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Luci e ombre dai dati sul mercato del lavoro USA

3/10/2023

Nel mese di febbraio, nei settori non agricoli, si è registrato un aumento di 311.000 nuovi posti di lavoro, dato migliore rispetto alle attese. Il tasso di disoccupazione si attesta al 3,6%. Il commento di IG Italia


Il report di febbraio sul mondo del lavoro statunitense fornisce un quadro caratterizzato da luci e ombre. Secondo i dati rilasciati dall’US Bureau of Labor Statistics (BLS) nei settori non agricoli, si è registrato un aumento di 311.000 nuovi posti di lavoro, dato migliore rispetto alle attese del consensus (+200.000 nuovi impieghi). Il tasso di disoccupazione si attesta al 3,6% (aspettative al 3,4%).

Le cifre dei mesi scorsi sono state riviste al ribasso (-34.000 posti di lavoro in totale rispetto alle stime precedenti). Il dato di dicembre è stato rivisto al ribasso di 21.000 unità a +239.000, quello di gennaio di 13 mila a +504.000.

Infine il tasso di partecipazione alla forza lavoro si è attestato al 62,5% (ancora ben lontano dai livelli di febbraio 2020 quando si attestava al 63,3%). I salari medi salgono dello 0,2% mese su mese (consensus +0,3%), mentre anno su anno sono saliti del 4,6% (consensus +4,7%, mese precedente al +4,4% a/a).

 

“I dati sul mondo del lavoro statunitense sono stati contrastanti” commenta Filippo Diodovich, senior market strategist di IG Italia. “Bene la creazione di posti di lavoro ma deludenti sia la crescita del tasso di disoccupazione che l’aumento dei salari. Il mercato azionario, a nostro avviso, ha reagito, inizialmente, in modo positivo perchè queste cifre macro non daranno abbastanza argomentazioni ai membri più falchi per accelerare il processo di rialzo dei tassi di interesse. Al momento le probabilità di un aumento di 50 punti base del costo del denaro nel prossimo meeting del FOMC del 21/22 marzo sono molto vicine al lancio di una monetina”.

 

“Il primo dato macroeconomico significativo dopo le parole di Powell al Congresso - prosegue lo strategist -  non ha portato elementi sufficienti per capire quale sarà la prossima mossa della Fed che rimane un rebus di difficile risoluzione. Il prossimo dato da monitorare con particolare attenzione sarà l’andamento dei prezzi al consumo che potrebbe dare qualche indizio in più probabilmente decisivo”.

 

“Solo con un’inflazione di febbraio ancora molto forte su livelli alti e senza indicazioni di rallentamento la Federal Reserve dovrebbe mostrare il proprio atteggiamento deciso e fermo contro le pressioni inflazionistiche e aumentare i tassi di interesse di 50 punti base nel prossimo meeting di marzo. Tuttavia - aggiunge Diodovich - crediamo che, in caso contrario, le scelte del FOMC saranno diverse e si continuerà con rialzi graduali per non creare troppa instabilità finanziaria. Il nostro scenario base rimane, al momento, ancora invariato su quattro rialzi consecutivi dei tassi d’interesse da parte della FED di 25 punti base nelle prossime riunioni di marzo, maggio, giugno e luglio, portando il costo del denaro negli Stati Uniti a un terminal rate di 5,50%-5,75%”.

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