BCE, la fine della stretta è vicina. I commenti dei gestori

Come da previsioni, l’istituto guidato da Christine Lagarde, ha alzato i tassi d'interesse di mezzo punto percentuale, portando il tasso sui rifinanziamenti principali al 3%, quello sui depositi al 2,50%, e quello sui prestiti marginali al 3,25%
02/02/2023 | Daniele Riosa

Anche dalla Banca Centrale Europea nessuna sorpresa. L’Eurotower ha, infatti, alzato i tassi d'interesse di mezzo punto percentuale, portando il tasso sui rifinanziamenti principali al 3%, quello sui depositi al 2,50%, e quello sui prestiti marginali al 3,25%. Vediamo come i gestori commentano le decisioni prese dall’istituto guidato da Christine Lagarde.

Secondo Elliot Hentov, head of macro policy research di State Street Global Advisors, “la BCE ha fatto un ottimo lavoro alzando i tassi in linea con le aspettative di mercato e anche la decisione presa nel prossimo meeting potrebbe essere in linea con le attese, dato che un ulteriore rialzo di 50 punti base è stato già anticipato e prezzato di conseguenza. Ma al di là di questo, è probabile che il dilemma di politica monetaria si ripresenti. L’economia dell’Eurozona potrebbe aver evitato di incorrere in un ‘annus horribilis’ grazie a un rigoroso consumo di energia, all’accumulo prudente di energia e alla fortuna di aver assistito a un inverno mite. Sembra improbabile che si verifichino altri miracoli e anche un lieve rallentamento dell’economia inizierà a rendere più complicata la traiettoria di politica monetaria della Bce. Di quanto ancora possono aumentare i tassi di interesse in un’economia stagnante, dopo che la banca centrale ha avviato il ciclo di inasprimento più rapido della storia? In totale non è possibile un rialzo di oltre 100 punti base prima che la politica monetaria venga percepita come un vincolo alla ripresa economica”.

Steve Ryder, sovereign portfolio manager di Aviva Investors, spiega che “con un rialzo di 50 pb da parte della Bce oggi, i mercati si sono concentrati sulla dichiarazione e sulla conferenza stampa per capire il futuro andamento dei tassi. Oggi la Bce ha segnalato un forte impegno a rialzare ancora di 50 pb nella riunione di marzo, ma da lì in poi un approccio più correlato ai dati. Dopo che la Fed e la BoE hanno accennato ad essere prossime al picco del loro ciclo, la riunione odierna suggerisce che anche la Bce sia convinta di essere vicina alla fine della stretta monetaria. Riteniamo che questo picco di inasprimento continuerà a ridurre la volatilità dei titoli di Stato nei prossimi mesi e costituirà un'interessante opportunità di rendimento”.

Giorgio Broggi, quantitative analyst di Moneyfarm, sottolinea che "nonostante i dati in linea con le attese, i mercati hanno reagito in modo molto deciso dopo l’annuncio, con un crollo di tassi e spread molto significativo e una diminuzione del tasso terminale atteso. Il punto chiave sembra la mancanza di una precisazione presente nell’ultimo annuncio di dicembre che evidenziasse le sostanziali revisioni al rialzo delle attese di inflazione. Per la prima volta sembra che anche la Banca Centrale Europea, come quella americana ieri, abbia ammesso che l’aumento dei prezzi sia in parte sotto controllo, o quantomeno meno a rischio di una spirale al rialzo, generando speculazioni su una politica monetaria relativamente più accomodante".

Dave Chappell, gestore mercato obbligazionario di Columbia Threadneedle Investments, rileva che "in controtendenza rispetto ai recenti segnali provenienti dal Regno Unito e dagli USA, la BCE ha mantenuto il suo orientamento precedente, aumentando i tassi di 50 punti base e impegnandosi preventivamente in un ulteriore aumento di mezzo punto nella prossima riunione di marzo. Da quel momento valuterà il successivo percorso della sua politica monetaria. Anche se la riunione di marzo sembra bloccata a +50 punti base, le condizioni globali potrebbero essere molto diverse quando la commissione si riunirà a metà giugno. Sebbene la Presidente Lagarde abbia sottolineato che in seguito ci sarà ancora molto da fare, la Banca Centrale potrebbe trovarsi da sola nel continuare a perseguire una politica monetaria in territorio restrittivo. La fine sembra essere prossima e i mercati lo hanno percepito".

Secondo Jamie Niven, senior fund manager di Candriam, "è evidente che il mercato si era posizionato per una BCE hawkish. Nonostante le dichiarazioni esplicitamente da falco della banca centrale, con un ritorno alla forward guidance. Ritengo che ci sia una buona possibilità di un errore di politica monetaria da parte della BCE. Sebbene l'inflazione sia ancora ben al di sopra dell'obiettivo e i dati sulla crescita siano inequivocabilmente più positivi rispetto a due mesi fa, con l'evoluzione dei prezzi del gas e la riapertura della Cina a portare venti favorevoli, il ciclo di rialzi dei tassi è stato aggressivo in Europa, persino più aggressivo della Fed in termini di ritmo di rialzi dei tassi, nonostante una data di inizio più tardiva. Il timore è che il ritardo nella trasmissione della politica monetaria provochi un indebolimento della crescita nella seconda metà del 2023. La reazione dei prezzi delle obbligazioni dopo l'annuncio odierno della BCE suggerisce che il mercato tende ad essere d'accordo e non crede davvero che la BCE possa mantenere questo tono da falco più a lungo di quanto già previsto".

Per Robert Dishner, senior portfolio manager obbligazionario di Neuberger Berman, "la Bce potrebbe aver commesso un errore nell'impegnarsi a un rialzo di 50 punti base a marzo, nel senso che potrebbe averne limitato la portata. Probabilmente pensavano che il mercato avrebbe visto questo impegno preliminare come un atteggiamento hawkish, ma, in realtà, è vero il contrario. Difficile definirlo qualcosa di diverso da un’impostazione dovish, soprattutto dopo la conferenza stampa di dicembre. I rischi di inflazione sono più equilibrati, secondo Lagarde, che ha inoltre notato una forte decelerazione dei prestiti bancari, già robusti in precedenza. Inoltre, anche se Lagarde ha tentato di apparire hawkish riguardo al discorso inflazione, osservando come non sia affatto detto che i processi disinflazionistici siano già in atto - se la BCE sta prendendo in considerazione il downshifting e possibilmente lo faranno entro l'estate, se non prima - la reazione del mercato è probabilmente quella più appropriata. Anche i 50 punti percentuali di marzo non sono una garanzia, in quanto Lagarde li ha definiti come un'intenzione".

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