniera diretta o indiretta il fenomeno del cambiamento climatico.  Attraverso l’ampio universo d’investimento e l’approccio incentrato su tre pilastri, il fondo cerca di affrontare le questioni legate al cambiamento climatico su tutti i fronti:

  • Fornitori di energia verde: Società che offrono prodotti, servizi o soluzioni a basse emissioni, come energie rinnovabili o veicoli elettrici.
  • Enabler di soluzioni sostenibili: Aziende che offrono prodotti, servizi o soluzioni che, direttamente o indirettamente, consentono ad altre aziende di ridurre le proprie emissioni o di migliorare la propria efficienza energetica (facilitatori di soluzioni); ad esempio, aziende di semiconduttori che producono componenti chiave per i veicoli elettrici.
  • Transitioner: Società che contribuiscono maggiormente alla transizione energetica e alla riduzione delle emissioni a livello mondiale, come ad esempio alcune grandi aziende minerarie o petrolifere integrate che hanno adottato drastiche misure per ridurre il proprio impatto ambientale e stanno ampliando il proprio impegno nelle energie rinnovabili.

 

In questo momento quali sono le posizioni più importanti? Ci può fare qualche esempio? 

Lo shock energetico dovrebbe continuare nel 2023. Anche se i recenti progressi nella fusione nucleare vanno apprezzati, gli sforzi per decarbonizzare rapidamente il pianeta dovranno continuare attraverso una diffusione rapida e significativa delle energie rinnovabili, dell’energia solare e di quella eolica.

L’Europa, duramente colpita dalla guerra in Ucraina, prosegue nel proprio impegno verso uno sviluppo più rapido delle rinnovabili, come stabilito dai governi nazionali. Questa accelerazione dei volumi dovrebbe avvantaggiare i principali operatori del settore, quali Orsted, Nextera Energy e RWE.

Negli Stati Uniti, l’approvazione dell’Inflation Reduction Act, provvedimento legislativo importante e di portata storica, dovrebbe iniziare a dare i suoi frutti quest’anno. Ne dovrebbero beneficiare aziende come Sunrun e Sunnova, leader nel settore del solare residenziale statunitense.

Per quanto riguarda gli Enabler, preferiamo aziende quali ad esempio Nibe Industrier, società svedese specializzata in pompe di calore, e STMicroelectronics, leader nei semiconduttori per l’industria automobilistica. Sul fronte dei Transitioner, abbiamo posizioni in Ero Copper, uno dei principali produttori di rame, metallo fondamentale per la transizione energetica dei veicoli elettrici connessi, e Albemarle, il più grande produttore di litio, essenziale per lo sviluppo di batterie su larga scala

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