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La BCE non cambia rotta. I commenti dei gestori

3/16/2023 | Daniele Riosa

L’istituto di Francoforte non si discosta dalle previsioni iniziali degli analisti e nonostante i casi Svb e Credit Suisse, che hanno scombussolato i mercati, alza i tassi d'interesse di mezzo punto percentuale


La BCE non si discosta dalle previsioni iniziali degli analisti e nonostante i casi Svb e Credit Suisse, che hanno scombussolato i mercati, alza i tassi d'interesse di mezzo punto percentuale. Vediamo come i gestori commentano le decisioni prese dall’Eurotower.

Altaf Kassam, EMEA head of investment strategy & research di State Street Global Advisors, sottolinea che “la BCE ha confermato la nostra aspettativa di base di un rialzo di 50 punti base di tutti i tassi di policy. Questa previsione sembrava scontata all'inizio di marzo, visto che la crescita del CPI di febbraio è stata sorprendentemente forte e che la Banca si era impegnata in tal senso nel meeting del 2 febbraio. Tuttavia, a causa dei timori di una crisi bancaria imminente proveniente dagli Stati Uniti, il mercato ha iniziato a prezzare un rialzo più dovish di 25 punti base. Alla fine  un rialzo dovish di 25 punti base avrebbe potuto far preoccupare il mercato, inducendolo a credere che ci fosse davvero il rischio di un fallimento sistemico del sistema bancario dell'Unione Europea dovuto al contagio dagli Stati Uniti in Svizzera, mentre le spiacevoli sorprese al rialzo relative ai dati sull'inflazione all'inizio dell’anno hanno dato forza ai falchi, quindi un rialzo di 50 pb sembrava adeguato”.

Per Sylvain Broyer, chief economist EMEA di S&P Global Ratings, "la BCE ha fatto ciò che ci si aspetterebbe da una banca centrale con un mandato di stabilità dei prezzi, quando l'inflazione, al netto delle componenti volatili dell'energia e degli alimenti, è più che doppia rispetto al target: ha rispettato l'impegno di aumentare i tassi di riferimento di 50 punti base. Le potenziali fragilità del sistema bancario dovrebbero essere affrontate con strumenti di politica monetaria diversi dai tassi di interesse. La BCE ha a disposizione molti di questi strumenti. Per quanto riguarda il futuro andamento dei tassi di interesse, con l'inflazione che dovrebbe rimanere al di sopra dell'obiettivo fino al 2024 e la crescita del PIL che dovrebbe accelerare nuovamente l'anno prossimo, riteniamo che la BCE possa aumentare il tasso sui depositi al 3,50% dall'attuale 3,0% entro l'estate, ma con prudenti incrementi di 25 punti base".

Katharine Neiss, chief european economist di PGIM Fixed Income, rileva come “la decisione odierna della BCE contenga tutti gli elementi chiave delle nostre attese. In primo luogo, si è attenuta al ben noto rialzo di 50 pb per far fronte all'inflazione. Allo stesso tempo, però, l'ultimo annuncio riconosce le recenti turbolenze dei mercati finanziari non suonando dunque stonato. In secondo luogo, non è stata fatta alcuna menzione all'accelerazione dell’andamento del QT oltre il secondo trimestre, che a mio avviso è la decisione giusta. Inoltre, sono state fornite rassicurazioni sugli strumenti di liquidità e sulla supervisione regolamentare e di vigilanza all'interno dell'area euro, vale la pena sottolineare fondamentali forti nella regione. In terzo luogo, la dichiarazione contiene un notevole spostamento verso un tono più dovish, sottolineando la dipendenza dai dati e rinunciando a segnalare successivi rialzi dei tassi. Si tratta di un cambiamento importante che apre le porte alla possibilità che questo rialzo sia l'ultimo, almeno per il prossimo futuro”.

Secondo Anna Stupnytska, global macro economist di Fidelity International, "impegnandosi quasi incondizionatamente in questo rialzo, la BCE si è messa in una posizione non necessaria, di difficoltà, lasciando poco spazio di manovra in caso di shock. Ciò che ci appare chiaro ora è che i problemi del settore bancario, pur concentrati in quelle che potrebbero essere storie idiosincratiche, sono comunque un sintomo dello scenario di politica monetaria molto più rigido creato dalle banche centrali negli ultimi mesi. Siamo dell'idea che la portata dell'inasprimento delle politiche da parte della BCE e della Fed sia già sufficiente a provocare un hard landing. Entrambe devono procedere con estrema cautela da qui in poi, in modo flessibile e aperto. L'ultima indagine sui prestiti bancari della BCE per il primo trimestre del 2023 ha già mostrato un significativo inasprimento delle condizioni di credito e una domanda di prestiti più debole. Prevediamo ora che le vulnerabilità del settore bancario che sono emerse avranno un impatto diretto sulla disponibilità delle banche a fornire credito, portando a condizioni di finanziamento ancora più restrittive che a loro volta colpirebbero l'economia reale potenzialmente prima e più duramente del previsto".

Michelle Cluver, portfolio strategist di Global X, guarda alle prossime mosse della FED: "Dopo la decisione della BCE, l'attenzione si sposta ora sull'imminente meeting della FED del 22 marzo e su quello della Bank of England, il 23. Le aspettative del mercato per un aumento di 25 punti base da parte della FED sono cresciute dopo la decisione della BCE, ma le banche centrali continuano restare dipendenti dai dati, e la prossima settimana potrebbero essere più chiare le implicazioni della situazione del settore bancario. In breve, anche nei prossimi giorni le decisioni delle banche centrali resteranno il fattore chiave a cui tutti presteranno attenzione".

