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Crisi del sistema bancario all’orizzonte?

3/21/2023 | Redazione Advisor

Il settore si è molto rafforzato grazie alle misure prudenziali globali adottate dopo la crisi del 2008, ma le tensioni attuali non rimarranno comunque prive di conseguenze per il resto dell'economia. L’analisi di LFDE


L'intero settore bancario e assicurativo si è molto rafforzato grazie alle misure prudenziali globali adottate dopo la crisi del 2008. È quindi probabile che la tempesta debba essere colossale prima che il sistema venga colpito in modo sostanziale. È il giudizio di Alexis Bienvenu, gestore di La Financière de l’Echiquier, sulla crisi che si è abbattuta sul sistema finanziario nelle ultime settimane.

 

“Negli ultimi giorni i movimenti sui mercati dei tassi hanno assunto delle proporzioni storiche. Nell’arco di una settimana il tasso a 2 anni USA è passato dal 5% al 3,9%, un movimento questo - come altri - paragonabile soltanto alla crisi sistemica del 2008” osserva Bienvenu. “Le ragioni sono palesi: sulla scia del recente fallimento di tre banche regionali statunitensi legate alle start-up californiane o alle criptovalute, gli investitori hanno iniziato a dubitare dello stato di salute di altri istituti più fragili ormai come Credit Suisse in Europa o First Republic Bank negli Stati Uniti. Si sono precipitati ad acquistare i cosiddetti asset privi di rischio e hanno abbandonato le attività bancarie, comprese quelle più solide. Tanto più che questi asset, negli ultimi mesi, erano cresciuti in modo significativo, addirittura eccessivo”.

 

Tuttavia, evidenzia Bienvenu, “la violenza dei movimenti ha lasciato il segno e il sospetto si è diffuso: siamo per caso all’alba di una nuova crisi bancaria? Sarebbe presuntuoso garantire il contrario perché, in campo finanziario, l'imprevedibilità è l'unica certezza a seguito, soprattutto, di rialzi dei tassi di riferimento tanto bruschi come quelli più recenti.”

 

Ma, si interroga il gestore, se è sempre salutare sospettare caso per caso, in Borsa soprattutto, è però legittima l’era del sospetto universale? “Alla luce delle informazioni comunicate dalle banche, vagliate attentamente dalle autorità di vigilanza e quindi - a priori - affidabili, le tensioni attuali possono essere superate. Interessano, negli Stati Uniti, gli attori non sistemici soprattutto che hanno beneficiato dell'espansione della galassia tecnologica in un’epoca di denaro facile e di allentamento della regolamentazione per le piccole banche sotto la presidenza Trump. In Europa, questi erano fino a domenica scorsa circoscritti a Crédit Suisse. Dopo la sua acquisizione da parte di UBS non ci sono più, fatte salve – ovviamente – ulteriori rivelazioni imprevedibili, altri attori sistemici che sembrano essere in difficoltà nel Vecchio Continente”

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Anche nel caso avverso in cui un primario istituto di credito dovesse evidenziare delle fragilità finora inosservate, resta comunque secondo Binevenu un fatto indiscutibile: “l'intero settore bancario e assicurativo si è molto rafforzato grazie alle misure prudenziali globali adottate dopo la crisi del 2008 anche se questo non significa che sia infallibile. È però probabile che la tempesta debba essere colossale prima che il sistema venga colpito in modo sostanziale. Fino a un certo punto il 2008 ci protegge da una sua riedizione”.

 

Detto questo, ancorché circoscritte, Bienvenu ritiene che le tensioni attuali non rimarranno prive di conseguenze per il resto dell'economia. “Le banche statunitensi di medie dimensioni potrebbero essere sottoposte a una regolamentazione più severa proprio per contenere il rischio di solvibilità qualora si scatenasse la tempesta, a costo di ridurre la loro offerta di credito. Il Partito Democratico ha già proposto una legge in tal senso. Dati i rapporti di forza politici negli Stati Uniti poche sono le probabilità che venga adottata anche se sta comunque a indicare un cambiamento di mentalità. Meno fiorenti e meno disposte a concedere prestiti, le banche sarebbero anche meno inclini a finanziare le aziende più avventurose che, in alcuni casi, sono all’origine del successo di un'economia. O a sostenere quelle maggiormente indebitate che sono a volte essenziali per il resto dell'economia - il settore immobiliare commerciale statunitense, ad esempio, sembra essere il più colpito. Anche le famiglie potrebbero risentirne in un momento in cui sono in difficoltà per via dell’impennata dei tassi di credito”.

 

Una simile contrazione del credito, imposta dall'interno o dall'esterno, equivarrebbe a un'ulteriore stretta monetaria e potrebbe dissuadere le banche centrali dal portare i tassi ai livelli previsti.” Ad esempio - precisa Bienvenu - dopo il rialzo dei tassi al 3% del 16 marzo, il mercato non si aspetta più ulteriori aumenti da parte della Banca Centrale Europea contrariamente al 4,5% ipotizzato di recente. Sarebbe sorprendente interrompere totalmente il rialzo dei tassi alla luce dell'inflazione galoppante ma, ancora una volta, la semplice esistenza di questo scenario rivela un'inflessione.

Sembra certo invece che sarà sempre più difficile finanziarsi nei prossimi mesi per via degli aumenti dei tassi o di una maggiore cautela da parte delle banche, e che le ripercussioni saranno significative. Se l'era del sospetto universale non è quindi legittima, si impone il tempo della ragione per i progetti più complessi” conclude il gestore.

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