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Tassi, siamo vicini alla fine del ciclo di rialzi?

2/3/2023 | Redazione Advisor

Fed, BCE e BoE hanno aumentato ancora i tassi d'interesse, ma per quanto ancora proseguiranno nelle loro politiche monetarie restrittive? L’analisi di Schroders


Nell'ambito dell'inasprimento della politica monetaria finalizzata a contenere l'inflazione Fed, BCE e BoE hanno aumentato ancora i tassi d'interesse, ma secondo gli esperti di Schroders ci stiamo avvicinando alla fine dei rialzi.

 

“La Fed ha rallentato il ritmo a febbraio, ma ha segnalato l'intenzione di aumentare ulteriormente i tassi nei prossimi mesi” osserva George Brown, economist, Schroders. “Con l’aumento di 25 punti base ha portato il limite superiore della fascia obiettivo al 4,75%. Si tratta di una moderazione della politica, se paragonato all'aumento di 50 punti base dell'ultima riunione e a quello precedente di 75 punti base.” Jerome Powell ha dichiarato che la Fed ha una "lunga strada da percorrere" prima di poter dichiarare vittoria contro l'inflazione, diciharazione che metterebbe a rischio l’opinione di chi crede che i tassi abbiano ormai raggiunto il picco massimo. Tuttavia, secondo Brown, ci sono “almeno tre ragioni per ritenere che questo sia stato l'ultimo rialzo: in primo luogo, l'attività economica comincia ad attenuarsi e i rialzi dei tassi si fanno sentire. Le misure previsionali, come il leading indicator del Conference Board, sono in rosso. Secondo, il mercato del lavoro mostra timidi segnali di svolta. La domanda di lavoro sembra rallentare, mentre i licenziamenti, visti inizialmente nel settore tecnologico, stanno aumentando. Infine, l'inflazione si è moderata in modo convincente e dovrebbe continuare a farlo. Se si esclude la categoria degli alloggi, che tende a essere più resiliente al cambiamento, l'IPC core è in calo da tre mesi consecutivi”.

 

“Manteniamo la nostra opinione secondo cui l'economia statunitense si deteriorerà ulteriormente e finirà in recessione nel 2023” conclude Brown. “Ci aspettiamo che la Fed passi al taglio dei tassi più avanti nel corso dell'anno, spostando l'attenzione sul sostegno alla crescita, ormai pienamente prezzato dal mercato”.

 

Spostando l’attenzione sugli istituti centrali europei, Azad Zangana, senior european economist and strategist, Schroders osserva che “sia la BCE sia la BoE hanno alzato i tassi di interesse di riferimento di mezzo punto percentuale, portando avanti il tentativo di riportare l'inflazione verso i rispettivi obiettivi del 2%. Entrambi gli aumenti sono stati in linea con le aspettative e con quanto prezzato dal mercato”.

 

“Il calo del prezzo del gas naturale in Europa - prosegue Zangana - è stato citato in entrambe le dichiarazioni, in quanto ha contribuito in larga misura all'aumento dei tassi d'inflazione nell'ultimo anno. Il significativo calo dei prezzi dalla fine dello scorso anno è stato segnalato come un fattore molto utile per la riduzione dei tassi di inflazione nel corso del 2023. L'IPC nominale è generalmente sceso rispetto ai recenti picchi, in linea con le previsioni ufficiali. Entrambe le economie hanno registrato una crescita superiore alle aspettative, anche se si prevede un ulteriore indebolimento dell’attività nei prossimi mesi. Ciò è dovuto in gran parte all’aumento del costo della vita e all’incremento dei tassi di interesse, quest’ultimo non ancora pienamente percepito dalle famiglie”.

 

Zangana rileva che in modo insolito, la BCE ha deciso di dare una forte guidance sul fatto che il consiglio direttivo intende aumentare nuovamente i tassi di interesse a marzo di altri 50pb. “In passato, il Consiglio ha cercato di non preannunciare cambiamenti di politica, ma in questa occasione ha ritenuto che gli indicatori attuali non avrebbero modificato il percorso nel breve termine. La BCE ha dichiarato che da marzo "...valuterà il successivo percorso della sua politica monetaria", creando potenzialmente l'opportunità di sospendere i rialzi dei tassi. Sebbene la Presidente della BCE Lagarde nell'ultima conferenza stampa abbia dichiarato di non essersi assunta alcun impegno da marzo in poi, la nostra aspettativa, insieme a quella del mercato, è che i tassi d'interesse verranno tenuti fermi da quel momento in poi”. Ciò è stato supportato dal commento di Lagarde secondo cui i rischi per l’inflazione sono ora più “equilibrati”.

 

 

Per quanto riguarda la BoE, “il comitato di politica monetaria (MPC) non ha fatto alcun preannuncio sul percorso futuro. Sebbene il rischio di un aumento persistente dell'inflazione nel Regno Unito rimanga estremamente elevato, la stima centrale è stata abbassata, in parte a causa del calo dell'inflazione energetica. Inoltre, le previsioni della BoE sull'inflazione IPC mostrano che se i tassi di interesse aumentassero in linea con le aspettative del mercato, l'inflazione sarebbe inferiore al target della BoE a partire dal 2024, segnalando indirettamente che il profilo è troppo alto”.

 

“Pur ritenendo che l'inflazione del Regno Unito sarà più rigida rispetto alle previsioni della BoE -conclude Zangana - non crediamo che questo impedirà all’MPC di bloccare i rialzi dei tassi”.

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