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Italia, inflazione in calo grazie all'energia

2/1/2023 | Redazione Advisor

Paolo Pizzoli di ING: “I dati segnalano una divergenza tra l’inflazione aggregata e quella di fondo (core), che potrebbe continuare per alcuni mesi”


“Il picco dell'inflazione dovrebbe essere ormai alle nostre spalle”. Paolo Pizzoli, senior economist di ING, spiega che “secondo la stima preliminare, l'inflazione italiana è scesa a gennaio al 10,1% a/a (dall'11,6% di dicembre), in linea con le aspettative”.

“La flessione dell'inflazione - argomenta il manager - è stata trainata principalmente dal forte calo dell'inflazione dei beni energetici regolamentati (scesa a -10% a/a da +70,2% a/a), ma anche dei beni energetici non regolamentati, gli alimentari freschi e i servizi ricreativi hanno contribuito marginalmente a raffreddare l'inflazione. L’eliminazione del taglio delle accise sui carburanti ha avuto l'atteso effetto di rialzo sulla componente trasporti”.

Tuttavia, “la parte più interessante del comunicato, dal punto di vista della BCE, è stata quella relativa all'inflazione di fondo. Questa è salita al 6% (dal 5,8% di dicembre), segnalando che il passaggio delle passate pressioni sui prezzi dell'energia è ancora in atto, anche se a un ritmo non accelerato. Questa situazione potrebbe continuare ancora per qualche mese, ma se i prezzi dell'energia non riprenderanno a salire, è probabile che si raggiunga un picco entro la metà dell'anno”.

In prospettiva, il gestore si aspetta che “la divergenza tra inflazione headline e quella di fondo continui a febbraio, ancora una volta grazie alla componente energetica. Con i prezzi del gas TTF che si aggirano ora nell'area dei 60 €/MWh, ci aspettiamo che i prezzi del gas al dettaglio scendano sensibilmente nel corso del mese. L'atteso modesto aumento dell’inflazione core non dovrebbe impedire all'inflazione headline di decelerare verso il 9.5% a febbraio. Nel complesso, il quadro dell'inflazione sembra seguire il profilo previsto. Nonostante la decelerazione dell'inflazione complessiva, la dinamica dell’inflazione di fondo rimane un problema per gli sviluppi della crescita a breve termine. È vero che la tenuta dell'occupazione rappresenta una rete di sicurezza cruciale per le famiglie, ma con i salari orari contrattuali che aumentano a un ritmo annuo molto modesto dell'1,5%, può solo limitare i danni sui redditi reali disponibili. Per il momento i consumi sembrano destinati a rimanere sotto pressione”.

“Dove la decelerazione dell'inflazione da energia potrebbe avere un effetto positivo più immediato è sul settore manifatturiero, e in particolare sui settori ad alta intensità energetica. L'indicatore PMI di gennaio, anch'esso pubblicato oggi, è tornato in territorio di espansione a 50,4, dopo sei mesi durante i quali era sempre rimasto in territorio di contrazione, al di sotto dei 50 punti. Una timida indicazione che qualcosa potrebbe accadere dal lato dell'offerta già nel 1° trimestre del 2023”, conclude Pizzoli.

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