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Obbligazionario, tutte le opportunità area per area

1/13/2023 | Redazione Advisor

Per gli analisti di Invesco, “a seguito dell’aumento dei rendimenti nel corso dell’anno, i titoli di Stato ora offrono livelli interessanti di reddito”


Alla luce del notevole allargamento degli spread nel 2022, la scelta tra le asset class obbligazionarie è ora molto più importante che in passato. Per questo gli esperti di Invesco, nel loro outlook, sull’obbligazionario per il 2023, concentrano le loro analisi sulle diverse aree del mercato a cominciare dai i titoli di Stato.

“A seguito dell’aumento dei rendimenti nel corso dell’anno - argomentano gli economisti - i titoli di Stato ora offrono livelli interessanti di reddito. Per esempio, il rendimento dei Treasury decennali ora supera di poco il 4%, rispetto all’1,5% all’inizio dell’anno e al 2,6% ai primi di agosto. Poiché la recessione rappresenta lo scenario più probabile nel 2023, i titoli di Stato tenderanno generalmente a evidenziare un buon andamento, in quanto di norma supportati da politiche più accomodanti da parte delle banche centrali e perché ritenuti beni rifugio. Tale comportamento storico può ripetersi in caso di persistente incertezza in merito all’inflazione e ai tassi d’interesse”.

Outlook per il credito investment grade: “Gli spread creditizi si sono significativamente allargati quest’anno e, al di fuori di periodi di crisi come il 2008, hanno raramente raggiunto gli attuali livelli di allargamento. Ciò crea buone opportunità di reddito per chi investe in obbligazioni societarie. È infatti opportuno ricordare che lo spread per le obbligazioni societarie è rapportato al rendimento dei titoli di Stato. Anche i rendimenti dei titoli di Stato sono notevolmente saliti nel corso del 2022, raggiungendo livelli nel complesso molto interessanti. Naturalmente, è importante sottolineare che gli spread più ampi rispecchiano un maggior grado di rischio di credito determinato dal difficile contesto macroeconomico odierno. Tuttavia, l’attuale periodo di crisi è diverso da quelli precedenti. Il sistema bancario è sicuro e ben capitalizzato e le società hanno adottato approcci relativamente prudenti, rafforzando i bilanci”.

"Questa volta i rischi non sono sistemici e pertanto acquistiamo con fiducia le obbligazioni societarie, che in molti casi offrono ora rendimenti del 4-6%". Michael Matthews, Co-Head of Fixed Interest. Potrebbero esservi aree di opportunità a livello regionale. Gli spread hanno registrato un allargamento più consistente in Europa rispetto agli Stati Uniti a causa del perdurante conflitto in Ucraina, della maggiore sensibilità alla crisi energetica e dell’intensificazione delle preoccupazioni per la crescita. Dato che i fondamentali societari si mantengono robusti e i timori di declassamento sono ampiamente contenuti, tali mercati potrebbe rivelarsi interessanti.

"Riteniamo quindi che gli spread europei offrano un buon valore, soprattutto rispetto agli Stati Uniti, compensando gli investitori per l’outlook di crescita più debole." Lyndon Man, Co-Head of Global Investment Grade Credit.

Outlook per l’high yield e il debito subordinato: “Il mercato high yield è ora all’altezza del suo nome. I rendimenti offerti dall’asset class sono più elevati di quanto siano stati da tempo. Ciò crea opportunità per gli investitori disposti a incrementare il profilo di rischio dei loro portafogli.

"Le obbligazioni più rischiose come quelle high yield e subordinate offrono ora rendimenti attorno all’8%." Thomas Moore, Co-Head of Fixed Interest. Il rischio per questa asset class è che la debolezza economica possa determinare stress per il credito e default. Un’analisi approfondita del credito sarà fondamentale per consentire agli investitori di prediligere selettivamente le società dotate di bilanci abbastanza forti da superare la tempesta. Le obbligazioni convertibili contingenti Additional Tier 1, spesso definite AT1 o CoCo, potrebbero rappresentare un segmento interessante per gli investitori desiderosi di incrementare il rischio alla ricerca di rendimenti più elevati. Questi titoli ibridi sono emessi da istituzioni finanziarie europee e costituiscono una fonte di capitale bancario prontamente disponibile nelle fasi di crisi. 

"A nostro avviso i rendimenti del segmento AT1 ora sono interessanti di per sé e in rapporto all’high yield tradizionale; inoltre, eventuali segnali di cessazione dei rialzi dei tassi da parte delle banche centrali dovrebbero dimostrarsi positivi per il mercato".

Paul Syms, Head of Fixed Income ETF Outlook per il debito dei mercati emergent: “Gli sviluppi a livello di tassi e politica negli Stati Uniti avranno un impatto rilevante nel determinare l’outlook per il debito dei mercati emergenti; si tratta quindi di dati che gli investitori monitoreranno attentamente”.

"Crediamo che una riduzione della volatilità dei tassi USA, rispetto al livello assoluto dei tassi d’interesse, sia fondamentale ai fini di una performance sostenuta dei mercati emergenti". Wim Vandenhoeck, Senior Portfolio Manager, Global DebT.

Malgrado la probabilità volatilità nei prossimi mesi, “le opportunità nell’area del debito dei ME in valuta locale nel medio e lungo termine appaiono significative. Vari fattori supportano tale convinzione: L’inflazione inizia a decelerare in alcune regioni in via di sviluppo, in particolare in America Latina e alcune aree dell’Europa centrale e orientale (CEE). Ne è emerso un notevole valore in un’ottica di rendimento e reddito assoluti. Il contesto di dispersione dei rendimenti ed elementi idiosincratici a livello dei vari Paesi crea un panorama fertile che consente ai gestori attivi di cogliere alpha in termini di performance nell’asset class”.

Quali sono i rischi principali? “Un’inflazione globale galoppante non ancorata e una recessione prolungata e profonda sono i rischi principali per l’asset class. Un’inflazione insostenibile costringerebbe le banche centrali a continuare la stretta dei tassi, esercitando pressioni sui tassi assoluti, con conseguenti ulteriori inasprimenti delle condizioni finanziarie e in definitiva limitazioni alla crescita. Analogamente, una recessione globale protratta e una 'fuga verso la sicurezza' degli investitori sarebbero anch’esse distruttive”.

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