Nicolas Forest, global head of fixed income di Candriam, evidenzia che "la stabilità finanziaria è stato il secondo punto focale della giornata, essendo diventata una missione fondamentale della BCE. A partire dal 2022, la banca centrale ha avviato la più significativa riduzione di liquidità del sistema bancario dalla sua nascita. Con il ritiro di 1.000 miliardi di euro dal meccanismo delle operazioni mirate di rifinanziamento a lungo termine (Targeted Longer-Term Refinancing Operations, TLTRO) e l'inizio della riduzione degli acquisti di obbligazioni, oggi la BCE ha dovuto anche chiarire la sua politica sulla liquidità. Christine Lagarde ha confermato che la BCE è pronta a fornire tutto il supporto necessario per sostenere il sistema finanziario europeo, affermando che questo è resiliente e robusto. Sebbene queste siano buone intenzioni, non offrono soluzioni concrete alle preoccupazioni esistenti. In qualità di supervisore delle banche europee, la BCE ha cercato di rassicurare, ma senza un'azione concreta non si sa se sarà sufficiente. Tra inflazione e stabilità finanziaria, la scelta non è evidente. Ma come diceva Machiavelli, 'in politica la scelta è raramente tra il bene e il male, ma tra il peggio e il male minore'".

Dave Chappell, senior fixed income portfolio manager di Columbia Threadneedle Investments, mette in luce che "la decisione è stata quella di mantenere i 50 punti base, ma la rotta tracciata in precedenza è stata messa da parte. In futuro, la politica continuerà a essere guidata dai dati in arrivo. È stato riconosciuto l'aumento dell'incertezza e della volatilità dei mercati e le nuove previsioni per l'inflazione complessiva sono state nettamente inferiori, a causa del calo dei prezzi dell'energia. Tuttavia, l'inflazione core rimane la preoccupazione principale e le previsioni riviste sono meno ottimistiche, pur ipotizzando ulteriori rialzi dei tassi da qui in avanti; pertanto, appare necessario continuare a muoversi a ritmo accelerato, almeno per ora. La decisione è stata approvata da un'ampia maggioranza, mentre alcuni hanno suggerito un approccio più cauto in questa fase, fino a quando non ci sarà maggiore chiarezza sugli attuali problemi di stabilità finanziaria. Le prossime settimane potrebbero dimostrare che i pochi cauti avrebbero dovuto forse esprimere la loro opinione in modo più deciso".

Jean-Marc Delfieux, Head of Equity & Flexible strategies di Tikehau Capital, spiega che “La BCE ha chiaramente posto la stabilità dei prezzi come obiettivo principale, innalzando il costo del denaro nell'Eurozona di 50 punti base, dato che la liquidità del sistema bancario occidentale è sempre più sotto pressione. I governatori non ignorano le ultime notizie che riguardano le banche europee e in particolare Credit Suisse. Il Presidente Lagarde ha ribadito il ruolo della BCE quale garante della stabilità finanziaria: ‘le banche europee sono solide0 e gli strumenti per sostenerle, qualora necessario, esistono già e possono essere riattivati in qualsiasi momento. Di fronte alle incertezze circa le pressioni a cui è sottoposto il sistema bancario, ma anche relative alla traiettoria dell'inflazione e gli impatti futuri dei cinque rialzi dei tassi effettuati a partire dal luglio 2022, la forward guidance è completamente svanita e la BCE prenderà le prossime decisioni di politica monetaria basandosi sui dati a disposizione in quel momento, lasciando intendere che esiste la possibilità di mettere in pausa il rialzo dei tassi di interesse qualora si ritenesse necessario”.

James Athey, investment director di abrdn, aggiunge che “Lagarde ha affermato che non sono possibili compromessi tra gli obiettivi di stabilità finanziaria e quelli della politica monetaria. Tuttavia, con le pressioni sull'inflazione di fondo ancora forti nel continente, la mancanza di indicazioni sui futuri rialzi dei tassi suggerisce che non tutti i membri del consiglio direttivo sono d'accordo con lei. Il mercato si è mosso rapidamente nell’ottica di una riduzione dei rialzi dei tassi e addirittura prezzando la possibilità di tagli dei tassi nel secondo semestre. La realtà è che i mercati hanno rilevato i segnali di stress bancario e chiunque sia rimasto segnato dalle conseguenze della grande crisi finanziaria globale non si convincerà facilmente che tutto va bene sulla base delle dichiarazioni dei responsabili politici che, tra l’altro, sono spesso responsabili degli eccessi di liquidità alla base di molti di questi problemi. Ora che di fatto le tensioni bancarie sono venute a galla, non sarà così facile ignorarle”.

Per Eva Sun Wai di M&G Investments "la decisione della Banca Centrale Europea di procedere con il previsto aumento di mezzo punto dei tassi di interesse forse non è stata così sorprendente. Ma, allo stesso tempo, anche un approccio diverso non sarebbe stato del tutto inaspettato, visto che questa settimana è stata piena di sorprese e imprevedibilità sui mercati. La BCE sta lavorando su dati che, sebbene risalgano ad appena una settimana fa, precedono la recente volatilità dei mercati. Non ha avuto il tempo di elaborare le turbolenze dell'ultima settimana, mentre la Fed ha un'altra settimana per valutare la situazione. Un fattore molto importante per il mantenimento della guidance di 50 punti base è che qualsiasi modifica al rialzo previsto ieri avrebbe inviato al mercato un segnale che è possibile stia accadendo qualcosa di più consistente. La BCE ha rassicurato che è pronta a reagire se la stabilità finanziaria è a rischio ma, per ora, l'attenzione rimane sull'inflazione. Le nuove previsioni, che includono un'inflazione nominale più bassa e prospettive più forti, sono state finalizzate prima del crollo della Silicon Valley Bank. Se fossero state aggiornate, le cifre sarebbero potute apparire molto diverse".

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