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La strategia per difendere il portafoglio dalla volatilità

2/7/2023 | Daniele Riosa

Gli esperti di State Street GA, nel presentare il loro outlook per il 2023, prevedono che “le pressioni inflazionistiche globali subiranno un calo a livello mondiale nei prossimi sei mesi”


Come affrontare un atterraggio turbolento? Ce lo spiegano gli analisti di State Street Global Advisors, presentando l’outlook per il 2023 della società. Altaf Kassam, responsabile EMEA di investment strategy and Rresearch di State Street Global Advisors, introducendo la view dal titolo Navigating a Bumpy Landing, prevede che “l’incertezza e la volatilità di mercato perdureranno per un certo periodo di tempo e gli investitori dovrebbero rivedere le proprie strategie obbligazionarie e di downside protection in previsione di una possibile ripresa e di un contesto più favorevole per il risk taking”.

Nonostante il rallentamento dell’economia a livello globale e le sfide geopolitiche, Kassam spiega che State Street Global Advisors resta “cautamente ottimista sul fatto che il punto di inflessione sia alle porte e che le pressioni inflazionistiche globali subiranno un calo a livello mondiale nei prossimi sei mesi. Il miglioramento dell’offerta e il rallentamento della domanda hanno favorito il verificarsi di potenti episodi disinflazionistici, così come dati più favorevoli sull’inflazione consentiranno alla Federal Reserve di abbandonare un atteggiamento aggressivo e di tagliare presumibilmente i tassi di interesse nell’ultimo trimestre del 2023. La BCE è pronta a replicare, ma noi di State Street Global Advisors non vediamo tagli dei tassi nell'Eurozona prima dell'inizio del 2024”.

Come ricorda l’esperto “all'inizio del 2023, gli investitori statunitensi si aspettavano un indebolimento dell'economia, una pressione al ribasso sugli utili aziendali e un aumento della perdita di posti di lavoro a causa degli effetti posticipati degli aggressivi rialzi dei tassi della Fed. Il mercato aveva previsto una crescita inferiore al trend, ma proprio quando i dati economici, gli utili e il mercato del lavoro hanno iniziato a mostrare segni di ripresa, gli investitori hanno già iniziato a prezzare la prossima fase del ciclo economico. In un contesto caratterizzato da maggiore incertezza e volatilità sui mercati, nel suo outlook State Street sottolinea quanto sia necessario per gli investitori prendere in considerazione gli strumenti di protezione del portafoglio di cui dispongono per far fronte alle turbolenze di mercato”.

Kassam ritiene che “il periodo della ‘Great Moderation’ sia terminato, con le banche centrali meno inclini a sostenere i mercati mentre sono occupate a combattere l’inflazione e cercare di ridimensionare i loro bilanci. La ‘nuova normalità’, in un contesto caratterizzato da una volatilità più elevata, dovrebbe ancora offrire opportunità per gli investitori azionari, ma probabilmente sarà anche caratterizzata da ribassi più marcati e periodi di ripresa meno veloci. Per gestire attivamente il rischio nell’attuale scenario saranno necessarie strategie di protezione dei rischi di downside efficacy”.

Capitolo dollaro: “La moneta USA, rafforzata dall’aumento dei rendimenti relativi e dalla sua attrattiva come bene rifugio durante la fase tumultuosa che ha caratterizzato la fine del 2020, raggiungerà il picco e inizierà a ridursi nel 2023. State Street ritiene che molto probabilmente si verificherà un contesto in cui la crescita al di fuori degli Stati Uniti ridurrà il divario con quella del paese stesso. Secondo la società, il passaggio da una fase di inflazione a una di disinflazione e il cambiamento della traiettoria della politica monetaria da parte delle banche centrali per supportare la crescita favoriranno un’ampia ripresa degli asset di rischio, in particolare dei titoli azionari non statunitensi”. 

