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BCE e inflazione, le difficoltà non sono finite

2/17/2023 | Redazione Advisor

La stima flash dell'inflazione complessiva nell'area euro di gennaio è scesa all'8,5% su base annua, ma l'inflazione sottostante ha continuato a salire. Il commento di Generali Investments


Nonostante la stima flash dell'inflazione complessiva nell'area euro di gennaio sia scesa all'8,5% su base annua, grazie al calo dei prezzi dell’energia, l’inflazione sottostante continua a salire, e questo non consente alla BCE di abbassare la guardia.

 

Martin Wolburg, senior economist di Generali Investments, osserva che al di là alcuni probabili aggiustamenti al rialzo dovuto alla consegna tardiva dei dati tedeschi (~0,2 punti percentuali), “l'inflazione complessiva è ulteriormente diminuita dal picco di ottobre del 10,6% su base annua, e nei mesi a venire continuerà la traiettoria verso il basso. Grazie al venire meno delle difficoltà nell’approvvigionamento di gas, i prezzi dell'energia sono diminuiti drasticamente. L'indice dei prezzi dell'energia è destinato a registrare un netto calo, dando un contributo negativo all'inflazione complessiva dalla metà del 2023 in poi”.

 

Detto questo, Wolburg fa notare che l'inflazione sottostante ha continuato a salire. “Le indicazioni della BCE sull'inflazione core annunciano che rimarrà ben al di sopra della soglia del 2% nei prossimi sei mesi e che potrebbe anche aumentare ulteriormente. Fondamentalmente, l’aumento della crescita dei salari sulla scia di un forte mercato del lavoro e l’ancora robusta pressione inflazionistica a nostro avviso in cantiere, impedirà all'inflazione sottostante di intraprendere una tendenza al ribasso nel 2023”.

 

“Questa prospettiva di inflazione manterrà la BCE sulle spine - chiarisce Wolburg - e spiega anche la dichiarazione a margine dell'ultima riunione, ovvero che i tassi ufficiali saranno mantenuti ad un livello sufficientemente restrittivo. I recenti commenti aggressivi da parte dei membri del Consiglio Direttivo hanno sottolineato questo messaggio. Anche i mercati l'hanno capito e concordano con la nostra visione che un taglio del tasso chiave nel 2023 sia improbabile. Continuiamo a prevedere il picco nel tasso sui depositi al 3,5%, livello che sarà mantenuto fino al 2024 inoltrato” conclude l’economista.

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