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Inflazione, non è detto che l’Eurozona batterà gli USA

3/10/2023 | Redazione Advisor

Orla Garvey (Federated Hermes): “Il recente intervento di Powell alla Commissione bancaria del Senato, con un’intonazione del tutto hawkish, si è rivelato un altro grande episodio di mercato”


“Il recente intervento di Powell alla Commissione bancaria del Senato, con un’intonazione del tutto hawkish, si è rivelato un altro grande episodio di mercato nel contesto del consistente flusso di dati al rialzo finora registrato nel 2023”. Orla Garvey, senior fixed income portfolio manager di Federated Hermes, spiega che “l'attenzione si è concentrata sui suoi commenti riguardo alla possibilità di un tasso terminale più elevato e di un ritmo più rapido di rialzo qualora i dati lo giustifichino, confermando di fatto che la Fed avrebbe rivisto al rialzo il suo dot plot al prossimo meeting, come previsto”.

“I mercati dei tassi - rileva la manager - hanno rivalutato di conseguenza il calendario della FED, tanto che ora il tasso terminale è del 5,6% a giugno di quest'anno, con circa 25 punti base di tagli rimanenti nella curva. Più interessante dell'andamento dei tassi nominali è stato l'andamento dei mercati dell'inflazione: i rendimenti reali dei TIPS hanno subito il peso maggiore del repricing, con un breakeven di quasi 25 punti base più basso nella parte centrale della curva. I mercati dell'inflazione si sono dimostrati una buona guida per la direzione dei mercati nominali e del rischio quest'anno; questo tipo di price action è indicativa del fatto che i mercati dei tassi si stanno muovendo verso un eccessivo restringimento dei prezzi e dovrebbe essere un segnale negativo per i mercati del rischio. Il FOMC di marzo (22) è previsto a 42 punti base, quindi con la Fed che rimane concentrata sui dati. Le sorprese che si verificheranno a breve per quanto riguarda i dati Non Farm e l'IPC potrebbero essere potenzialmente in grado di smuovere il mercato”.

La manager si apetta che “i break-even rimangano sotto pressione, con le sorprese al ribasso che segnalano il potenziale di un eccessivo irrigidimento e i dati più solidi che costringono la Fed a rimanere ottimista. Per quanto riguarda il Vecchio Continente, dopo i forti dati HICP della scorsa settimana, i tassi terminali in euro hanno continuato a salire e ora si attestano al 4% per la fine del 2023. Gli eurolinker, a differenza dei TIPS, hanno preso al volo questo rialzo; l'intera curva dell'inflazione dell'euro si trova ora al di sopra della curva dei TIPS; è altamente improbabile che questo fenomeno prosegua ancora”.

“Il mercato - conlude Garvey - ci sta dicendo che l'Eurozona avrà un'inflazione superiore a quella degli Stati Uniti e che l'economia andrà benissimo con un tasso CB al 4-4,50%, ma noi siamo scettici al riguardo; eppure potremmo facilmente vedere i tassi terminali della BCE continuare a convergere verso la BoE/Fed o il mercato iniziare a prezzare un ritmo più veloce di rialzi dei tassi della BCE se i dati resteranno solidi”.

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