Antoine Lesnè, responsabile EMEA di strategy and research di SPDR ETFs, rileva che “il reddito fisso ha registrato un'impennata nel quarto trimestre del 2022, con gli investitori che hanno iniziato ad aspettarsi tagli dei tassi quest'anno. I guadagni della asset class sono stati piuttosto ampi, le obbligazioni governative, corporate e dei mercati emergenti (EM) hanno finalmente invertito il trend di tre trimestri consecutivi di perdite. Sebbene il rally di attivi rischiosi sia stato diffuso, gli investitori hanno mostrato una preferenza per le asset a reddito fisso relativamente più sicure. Il Treasury è stato in cima a questa lista, con flussi complessivi a 60 giorni nel 90° percentile per tutto il mese di dicembre. Dal punto di vista delle scadenze, chi investe in Treasury ha privilegiato la duration, con la parte della curva a 5-7 anni che ha registrato la maggiore forza. Gli investimenti sulla duration sono stati evidenti anche nell'eurozona, area che ha registrato flussi tra i più forti degli ultimi cinque anni, guidati dalla parte lunga della curva”.

In termini di Paesi, “gli investimenti sono stati trainati dai Bund e dagli OAT, mentre i BTP e i Bonos hanno registrato un'attività piuttosto neutra. Anche i flussi complessivi nelle obbligazioni corporate sono migliorati, anche se l'investment grade ha registrato un aumento di attività molto più marcato rispetto all'high yield, dove i flussi sono di poco migliorati. Il debito EM è stato l'asset class meno coperta all'interno della nostra strategia, poiché il rischio di recessione ha spinto gli investitori a concentrarsi sui mercati domestici”.

Lesnè sottolinea “come negli Stati Uniti e in altre parti dei mercati sviluppati, l'inflazione nell'Eurozona sembra aver raggiunto il suo picco, con i dati preliminari che sono scesi al 9,2%, il primo valore a una cifra da agosto. Il miglioramento è stato determinato da livelli più bassi in Germania, Francia e Spagna, che hanno tutte sorpreso al ribasso. Come per altre economie, buona parte di questi trend di miglioramento sono dovuti al calo dei costi energetici, che nell'eurozona hanno ricevuto una spinta dai sussidi una tantum. Poiché questi sussidi sono destinati ad annullarsi all'inizio del 2023, è probabile che i prezzi ricomincino a salire. Tuttavia, la compressione dei prezzi dei beni mantiene viva la narrazione del picco dei prezzi. L'inflazione dei prezzi dei generi alimentari rimane una preoccupazione costante nell'Eurozona, uno sviluppo che probabilmente manterrà vigile la Banca Centrale Europea (BCE), dato che le aspettative sull’indice dei prezzi al consumo continuano ad aumentare”.

“Il nostro indicatore PriceStats dell'inflazione complessiva dell'eurozona - precisa il manager - mostra un aumento di 31 punti base a dicembre, appena un po' inferiore ai livelli massimi. Questi dati contrastanti hanno probabilmente influenzato le recenti dichiarazioni restrittive di vari membri della BCE, che hanno lasciato intendere la necessità di continuare a effettuare più rialzi di 50 punti base fino a quando la politica non sarà sufficientemente restrittiva da favorire i risultati desiderati in termini di inflazione”.

“Il ciclo di rialzi - ribadisce l’economista - sembra essere in fase di svolta e il mercato obbligazionario ha iniziato a registrare performance positive. Il primo trimestre potrebbe rimanere difficile e cerchiamo del rendimento per ridurre in parte l'impatto della volatilità. Il credito investment grade (IG) rientra in questa categoria, poiché ha un rendimento più elevato rispetto ai titoli di Stato, ma non è eccessivamente esposto in caso di rallentamento significativo della crescita. Nel 4° trimestre gli investitori hanno ricostituito la loro allocazione al credito IG, ed i flussi verso questa asset class sono quindi stati consistenti. Prevediamo che questo trend continuerà nel 1° trimestre del 2023 ma ci aspettiamo una maggiore inclinazione verso le strategie ESG”.

Il secondo tema “è il debito dei mercati emergenti, per il quale esistono tre fattori chiave: l'attrattiva del rendimento relativamente elevato di tale debito, il continuo declino del dollaro USA e la svolta nel ciclo delle banche centrali dei mercati emergent”.

“In terzo luogo - conclude Lesnè - riteniamo che la parte anteriore della curva statunitense sia un ottimo punto di allocazione se si è in attesa di una certa chiarezza sulle prospettive di crescita e inflazione”.

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