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FED, le mosse dei prossimi mesi

2/22/2023 | Redazione Advisor

Silvia Dall'Angelo (Federated Hermes): “Se gli sviluppi dell'attività economica, del mercato del lavoro e/o della stabilità finanziaria dovessero inasprirsi, Powell cambierà rotta, ma non per oggi”


“L'inflazione CPI del Regno Unito è scesa leggermente al 10,1% nella rilevazione di gennaio (dal 10,5% di dicembre)”. Silvia Dall’Angelo, senior economist di Federated Hermes, ricorda che “il report includeva alcuni sviluppi incoraggianti per quanto riguarda l'inflazione core, scesa al 5,8% a gennaio (dal 6,3%) grazie alla diminuzione delle dinamiche sia nei servizi che nei beni di base”.

“I recenti sviluppi del mercato del lavoro - argomenta l’esperta - suggeriscono che la lotta della Banca d'Inghilterra contro l'alto livello d’inflazione è tutt'altro che conclusa e che i rischi di effetti di secondo round sono ancora elevati. Se la recente diminuzione dell'inflazione al consumo sarà confermata il mese prossimo, probabilmente il ritmo di inasprimento sarà ridotto a un aumento di 25 punti base nel prossimo meeting di fine marzo. Il rapporto sull'IPC statunitense di gennaio ha messo in discussione la narrazione legata ad un atterraggio morbido che ha rappresentato lo scenario più accreditato sui mercati finanziari dall'inizio dell'anno, mostrando un rallentamento significativo - quasi una pausa - nella discesa dell'inflazione iniziata intorno alla metà del 2022. A gennaio l'inflazione CPI è scesa al 6,4% (dal 6,5% di dicembre) mentre l'inflazione core è calata al 5,6% (dal 5,7%)”.

In prospettiva, “mentre le componenti dell’inflazione legate all'energia e ai beni di base rimarranno probabilmente in calo, l'inflazione dei servizi si rivelerà probabilmente “appiccicosa” nei prossimi mesi, poiché le pressioni inflazionistiche precedenti - in particolare quelle derivanti da un mercato del lavoro rigido - continueranno a farsi strada attraverso i prezzi al dettaglio. L'inflazione headline continuerà a scendere, ma probabilmente rimarrà al di sopra dell'obiettivo almeno per quest'anno”.

“Di conseguenza - conclude Dall’Angelo - nel nostro scenario di base, la Fed attuerà un paio di ulteriori rialzi di 25 punti base nei prossimi mesi e manterrà un tasso terminale di poco superiore al 5% per la fine dell'anno. Detto questo, se gli sviluppi dell'attività economica, del mercato del lavoro e/o della stabilità finanziaria dovessero inasprirsi (cosa che può accadere rapidamente), la Fed cambierà rotta, ma non per oggi”.

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